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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 19 DICEMBRE 2024

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Di Natale:”Lancio un appello per la riapertura dell’ufficio postale di San Lucido, ancora chiuso nonostante la cessata zona rossa” Riaprire quell’ufficio postale è anche un fatto simbolico della ripresa della normale vita civile della Calabria oltre che un atto doveroso nei confronti di una comunità che ha pagato uno dei prezzi più alti nell’emergenza coronavirus dell’intera regione

Di Natale:”Lancio un appello per la riapertura dell’ufficio postale di San Lucido, ancora chiuso nonostante la cessata zona rossa” Riaprire quell’ufficio postale è anche un fatto simbolico della ripresa della normale vita civile della Calabria oltre che un atto doveroso nei confronti di una comunità che ha pagato uno dei prezzi più alti nell’emergenza coronavirus dell’intera regione
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«Sono trascorsi quasi tre mesi da quel 7 marzo che vide la chiusura del territorio comunale di San Lucido e ancora non è stato riaperto l’ufficio postale di via Polella di quel martoriato comune». E’ quanto denuncia il consigliere Graziano Di Natale (IRIC), Segretario-Questore dell’Assemblea di Palazzo Campanella che in proposito lancia un appello: «Riaprire quell’ufficio postale è anche un fatto simbolico della ripresa della normale vita civile della Calabria oltre che un atto doveroso nei confronti di una comunità che ha pagato uno dei prezzi più alti nell’emergenza coronavirus dell’intera regione».
“San Lucido – ricorda l’esponente politico – è il comune che nel panorama regionale è stato isolato e dichiarato subito ‘zona rossa’ e questa dura quanto necessaria misura è stata mantenuta assai a lungo, patita dai cittadini anche in termini di estrema sofferenza sul piano dei rapporti umani e familiari. Non c’è dubbio, perciò, che appare grottesco, a emergenza cessata, mantenere ancora la chiusura dell’Ufficio postale senza giustificati motivi”. “Non si possono ancora arrecare, perciò, ulteriori, gravi disagia tutti i cittadini – conclude Di Natale – ma specialmente, come si può immaginare, alle persone più anziane, che oltre ogni limite hanno sopportato con rassegnazione e comprensione oltre due mesi di isolamento, costretti a una specie di segregazione nell’ambito dei confini del paese».