Taurianova, a proposito dei tre arrestati per tentato omicidio Giustizieri rusticani?
Riceviamo e pubblichiamo
Avrebbero impugnato i coltelli ed indossato il costume dei giustizieri i tre uomini arrestati a Taurianova perche’ ritenuti responsabili di un tentato omicidio avvenuto tre anni fa nel centro della citta’ davanti l’antica Chiesa del Rosario. In quel frangente tre soggetti travisati bloccarono un giovane locrideo, ferendolo a coltellate e desistendo dall’azione omicidiaria solo perche’ la plateale aggressione aveva attirato troppa gente imponendo loro di scappare. Il ferito- secondo fonti degne di fede – sarebbe stato successivamente tratto in arresto per delitti a sfondo sessuale. Ora, i tre arrestati vengono accusati di aver voluto lavare con il sangue una condotta simile, che la loro vittima avrebbe posto in essere e che essi avrebbero inteso punire. Giustizieri rusticani contro il responsabile di una condotta obbrobriosa quale un delitto sessuale? Violenza sessuale? Atto di libidine? Contro chi? Donna o minori ? E dove? E chi sarebbe stata la vittima? E perche’ sarebbero intervenuti proprio loro? Questi gli interrogativi che, dal momento degli arresti, a Taurianova corrono di bocca in bocca. E’ restano a mezz’aria. Due degli arrestati , fratelli fra loro, sono conosciuti per il loro passato turbolento fatto di arresti per erba e scazzottate. Il terzo, il più giovane, appare una new entry delle cronache giudiziarie di rilievo. Chi li conosce stenta a immaginarli nelle vesti di giustizieri rusticani o di passabili Zorro pianigiani scesi in campo per lavare l’onta di una violenza sessuale. Magari in conto terzi. Pronti a menare le mani. Ma non ad impugnare coltelli. Per tutti il loro habitat era stato solo quello di chi era rimasto vittima fin dall’adolescenza della dipendenza da cannabis: produttori, consumatori e spacciatori. Una sorta di Km Zero dei cannaioli : bassifondi di una microcriminalita’ da suburra: plateale , fastidiosa alla lunga finanche per gli esponenti delle ndrine. Niente di più. In passato furono protagonisti di una vicenda simile. Accusati di rapina ai danni di un insospettabile vittima. Salvo a scoprire poi che la vittima non fosse tale. Che fosse un furbone, loro pusher, che accreditasse dei soldi e che avesse dato loro appuntamento per dirimere la questione, scazzottandosi poi , coi due fratelli e un loro amico giunti su suo invito nel bel mezzo del Carnevale taurianovese, fra migliaia di persone come loro in costume. Furono tratti in arresto, denunciati dalla apparente vittima che aveva negato di conoscerli. La contestazione poi crollo’ in udienza quando il controllo dei telefonini di uno dei due arrestati e di quello della presunta vittima dimostro’ che fosse stato il rapinato a telefonare al presunto rapinatore. Questi, allora, e oggi ancora aveva avuto accanto il fratello. Per tanti appare plausibile il dubbio che il movente dell’aggressione possa essere diverso rispetto a quello reso noto dagli inquirenti, ricollegabile come tanti anni prima al mondo dello spaccio. Ipotesi questa, che apparirebbe più aderente alla storia dei due arrestati. Il tutto mentre monta in citta’ la curiosita’ pruriginosa di conoscere ulteriori particolari sulla vicenda della asserita violenza sessuale che essi avrebbero inteso punire coi coltelli e che, secondo logica, dovrebbe aver avuto almeno una vittima nel destinatario delle attenzioni a sfondo sessuale: condotte cosi’ gravi da giustificare un attacco all’arma bianca per una vendetta rusticana. L’aggressione nel pieno centro della citta’ sembrerebbe apparirebbe invece più un gesto d’impeto che il frutto di un agguato volto ad attuare una premediatata vendetta. Sembrerebbe più un essere passati alle vie di fatto – forse al termine di chiarimento mancato o al culmine di un alterco o di uno scontro – che non la premeditata punizione platealmente inferta dai giustizieri al responsabile di un delitto a sfondo sessuale. Si resta in attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda alla luce delle giustificazioni e degli alibi che gli indagati e i loro difensori forniranno ai magistrati