Se per Eraclito “tutto scorre”, per Jole Santelli, tutto scivola? I silenzi di Jole nella palude del Conte Mascetti, tra Leghe sotto i mari dello Stretto e quel ricorso al Tar che pende come una spada di Damocle (in agrodolce)
Sempre cara mi fu questa birra Dreher, sorseggiata con la canottiera bianca a chiazze rosacee, sedendo e mirando paesaggi paludosi tra siepi e ultimi orizzonti di una Calabria che si perde anche nell’ultimo sguardo ad un vitalizio.
La poesia sotto il sole calabro, rischia di far salire la febbre a 37.5, specie a “40 gradi all’ombra” e perciò meglio mantenersi cauti, preferendo la sagra della melanzana ripiena. D’altronde c’è sempre un bambino dentro di noi, a forma di lucertola per non parlare della fortuna dei neri “di non doversi truccare”. (Santelli docet e stra-docet all’infinito).
Molti, a dire il vero tanti, ci stiamo chiedendo la nostra cara governatrice Jole Santelli cosa sta stia pensando, cosa fa (ovviamente oltre alle ordinanze contro gli assembramenti, ma consente la sagra della melanzana)? Sarà impegnata a preparare quale succulento pranzo per i lombardi che verranno in Calabria per le vacanze, visto che “abbiamo tamponato bene”?
Quella brava donna della Santelli che non gliel’ha mai data a Berlusconi in 25 anni di conoscenza, di preciso, ed a parole sue, cosa pensa di quanto stia ruotando attorno alla Calabria? Cara presidente, “col tarapio tapioca come se fosse antani la barella anche per due, con lo scappellamento a sinistra? No, eh?”, c’è da immaginare questo, ma sul serio.
Noi non stiamo a lisciare il pelo, mai ci permetteremmo di farlo, anche perché la tecnica dell’lisciamento è un’arte di sopraffina eleganza.
Eppure dal 26 gennaio scorso, seppur in tempi pre e post Covid, cose ne sono accadute, dalle uscite del suo vicepresidente Spirlì, una supercazzola dietro l’altra, che vanno dall’esercito nelle baraccopoli, a quella infelice idea di pubblicare i cetrioli finlandesi con il logo Lega- Regione Calabria in un tutt’uno. Certo la multiculturalità è segno di grande spessore politico, noi diamo un pomodoro cuore di bue, loro un cetriolo, e si fa un’insalata in un connubio socioeconomico, politico con un filo d’olio di “antani”. Abbiamo anche capito (e forse pure saputo), che lei ha un vicepresidente che non lo sopporta nessuno, forse è colpa del partito che rappresenta con un leader che spero, parafrasando Neruda, non faccia di lei quello che Salvini fa alle ciliegie. Prova ne è il fatto che ieri durante la presentazione a Reggio Calabria, degli “scissionisti” della Lega di Salvini, con il partito “Lega Italia”, toh chi è andato, il plenipotenziario calabrese di Forza Italia, ossia il deputato e commissario provinciale azzurro, Francesco Cannizzaro e non solo, c’era anche il commissario provinciale di FdI Massimo Ripepi, quello dell’Udc, Paola Lemma, nei fatti quel centrodestra (tranne la Lega) che dovrebbe unirsi per vincere le prossime elezioni di settembre.
“Lega Italia” ha come segretario regionale Michele Gullace, ex commissario provinciale reggino della Lega (di Salvini), nei fatti “trombato” alle ultime regionali a favore di Roy Biasi, un derby taurianovese (forse a tre, con la gelida manina di Spirlì? Anch’esso taurianovese).
Ed il fatto che, Cannizzaro che ha una buona rappresentanza in Regione, sapendo che tra Lega Italia (Gullace e altri), non corra buon sangue con la Lega (quella di Salvini e delle ciliegie), la cosa inizia ad essere intrigantemente preoccupante. E Jole? Muta, la miglior parola è quella che non si dice, predicavano gli antichi.
Ah, la stessa Jole, non ha proferito parola quando ci fu la campagna (ridicola) dello “Scegli calabrese”, “Fatto in Calabria (ma importato dalla Finlandia)”, non ha detto nulla dei 25 mila tablet agli studenti calabresi in tempi Covid, con un atto di indirizzo del 9 aprile scorso e che poi guarda caso sono slittati a settembre quando la scuola inizia (sic!), e destinate adesso per le famiglie con disagi sociali ed economici. E che dire di quella pioggia di euro dei cosiddetti “buoni spesa”, sulla falsa riga dei fondi ai Comuni della Protezione Civile nazionale, nulla, niente di niente. E dell’inciucio dei vitalizi poi abrogato? Ed ancora, della pantomima sulle nomine delle commissioni consiliari, sui vicepresidenti, sulle dimissioni, sul fatto che non è stata data la commissione di vigilanza all’opposizione come da tradizione e di quella commissione agricoltura fatta apposta per soddisfare il palato (mancante) della Lega? Jole non dice nulla, se non quando emette ordinanze, quando viene invitata in tv, ma niente di niente. Sì, una cosa l’ha detta ed ha destato molte preoccupazioni, pericolose preoccupazioni, intervistata da Peter Gomez il quale gli ha chiesto se teme indagini giudiziari come i suoi predecessori, lei ha risposto, “Non lo escludo”, però lei non ha mai partecipato a nessuna cena. Nei fatti lei è stata eletta presidente di una Regione insieme a delle persone che lei non si sente di mettere la mano sul fuoco sulla loro integerrima onestà umana e morale “perché “la possibilità di avvicinamento da parte di forze criminali è forte”, ovvero non garantisce per loro (sic!). A tutto ciò si aggiunge pure un ricorso curato da un’avvocatessa tosta, Rossella Barberio la quale rappresentando un gruppo di elettori ha proposto davanti al Tar Calabria che si pronuncerà il prossimo 23 settembre, sulla legittimità del Consiglio Regionale calabrese per la presunta non validità delle elezioni di gennaio scorso. Per alcune questioni di percentuali in eccesso sulle quote di genere, derivante da una legge nazionale. Il rischio è altissimo.
Ah, la Santelli come ha reagito? Non pervenuta!
In questo marasma regionale, dove si assistono a scene da commedia goldoniana dove addirittura escono pure chat per presunti ricatti da parte dell’attuale presidente del consiglio regionale Tallini all’ex capo della protezione civile calabrese Tansi per una sua presunta relazione con una giovane ragazza, denunciato per “sextortion”, la prima volta che si sente. In un momento così triste e amaro per il paese, dove nonostante tutto siamo anche governati da uomini che mentre la gente faceva la fila nelle associazioni per avere dei beni di prima necessità, quantomeno per mangiare, in quell’Astronave si facevano nomine a iosa di portaborse e autisti come se non ci fosse un domani.
Ricordando un grande scrittore scomparso proprio ieri, Carlos Ruiz Zafon con una sua frase scritta in un suo bellissimo libro, “La forma conta quanto la sostanza: è la triste realtà di quest’epoca di ciarlatani” …sì, è una triste realtà!