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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 NOVEMBRE 2024

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Biondo (Uil), ennesimo segnale di allarme lanciato dallo Svimez Ciò che viene sottolineato dagli analisti è la perdurante crisi del Mezzogiorno, ed in particolare della Calabria, che finisce per allargare ancora di più la forbice fra il Nord ed il Sud del Paese

Biondo (Uil), ennesimo segnale di allarme lanciato dallo Svimez Ciò che viene sottolineato dagli analisti è la perdurante crisi del Mezzogiorno, ed in particolare della Calabria, che finisce per allargare ancora di più la forbice fra il Nord ed il Sud del Paese

L’ennesimo segnale di allarme lanciato dallo Svimez sullo scollamento produttivo e sociale dell’Italia non venga sottovalutato. Ciò che viene sottolineato dagli analisti è la perdurante crisi del Mezzogiorno, ed in particolare della Calabria, che finisce per allargare ancora di più la forbice fra il Nord ed il Sud del Paese.
Non c’è più tempo da perdere. E’ necessario produrre un’accelerazione nella messa in campo di una strategia che trovi nel corretto utilizzo dei fondi europei la chiave di volta per un territorio, ormai da troppo tempo, in preda ad una crisi senza risoluzione.
Una strategia che abbia quale punto fondamentale la finalizzazione di questi importanti investimenti su asset strategici per il rilancio del Paese, ponendo particolare attenzione al Mezzogiorno e, soprattutto, alla Calabria che, nel quadro meridionale, appare essere la regione con le maggiori sofferenze.
Oggi, quindi, torniamo a chiedere al Governo una spinta determinante per la formalizzazione del Piano per il Sud che, adesso, deve essere ulteriormente incrementato anche grazie al corretto utilizzo dei fondi messi a disposizione dall’Europa con il recovery fund.
Grazie a questi, e in una logica di perfetta complementarietà con i fondi di natura nazionale, sarà possibile avviare un grande piano di ammodernamento delle infrastrutture materiali ed immateriali della Calabria, una parte della Nazione che ha bisogno di vedere migliorare le sue capacità di mobilità attraverso il completamento della Strada statale 106; di incrementare le sue possibilità produttive con l’avvio della Zona economica speciale; di rivedere in chiave efficientista il suo sistema sanitario e tutti i servizi essenziali alla persona e che, in ultimo ma non per ultimo, vuole ridurre il divario digitale che ancora l’allontana dal resto del Paese.
Anche per quanto riguarda la infrastrutturazione e la connessione digitale, in una Italia che è agli ultimi posti nel contesto europeo; la nostra regione è collocata nei bassi fondi della classifica nazionale.
Allo stesso tempo, poi, è fondamentale che il governo regionale si dia una mossa, si apra convintamente al confronto sulla riprogrammazione dei fondi comunitari 2014/2020 e sulla progettazione concreta e produttiva di quelli previsti per i prossimi sei anni.
Sul tavolo, poi, ci sono i fondi nazionali e la quota parte del recovery fund che dovrà essere destinato alla Calabria, una messe imponente di denaro che, se speso correttamente, potrebbe finalmente cambiare il volto economico e sociale di questa regione. L’occasione non può essere sprecata. Bisogna strutturare in tempi rapidi e certi, il confronto all’interno del Partenariato economico e sociale sia per quanto riguarda la riprogrammazione del Por 2014/2020 che per ciò che concerne la nuova programmazione 2021/2027.