Nino Spirlì (l’ha liberata un’altra) contro Gabriele Muccino, “ingrato” e “cavallo di Troia” Il regista al quale gli hanno affidato lo spot per la promozione della regione, nel mirino del vicepresidente della giunta regionale, reo di non aver espresso solidarietà a Matteo Salvini
Di Giuseppe larosa
Gabriele Muccino, ma come ti permetti a non esprimere solidarietà a Matteo Salvini? Ti abbiamo dato un milione e settecento mila euro per fare un cortometraggio sulla Calabria e tu ingrato, non esprimi solidarietà al leader maximo del Carroccio? Ingrato e sputatore di piatti già consumati anche se… noi quel cortometraggio non l’abbiamo ancora visto, però da come ci informa il “samaritano” della Lega Spirlì, il piatto c’è e anche lo sputo di Muccino, reo di non aver espresso solidarietà a Salvini pur ricevendo dalla Regione Calabria dei soldi per un cortometraggio (sic!).
I fatti risalgono a un paio di giorni fa quando Matteo Salvini in campagna elettorale a Pontassieve in Toscana, dove una donna congolese, dapprima lo strattona e poi gli strappa la camicia. Ovviamente, gesto esecrabile come qualsiasi azione violenta. Fatto sta che il famoso, ripeto, il famoso regista italiano di fama internazionale e non un emerito sconosciuto, fa un tweet e scrive, “Solidarietà?!!!! A chi incita odio e violenza verso i più deboli?! No, grazie. Nessuna solidarietà. Non esageriamo adesso. Non siamo tutti buoni e uguali. Ci sono delle differenze di comportamento che hanno delle conseguenze. Anche comprensibili”. In un giro stretto di boa, Matteo Salvini gli risponde con un altro “cinguettio”, “Secondo il signor Muccino è ‘comprensibile’ che qualcuno metta le mani addosso a Salvini, e io non merito ‘nessuna solidarietà’ per l’aggressione subita ieri in Toscana a Pontassieve – risponde al vetriolo -. Sarà anche un bravo regista, non lo discuto, ma come Uomo può migliorare”.
Ora, sembrava che la cosa finisse qua e invece no! Perché tra i due litigati arriva il terzo e sembra goderci pure nelle polemiche, la questione poteva finire con un botta e risposta, Platone ci insegnò che “La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l’infinito“, il finito lo si era già raggiunto con Muccino e Salvini, l’infinito preoccupa con il “samaritano” Spirlì, le occasioni per un religioso silenzio ci sono sempre tutte, ma lui sfoggia solo il “religioso” e ne libera una dietro l’altra. Passa dai cetrioli della Finlandia, alle lettere alla sua presidente come se stessero in un due diversi continenti, poi un assaggio contro i “cornuti della cultura” che l’hanno preceduto con salsa di “contro coglioni” di liste elettorali. Ma tu vuoi che si perda anche questa “insalata”? Siamo matti, “…certe crisi son soltanto segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire”, come canta Guccini. Nino Spirì, vicepresidente della giunta regionale della Calabria, ovvero la massima assise istituzionale della Regione scrive, dando dell’ingrato al regista Muccino, “Non mi aspettavo che Gabriele Muccino avesse intelligenti moti di solidarietà nei confronti di Matteo Salvini. Sarebbe stato uno sforzo sovrumano. Speravo, quanto meno, in un intelligente silenzio”. Spirlì si aspettava, accusando Muccino, di “intelligente silenzio”, come se la cicala se la prende con la cornacchia per il troppo rumore che fa. Il Nino taurianovese prosegue scrivendo, “A volte, infatti, far lavorare poco muscoli facciali e corde vocali può aiutare a concentrarsi meglio sulla vitale e necessaria ossigenazione delle cellule cerebrali” e qui un … ci sta tutto, ma, “Purtroppo, il miracolato non sempre onora il miracolo. E la riconoscenza al pane la si dimentica dopo il primo boccone. Mi auguro che il sicuro successo dei suoi ultimi cortometraggi lo rasserenino nell’animo e gli regalino la Visione di una vita più partecipe alle necessità e ai disagi altrui, a prescindere che, pur pochi e temerari, scelgano o meno di andare a vedere i suoi stentati film”. “Successo dei suoi ultimi cortometraggi”, ossia? In poche parole Muccino, grande regista di fama internazionale è ingrato, sputando sul boccone dove ha mangiato perché seppur ricevendo un milione e settecento mila euro dalla Regione Calabria per dei cortometraggi, non esprime la solidarietà a Matteo Salvini? Dire che siamo impazziti è peccato o si rischia qualcosa di serio? Ma ognuno può esprimere liberamente le proprie idee come le esprime anche il leader della Lega e come le esprime Spirlì e dove alcune volte, “l’intelligente silenzio” è d’obbligo. E badate bene, mentre per Salvini e Muccino la cosa sembra finita, non è finita invece per Spirlì perché oggi ritorna sul tema con un altro post, “… e come può raccontare l’Amore, l’Eterno Bello, le profonde rughe dell’Arte, che sono l’Anima di questa Calabria, morbida e tortuosa, solennemente silenziosa e guardinga, seppur maternamente amorevole, un uomo che non conosce la fraternità, il “cum patire”, la solidarietà, l’equità?”, evvai ancora un’altra stoccata a Muccino. E continua, “Muccino, tumulato nel suo cocciuto silenzio, offende ogni istante di ospitalità, disponibilità, fiducia, che gli abbiamo consegnato al Benvenuto! Cavallo di Troia, portava in sé i peggiori sentimenti di risentimento e disaffezione che un umano non umano possa sterilmente provare. Biasimo la sua povertà d’animo. Unica povertà che, molto probabilmente, conosce”.
Cioè tutta questa manfrina perché non ha voluto esprimere solidarietà a Matteo Salvini? E che sarà mai questa grave “lesa maestà”? A questo punto, facciamo un appello a Gabriele Muccino affinché si redime e si “genuflette” nell’esprimere la solidarietà al leader del Carroccio, ma intanto chiediamo alla “silenziosa” Jole Santelli, ma se Muccino, come scrive il suo vice Spirlì che, “pochi e temerari, scelgano o meno di andare a vedere i suoi stentati film”, perché la Regione ha stanziato 1.700 mila euro per lui? E poi, consentiteci un’ultima cosa, citando quella splendida carta scritta con il sangue di molti italiani caduti per la libertà di questo paese, citando l’art. 54, “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
Con buona pace di tutti, sarebbe cosa buona e giusta ogni tanto fargliela una ripassata a questo articolo costituzionale.