Taurianova, confisca beni, parla Carmelo Sposato: ” Le strane coincidenze” Coinvolto nella operazione "Terramara" del 2017
Riceviamo e pubblichiamo dal signor Carmelo Sposato
E’ la tragica storia processuale di un imprenditore della Calabria che fino a
qualche anno addietro ha operato nel settore dell’edilizia. Si, proprio
così….fino a quando all’alba del 12 dicembre del 2017 le forze dell’ordine
lo hanno arrestato perché ritenuto capo promotore, dalla Direzione
Distrettuale Antimafia della Procura di Reggio Calabria, di una
organizzazione di ndrangheta operante nel territorio di un centro della
Piana di Gioia Tauro, Taurianova.
Un imprenditore che era stato finanche meritevole di possedere la licenza
di porto d’armi sin dalla sua giovane età.
Gli contestano pure di aver assunto tantissime commesse pubbliche presso
il suo Comune, però la certificazione che gli rilascia, proprio, il suo Comune
smentisce categoricamente l’assunto degli inquirenti.
Prendeva, quindi, forma l’operazione denominata TERRAMARA CLOSED,
con tantissime persone arrestate per partecipazione mafiosa e per altri
connessi gravi reati.
Parliamo di Carmelo Sposato e parliamo della sua famiglia, intendendola
come il suo nucleo familiare, quello – per capirci ancora meglio – di cui
fanno parte la moglie e i cinque figli, tutti in tenera età.
Non era un fatto inconsueto quanto accaduto, perché in Calabria, è nella
notte che iniziano tante operazioni di polizia e questa, che riguarda
Carmelo Sposato, sarebbe stata una delle tante.
Una delle tante operazioni di ripulitura del territorio calabrese dagli uomini
della ndrangheta.
Come solitamente accade, chi viene arrestato per mafia non può
soggiornare in un carcere vicino alla zona di residenza. Si ritiene che anche
i legami e gli affetti familiari debbano essere rallentati, se non del tutto
recisi. Ed è così che Carmelo Sposato viene catapultato in un Carcere della
Marche, parecchio distante dalla sua famiglia e dai suoi figli.
Però prima gli regalano un soggiorno di oltre un mese in totale isolamento
presso il Carcere di Vibo in un’angusta cella, in compagnia del cielo e della
nebbia.
Qui non parleremo della fondatezza o meno dell’accusa, perché abbiamo
tanto rispetto in chi sta giudicando Carmelo Sposato e perché non è nostro
il compito di “ valutare ”, ma certamente possiamo e dobbiamo raccontare
i fatti. Dobbiamo raccontare, certamente, quello che accade ma, ancor di
più, come accadono le cose !
Il Tribunale del riesame, che è l’organo che controlla gli arresti dei Giudici,
si accorge che il contenuto dell’accusa è poco convincente, e che mancano
gli elementi per poter ritenere Carmelo Sposato un capo.
La Corte di Cassazione, successivamente interpellata, annulla l’Ordinanza
con cui era stato arrestato, ordinando al Tribunale del riesame di Reggio di
rivalutare senza ritardo la posizione del detenuto.
Cosa che avviene immediatamente, disponendo, il Tribunale, la
scarcerazione di Carmelo Sposato per mancanza di gravità indiziaria e di
esigenze cautelari.
Ecco che riacquistata la libertà, l’imprenditore Sposato, potrà difendersi da
uomo libero davanti al Tribunale, dalle accuse che gli sono rivolte
dall’Ufficio di Procura.
Il momento è di fondamentale importanza, perché, paradossalmente, la
data della scarcerazione non segna un momento positivo del procedimento
in corso e della stessa posizione di Carmelo Sposato, ma, purtroppo,
rappresenta l’inizio di un calvario che ha veramente dell’incredibile.
L’arresto del dicembre del 2017 aveva determinato anche il sequestro di
tutti i suoi beni ed anche di quelli di sua moglie che, per come solitamente
accade, sono passati sotto la gestione degli Amministratori nominati dallo
stesso Giudice che aveva arrestato Sposato.
I difensori, dopo la scarcerazione, richiedono al Tribunale del merito il
dissequestro di tutto quanto era stato sequestrato in precedenza,
valorizzando le argomentazioni sostenute dalla Cassazione e dal Tribunale
del riesame, in sede di rinvio, e cioè… che non potendosi affermare
l’esistenza di gravità indiziaria per il reato associativo, quindi dovendosi
ritenere Carmelo Sposato, persona lontana da qualsiasi organizzazione
mafiosa, era ragionevole, logico ed opportuno poter ritenere che, in effetti,
i beni sequestrati non derivassero da alcuna attività illecita.
L’istanza viene accolta ed il Tribunale con convincente motivazione libera
a Carmelo Sposato ed alla moglie tutti i beni che erano stati loro sequestrati
in precedenza.
Questo provvedimento viene notificato per legge alla Procura della
Repubblica che, però, non lo impugna e diventa, quindi, definitivo.
Ora iniziano le STRANE COINCIDENZE.
E sono strane, proprio perché a renderle tali sono le date che da tale
momento si susseguono.
Il provvedimento di dissequestro del Tribunale viene depositato il 19 aprile
del 2019, ed è comunicato immediatamente anche alla P.G. che avrebbe
dovuto darne esecuzione ( la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ).
Esecuzione che, sebbene compulsata dai Difensori, non viene però
eseguita, poiché la Procura della Repubblica, si premura, invece, a
confezionare una proposta di applicazione di misure di prevenzione che il
30 aprile è già bella e pronta con tutta l’informativa della GdF a supporto,
ed il 13 maggio ecco che il Tribunale Misure di Prevenzione, in via
d’urgenza, emette il relativo decreto di un nuovo sequestro, questa volta
di prevenzione, proprio sugli stessi beni dello Sposato e della moglie che,
invece, il Tribunale di Palmi, giudice procedente, aveva dissequestrato un
paio di giorni prima.
La strane coincidenze non sono però finite.
Accade che il 16 maggio 2019, la famiglia di Sposato Carmelo viene
convocata presso la Guardia di Finanza della sede di Gioia Tauro, alle ore
15,00, per la notifica del dissequestro. Ed in tale sede, i finanzieri delegati
alle operazioni, porgono con la mano destra il provvedimento di
dissequestro e con la mano sinistra quello, invece, di sequestro disposto
dal giudice della prevenzione. I beni vengono restituiti e ripresi
nuovamente nello stesso momento temporale.
UN PERFETTO SINCRONISMO, con buona pace di chi o di quanti ritengono
che la macchina della giustizia sia lenta !!!
E’ o non è una strana coincidenza ?
E’ possibile che solo in pochissimi giorni, appena dodici per l’esattezza, si
siano potute leggere centinaia di pagine ?
Quanto accaduto, in verità, appartiene più ad una inconsueta reazione
della Procura che ad un normale modus procedendi, atteso che molto
raramente si annoverano fatti simili.
Ma l’ultima strana coincidenza ci sia permesso evidenziarla.
In data 14 agosto del corrente anno, siamo quindi alla vigilia di Ferragosto,
alla figlia di Carmelo Sposato, titolare di un’attività commerciale, viene
notificata la misura interdittiva emessa dal Prefetto di Reggio Calabria in
pari data, per causa di sospetti di infiltrazioni mafiose presso la sua ditta.
E’ anche questa una strana coincidenza ?
Ecco che ci sono da pensare tante cose, proprio perché tante cose
accadono in modo inconsueto, spesso con metodi dispettosi.
Ed allora si prenda atto di una cosa. La giustizia deve necessariamente fare
il suo corso ed i Giudici devono scrupolosamente accertare ogni aspetto di
ciò che arriva alla loro valutazione. Non ci sarebbe democrazia se ciò non
accadesse.
Però il tutto deve avvenire con percorsi ordinari e lontani da risentimenti,
deve avvenire nella comune e rispettosa dialettica tra le parti
contrapposte, senza incomprensibili accelerazioni, e deve avvenire col
massimo rispetto di qualsiasi provvedimento giudiziario.
Ora Carmelo Sposato, è stato denudato di tutto, nulla più gli appartiene e
la sua famiglia versa nella più grande disperazione.
Gli rimangono solo gli ingenti debiti verso le banche che lo avevano sempre
affidato, perché Carmelo Sposato era persona affidabile e lavorava
soltanto con la sua ditta individuale rischiando in prima persona e non,
quindi, con società che, per come è risaputo, spesso sono scatole vuote.
Un esempio che certamente non appartiene affatto a chi è inserito in certi
circuiti criminali !
La moglie ed i figlioletti convivono, ora, con gli psicologi, ogni loro equilibrio
è saltato e il pensiero di dover aspettare chissà quanto tempo prima che
tutto finisca genera una indomabile ansia che strugge il loro cuore
provocando il dolore più grande.
Rimane una sola cosa: la speranza che trionfi al più presto la verità e che
giustizia sia fatta.
Ad attendere questo risultato Carmelo Sposato ci sarà e con lui tutta la
fiducia che lo stesso ripone nella magistratura e nel ruolo di fondamentale
importanza da essa ricoperto