L ‘ autogrill “ spietato “ delle forze che sostengono il Governo Conte e vogliono governare la Calabria Riflessione dell'ex deputato del Pd Demetrio Battaglia
Di Demetrio Battaglia avi. già ex deputato
Trova sempre più spazio tra la cosiddetta èlite calabrese la decisa volontà di demonizzare sempre e comunque l’avversario facendolo diventare un nemico brutto, cattivo, incapace, deficiente o dedito al malaffare. In Calabria , questo è il dato da cui partire , se si vuole capire la situazione politica delle espressioni che si dovrebbero aggregare per amministrare la Calabria , partendo da un mastice indurito attorno al governo nazionale. Perché questi istinti, presenti nel tessuto sociale, sono rappresentati in maniera trasversale, quasi a formare un partito, o meglio operando trasversalmente per influenzare i propri partiti o movimenti di appartenenza a quel tavolo che sembra un autogrill delle forze governative . Nella nostra terra emerge l’assenza complessiva di integrazione e, quindi, di aggregazione. L’esasperato individualismo spinge a un egoismo che pone barriere e divisioni che impediscono una sana osmosi di conoscenze ed esperienze e, di conseguenza, di una crescita complessiva. La presunzione che riecheggia più spesso in Calabria è: ma chi è quello? Non sa niente, non conta niente, non capisce niente, è un corrotto, è un mafioso. Quando studiavo a Messina , vivevo una vita universitaria intensa, anche politicamente e culturalmente. Un grande esponente politico, di rilievo nazionale, dell’epoca volle conoscermi. Nell’incontro privato si sbilancio con una riflessione sulla Calabria e i suoi abitanti: “I Calabresi vengono a trovarmi – mi disse – e avvertono la necessità, prima ancora di dirmi i motivi della visita, di mettere in evidenza le loro qualità eccelse, sempre incomprese e, a loro dire, non valorizzate. Poi, mi descrivono le persone con cui io sono in contatto in Calabria come imbecilli e corrotti da allontanare. E, naturalmente offrono, con meschinità e cinismo, la loro pronta disponibilità a sostituirli”.
Ecco, in Calabria si vivono spesso con cattiveria i rapporti che non producono immediatamente un vantaggio. Si vive nell’isolamento individuale e, con ferocia, si lotta per affermare le proprie capacità, azzerando le qualità degli altri senza andare troppo per il sottile. Tutto questo è presente nel famoso tavolo convocato dal PD , in esso domina la spietatezza e anche la vecchia idea, dei primi del novecento che ha prodotto guasti inenarrabili, di una politica che deve guidare la società. I programmi e le idee sono fumose e nascondono altro. In gioco ci sono i destini personali dei tanti che si ritengono illuminati e i migliori. Il risentimento, gli istinti primitivi e negativi che ci sono in tutti i settori e categorie della società se guidano i partiti e le forze della società che pretendono di diventare politiche certificano, prima ancora degli elettori, l’inadeguatezza a rappresentare e accompagnare la Calabria verso un futuro migliore. Questo schieramento di “sinistra”, appare così a tanti cittadini e, probabilmente, tale sembrerà alla stragrande maggioranza degli elettori il giorno in cui si recheranno alle urne, stremati e impoveriti anche da un governo inefficace, inefficiente e pasticcione e che di meridione ha sì un ministero, ma non una politica meridionalistica di sviluppo. Per i tanti, del resto, il mezzogiorno è solo l’ora del pranzo e il virus un modo per sopperire alle negligenze politiche. Io spero, da potenziale elettore, non di “sinistra” ma di centro-sinistra, che la ragione prevalga sull’irrazionalità, che il sentimento sopravanzi il risentimento, che l’interesse generale azzeri l’egoismo che gli slogan sostituiscono la concretezza, che le parzialità delle narrazioni siano sostituite dalla completezza della realtà, che dalle nuvole si scenda sulla terraferma, che i fatti veri sostituiscano i pettegolezzi. Il margine, sia pure stretto, c’è ancora.
Avv. Demetrio Battaglia