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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 NOVEMBRE 2024

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Buona sanità in Calabria, anziana salvata grazie alla motoape del marito La donna di 86 anni vive in posto irraggiungibile dall’ambulanza. Lo stratagemma per fare presto, ma la storia è diventata un’occasione per attaccare la sanità calabrese

Buona sanità in Calabria, anziana salvata grazie alla motoape del marito La donna di 86 anni vive in posto irraggiungibile dall’ambulanza. Lo stratagemma per fare presto, ma la storia è diventata un’occasione per attaccare la sanità calabrese

In Calabria c’è la bella sanità, quella che ci rende orgogliosi si appartenere a una regione che non è lo spot di Gabriele Muccino, ma ben altro, quella reale.
A Santa Severina nel Crotonese, si è trovato uno stratagemma per salvare una donna anziana di 86 anni, Anna, con una grave insufficienza respiratoria e cardiaca. Inizialmente sul web era diventata una storia di malasanità perché Anna era stata adagiata con la lettiga sulla motoape per poter essere trasportata successivamente in ambulanza, a causa di “restringimenti” che impedivano di raggiungere la casa della donna.
I medici del 118 dell’ospedale di Crotone, si sono inventati questo rimedio che ha salvato di fatto la vita all’anziana.
Anna nella notte tra il 17 e il 18 dicembre scorso si sentì male per delle difficoltà respiratorie ed il marito chiama subito il 118. La casa di Anna sorge su una rupe e dista a circa 50 km da Crotone. I medici del 118 arrivati a Sana Severina si sono dovuti fermare a un chilometro dall’abitazione dell’anziana, perché l’ambulanza non riusciva a passare per i tanti restringimenti delle vie. Tamt’è che l’equipe del 118 ha percorso a piedi con la barella il tratto di strada fino all’abitazione dell’anziana. Le condizioni di Anna sono apparse subito gravi e necessitava di un ricovero urgente.
Il dottore Flamirio Bevilacqua, l’infermiere Antonio Aiello e l’autista dell’ambulanza Vincenzo Piscitelli sono arrivati in casa della donna, bardati con le tute anti Covid, immaginando anche l’ipotesi che la signora potesse essere positiva. Cosa che successivamente, il tampone, ha escluso.
Vista l’impossibilità di trasportarla dall’abitazione all’ambulanza ed allora, è stata utilizzata la motoape di proprietà del marito fino all’ambulanza. Nei fatti, la donna deve la vita alla motoape se è stata possibile portarla all’ospedale.
Episodio che ha suscitato delle polemiche in quanto era stata raccontata in maniera diversa, un caso si malasanità, accaduto addirittura a Reggio Calabria. Sui social (eh le “legioni di imbecilli”), si è scritto che i malati di Covid a Reggio Calabria vengono portati in ospedale a bordo di motoape, per la carenza di ambulanze (sic!).
Una sorta di “gioco al massacro”, portato avanti da professionisti, anche calabresi, ma trapiantati al Nord che dicono di voler bene alla loro terra, ma poi, sotto sotto, postano immagini vere di una storia realmente accaduta, raccontandola in maniera spregevole, addirittura mutando luogo e alterando la verità.
Stavolta invece non è stato così, c’è una bella storia con un lieto fine, un caso di buona sanità e soprattutto la grande professionalità dei medici e degli infermieri per salvare la vita ad una donan anziana, escogitando ogni soluzione possibile e al di là di tutto, l’importante è che Anna sta bene, grazie anche alla motoape.
(GiLar)