Polizia postale, ecco le operazioni giudiziarie del 2020
L’anno 2020 è stato caratterizzato da mutamenti profondi delle nostre abitudini di vita. In modo repentino, quasi tutte le nostre attività (lavoro – scuola – tempo libero – formazione – cultura – relazioni) hanno conosciuto una rimodulazione basata in larga parte sull’utilizzo della rete, con un allargamento della platea degli utenti anche a soggetti normalmente poco adusi alle nuove tecnologie, fattore il quale, se da un lato ha accelerato un processo di modernizzazione certamente già in nuce, ha del pari determinato una accresciuta esposizione alle aggressioni della cyber-criminalità.
In questo scenario, l’impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni si è indirizzato verso la prevenzione ed il contrasto di un insieme assai vasto ed eterogeneo di attacchi informatici, diretti a colpire il patrimonio personale dei cittadini come l’integrità del tessuto economico-produttivo del Paese, la regolarità dei servizi pubblici essenziali come il mondo delle professioni, la sicurezza e la libertà personale di adulti e ragazzi con particolare riferimento alla protezione dei bambini e delle persone più vulnerabili.
1. C.N.C.P.O.
Nel corso del 2020, il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) ha confermato il ruolo centrale della Polizia Postale e delle Comunicazioni nella lotta alla pedofilia e pornografia minorile online.
Dall’inizio della diffusione pandemica da COVID-19, la Polizia Postale ha intensificato il monitoraggio della rete con lo scopo di scongiurare l’aumento di reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online, determinato dalle misure restrittive assunte. E’ stato svolto un lavoro di valutazione settimanale dei dati relativi alla vittimizzazione dei bambini e dei ragazzi in rete, al fine di monitorare la minaccia cibernetica in un momento di fragilità emotiva nazionale.
Con la sospensione delle attività scolastiche e la conseguente attivazione della didattica a distanza per tutti gli Istituti, molteplici sono state le segnalazioni relative a episodi di intrusione nelle piattaforme dedicate alla formazione degli studenti; la Polizia Postale ha svolto un assiduo monitoraggio anche sulle app di messaggistica istantanea, al fine di individuare i responsabili degli accessi non autorizzati, accertando la presenza di gruppi dedicati.
Le condotte delittuose che hanno registrato un incremento di circa il 110% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, riguardano i reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori
online e dell’adescamento di minori online, per i quali sono stati eseguiti 69 arresti e denunciate 1192 persone.
Per tale motivo, fin dall’inizio della diffusione pandemica del virus Sars-Cov-2, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, con l’impiego di tutte le sue articolazioni territoriali (coordinate attraverso l’azione strategica assicurata da questo Servizio), ha:
a) intensificato il monitoraggio della rete, con lo scopo di scongiurare l’aumento di reati in esame;
b) rafforzato il raccordo delle investigazioni nei canali di cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria, presupposto strategico fondamentale per disarticolare le illecite comunità virtuali caratterizzate da una struttura organizzata;
c) innalzato, laddove possibile, il livello di collaborazione con i social network più diffusi in Italia, in un’ottica di sinergia nella lotta all’utilizzo improprio del web, definendo canali preferenziali di comunicazione e gestione dei casi penalmente rilevanti;
d) aumentato l’impegno funzionale all’individuazione di un numero sempre maggiore di siti che contengono materiale pedopornografico, da inserire nella black list, gestita dal C.N.C.P.O., il cui accesso viene inibito, con modalità diverse a seconda dell’ubicazione dei server utilizzati, agli utenti internet attivi sul territorio italiano.
Tutto ciò, nel tentativo di adeguare la risposta, anche sotto il profilo della prevenzione, alle mutate esigenze connesse all’emergenza sanitaria in atto.
Tra le 14 indagini più significative avviate dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale nell’ambito dei reati di sfruttamento sessuale dei minori, condotta principalmente in modalità sotto copertura online anche nelle Dark Net, si segnala:
OPERAZIONE “LUNA PARK”
Dopo due anni di indagini “sotto copertura” nel web, la Polizia Postale di Milano, coordinata dal C.N.C.P.O., ha identificato 432 utenti che condividevano su Applicazioni di messaggistica istantanea foto e video pedopornografici, anche di neonati. Dei 159 gruppi individuati, 16 erano delle vere e proprie associazioni per delinquere, composte da promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti. Sono 81 gli italiani identificati e 351 gli utenti stranieri coinvolti nell’indagine, alcuni dei quali tratti in arresto nei loro Paesi di origine, nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia attivata dal C.N.C.P.O.
In Calabria, nell’ambito di tale operazione, non sono stati eseguiti arresti, ma le perquisizioni hanno interessato anche due indagati della provincia di Cosenza, con sequestro di materiale informatico ritenuto di interesse investigativo.
Un’altra delicata Operazione condotta dalla Postale di Milano ha riguardato un filmato pubblicato in diretta su una piattaforma gratuita di streaming, in cui un uomo abusava di una neonata. All’esito dell’indagine è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del nonno materno della bimba, al quale veniva affidata quando la madre era via. Durante la perquisizione sono stati rinvenuti decine di migliaia di file pedopornografici raffiguranti minori anche in tenerissima età.
OPERAZIONE “DARK LADIES”
Operazione che ha portato all’arresto di due mamme e un papà i quali abusavano sistematicamente delle proprie figlie, diffondendo online le immagini delle violenze. Sono stati contestati i reati di produzione e diffusione di materiale di pornografia minorile online, nonché di violenza sessuale. Le investigazioni, avviate dalla Postale di Firenze e coordinate dal C.N.C.P.O. nell’ambito della cooperazione internazionale, sono state condotte su gruppi di messaggistica istantanea a “tema pedofilo”. Le due bambine sono state affidate ai servizi sociali e condotte in luoghi sicuri.
OPERAZIONE “PAY TO SEE”
L’indagine è scaturita dalla denuncia di un genitore che aveva rinvenuto sul cellulare della figlia una chat contenente un vero e proprio listino prezzi per prestazioni di natura sessuale online, con tariffe differenziate a seconda delle richieste (es.: “sexchat 45 minuti in cui faccio da schiava = 30 euro”). La Polizia Postale di Bari e Foggia, coordinata dal C.N.C.P.O., ha eseguito 21 perquisizioni su tutto il territorio nazionale anche nei confronti di diversi minori che avevano acquistato i “servizi” offerti dall’adolescente.
OPERAZIONE “DANGEROUS IMAGES”
L’attività investigativa ha portato alla denuncia di 20 minorenni in concorso tra loro per detenzione e diffusione di materiale di pornografia minorile a delinquere. La Polizia Postale di Firenze ha individuato un 15enne, organizzatore e promotore, insieme ad altri coetanei, dello scambio di innumerevoli filmati e immagini pedopornografiche, anche in forma di stickers, attraverso diversi social network. Il giovane era in possesso anche di numerosi files c.dd. gore, ovvero filmati e immagini provenienti dal Dark Web, raffiguranti suicidi, torture, mutilazioni, squartamenti e decapitazione di persone e animali.
OPERAZIONE “50 COMMUNITY”
L’attività condotta dalla Polizia Postale di Torino per diffusione e, in alcuni casi, produzione di materiale di pornografia minorile, nei confronti di 50 indagati, 3 dei quali arrestati per possesso di ingente quantità di materiale pedopornografico. L’operazione, coordinata dal C.N.C.P.O., ha coinvolto tutto il territorio nazionale ed è frutto di una cooperazione con il canadese National Child Exploitation Coordination Center (NCECC). Il materiale illegale, scambiato su piattaforme di messaggistica istantanea, era diversificato e spaziava da immagini di nudo a violenze sessuali ai danni anche di neonati, scene di sadismo, etc.
OPERAZIONE AMNESIA
E’ una delle indagini più significative avviate direttamente dal Centro nell’ambito dei reati di sfruttamento sessuale dei minori, che ha consentito di trarre in arresto un 30enne per detenzione di materiale di pornografia minorile, aggravato dall’ingente quantità, dall’utilizzo di mezzi di anonimizzazione e criptazione, nonché dalla particolare violenza di alcune immagini rinvenute.
In particolare, l’uomo produceva filmati di abusi sessuali ai danni di una bambina di pochi anni, visibilmente narcotizzata. I video sono stati poi diffusi e commercializzati nel dark web.
OPERAZIONE SCACCO MATTO
L’indagine è il frutto di una lunga attività sotto copertura della Polizia Postale di Catania scaturita da un monitoraggio sul Dark Web e dal rinvenimento di un sito contenete immagini di pornografia minorile e commenti che istigavano esplicitamente alla commissione di atti sessuali in danno di minori, che ha portato alla denuncia di 20 persone di cui 3 tratte in arresto.
Per quanto concerne l’attività di prevenzione svolta dal C.N.C.P.O. attraverso una continua e costante attività di monitoraggio della rete, sono stati visionati 33.681, di cui 2.446 inseriti in black list e oscurati in quanto presentavano contenuti pedopornografici.
C.N.C.P.O. 2019 2020 Incremento %
Casi trattati 1396 3.243 + 132,30 %
Persone indagate 617 1192 + 93.19 %
Arrestati 37 69 + 86.48 %
Perquisizioni 510 757 + 48.43 %
Gb di materiale sequestrato 127.269 215.091 + 69.00 %
Nell’ambito della Regione Calabria, nel settore del contrasto alla pedopornografia, la Polizia Postale ha svolto numerose attività delle quali si evidenziano di seguito i dati rilevanti:
DATI CALABRIA 2019 2020 Incremento %
Casi trattati 9 22 +240 %
Persone denunciate 21 124 + 590%
Arrestati 2 4 + 100 %
Perquisizioni 17 33 + 94 %
2. TRUFFE ON LINE E REATI CONTRO LA PERSONA
Il fenomeno delle truffe online, ha riguardato anche la contraffazione del marchio CE. Sono state scoperte numerose partite di materiale, venduto all’ingrosso, proveniente soprattutto dall’estero,
riportanti marchi CE contraffatti: la merce era destinata, in alcuni casi, alla vendita al dettaglio anche attraverso il circuito delle farmacie ignare della contraffazione.
Nei primi mesi dell’anno, sono stati riscontrati numerosi casi di truffe online nella vendita di dispositivi di protezione individuale, considerata la ricerca pressante di mascherine, guanti, liquidi igienizzanti, attraverso la proliferazione di numerosi siti di e-commerce truffaldini dedicati al commercio di tali prodotti.
Sono state anche raccolte numerose segnalazioni e avviate altrettante attività d’indagine, inerenti le false raccolte fondi, poste in essere attraverso siti web apparentemente riconducibili ad enti ospedalieri o accreditate da falsi patrocini di Istituzioni o Enti Pubblici (Regioni – Comitati vari). Il modus operandi dei cybercriminali, facendo leva sul generale e diffuso sentimento di vicinanza della cittadinanza al personale medico ed infermieristico, incessantemente impegnato nella lotta al Covid 19, dava la possibilità di effettuare dei versamenti di denaro e/o bonifici su IBAN legati a conti correnti o carte ricaricabili attivati ad hoc.
Inoltre, è stato osservato, contemporaneamente alla chiusura dei luoghi di lavoro a seguito dell’introduzione delle misure di contenimento del virus, un incremento del fenomeno dei falsi annunci di lavoro. Un fenomeno che racchiude in sé variegate condotte criminose, talune dirette a conseguire profitti illeciti (denaro, identità digitale e dati sensibili), altre tese ad esporre il cittadino che, inconsapevole del disegno criminoso, presta la sua opera per la realizzazione di delitti che spesso vanno ben oltre alla consueta truffa (riciclaggio di denaro), a gravi conseguenze sul piano giuridico, familiare e sociale.
Nell’ambito delle truffe online, nel corso del 2020 sono stati trattati complessivamente 98.000 casi.
Nel corso del periodo in esame, è stata implementata l’attività di contrasto al diffuso fenomeno del falso trading online (358 casi trattati con oltre 20 milioni di euro di danno) che ha visto aumentare a dismisura la perdita di ingenti capitali verso Paesi esteri, con la prospettiva di facili guadagni derivanti da investimenti “sicuri”.
Particolare attenzione è stata indirizzata all’attività di prevenzione e contrasto al revenge porn con 126 casi trattati (di cui 10 in Calabria) e 59 denunciati; alla diffamazione on line con 2.234 casi (di cui 27 in Calabria) e 906 persone denunciate; 143 (di cui 7 in Calabria) sono stati i casi relativi allo “stalking” con 7 arrestati e 73 denunciati e alla cosiddetta “sextortion” con 636 casi trattati (di cui 25 in Calabria), una persona arrestata e 36 denunciate.
I reati afferenti al cosiddetto “Codice Rosso”, le cui indagini sono profuse non soltanto per giungere all’identificazione del responsabile del reato, ma anche per la rimuovere i contenuti dal web o, quantomeno, per limitarne la divulgazione massiva, hanno visto nella Polizia Postale un punto di riferimento per le tante vittime di reato.
Anche nella repressione dei reati di minacce e molestie, perpetrate attraverso i social network ovvero con “mezzi tradizionali”, massimo è stato l’impegno della Polizia Postale con 1001 casi trattati (di cui 17 in Calabria), 2 arrestati e 270 persone denunciate.
L’attività investigativa volta ad arginare il fenomeno dell’hate speech, è stata particolarmente complessa portando alla trattazione di numerose segnalazioni di utenti attraverso il Commissariato di P.S. online, e un monitoraggio attivo della rete attraverso le piattaforme social.
In questo ambito una particolare attenzione si è avuta per gli atti intimidatori posti in essere nei confronti dei giornalisti, con l’attiva partecipazione, in chiave operativa con idonee iniziative di prevenzione e contrasto, al Sottogruppo istituito presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Analisi Criminale.
Sono stati 35 gli interventi da parte degli Uffici della Polizia Postale dislocati su tutto il territorio nazionale, coordinati dal Servizio Polizia Postale, finalizzati alla prevenzione di intenti suicidari da parte di utenti dei social network, anche grazie alle segnalazioni pervenute al Commissariato di PS OnLine.
2019 2020
Diffamazione
online 2.234 2.234
Stalking 168 143
Revenge porn 131 126
Sextortion 516 636
In Calabria, nel settore del contrasto ai reati contro la persona, si evidenziano i dati riportati nel seguente quadro sinottico:
2019 2020
Diffamazione
online 30 27
Stalking 5 7
Revenge porn 7 10
Sextortion 18 25
Tra le citate attività di polizia giudiziaria, si segnalano alcune di particolare rilievo:
OPERAZIONE “POSTE VITA”
A seguito di denunce presentate da PosteVita e Poste Italiane S.p.A. riguardanti riscossioni fraudolente di polizze del Ramo Vita, è stata avviata una complessa attività di indagine, dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, giungendo all’identificazione di una compagine criminale costituita da 16 associati che, attraverso la riscossione fraudolenta di polizze del ramo “Poste vita”, era riuscita a conseguire un profitto illecito pari a 1 milione e 500.000 euro.
OPERAZIONI BREAKING NEWS
La Polizia Postale di Catania a conclusione di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina, ha denunciato in stato di libertà un uomo di anni 46, disoccupato, residente in provincia di Torino, ritenuto responsabile di ricettazione e violazione del diritto di autore. Nella circostanza l’individuo, tramite gruppi del servizio di messaggistica Telegram, diffondeva illecitamente quotidiani online con grave pregiudizio per le testate giornalistiche con rilevante perdita di vendite.
La Polizia Postale, nonostante le problematiche di trasparenza legate all’utilizzo della piattaforma Telegram, è riuscita a risalire all’indagato nei confronti del quale la Procura ha emesso un decreto di perquisizione che ha condotto al sequestro delle apparecchiature informatiche utilizzate per commettere gli illeciti.
OPERAZIONE “FAKE TRAVELS”
La Polizia Postale di Ancona e il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona, hanno sgominato un sodalizio criminale dedito alla consumazione di truffe ad aziende italiane del centro/nord. Tali aziende, operanti in vari settori merceologici, venivano attirate dalla possibilità, poi risultata falsa, di concludere lucrosi affari con industrie americane. Denunciati 4 italiani, di cui due residenti all’estero, responsabili di una movimentazione fraudolenta di denaro per centinaia di migliaia di euro e di dollari che poi venivano trasferiti su conti svizzeri e statunitensi.
OPERAZIONE “SAFE SOCIAL”
La Polizia Postale di Bologna, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, ha svolto un’articolata attività investigativa relativa a numerose truffe online, perpetrate in danno di giovani utenti, interessati all’acquisto di capi di abbigliamento di modesto valore commerciale, posti in vendita tramite la piattaforma Instagram. Gli accertamenti effettuati hanno consentito di riscontrare profitti fraudolenti per circa 250.000,00 Euro e un numero di vittime stimato in 2400 persone, di cui oltre la metà minori. Ad esito dell’attività di indagine è stato individuato un sodalizio, operante nell’hinterland milanese e nei confronti di cinque degli indagati sono state eseguite misure cautelari e in totale 12 provvedimenti di perquisizione.
OPERAZIONE “REVENGE PORN”
La Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Udine ha svolto una complessa attività investigativa, coordinata dalla locale Procura, relativa alle numerose denunce per cyberstalking e revenge porn, presentate da una donna triestina nei confronti dell’ex compagno, per la pubblicazione su siti pornografici di foto sessualmente esplicite, scattate durante la loro relazione. L’indagato, con precedenti penali specifici e già tratto in arresto dal Compartimento Polizia Postale di Trieste per ripetute violenze sessuali videoriprese nei confronti di una minore 4 anni, è stato sottoposto a perquisizione che ha permesso il rinvenimento e il sequestro di materiale significativo a livello probatorio.
3. CNAIPIC
L’analisi del dato emergente dalle attività del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC), relativo al periodo intercorso tra gennaio e dicembre 2020, permette di rilevare, in primo luogo, come, sia gli attacchi diretti alle grandi infrastrutture erogatrici di servizi essenziali (approvvigionamento idrico ed energetico, pubblica amministrazione, sanità, comunicazione, trasporti, finanza sistemica), che gli attacchi apparentemente isolati (diretti a singoli enti, imprese o cittadini), siano connotati da una dimensione criminale organizzata, essendo ascrivibili all’operato di sodalizi ben strutturati, spesso operanti a livello transnazionale.
Le tipologie di eventi cyber che hanno maggiormente impegnato gli operatori del Centro sono rappresentate dagli attacchi a mezzo malware, soprattutto di tipo ransomware, attacchi DDoS con finalità estorsiva, accessi abusivi con l’intento di carpire dati sensibili, campagne di phishing e, in
ultimo, campagne APT (Advanced Persistent Threats), particolarmente insidiose poiché ricollegabili ad attori malevoli dotati di notevole expertise tecnico e rilevanti risorse.
L’emergenza Covid-19, in particolare, ha costituito un’ulteriore occasione per strutturare e dirigere attacchi ad ampio spettro, volti a sfruttare per scopi illeciti la situazione di particolare esposizione e maggior vulnerabilità in cui il Paese è risultato, e tuttora risulta, esposto.
Nello specifico, alcune delle più rilevanti infrastrutture sanitarie impegnate nel trattamento dei pazienti “Covid” sono state oggetto di campagne di cyber-estorsione volte alla veicolazione all’interno dei sistemi ospedalieri di sofisticati ransomware – concepiti allo scopo di rendere inservibili, mediante cifratura, i dati sanitari contenuti al loro interno – a fronte di richieste di pagamento del prezzo estorsivo, per lo più in cryptovalute (es. Bitcoin), onde ottenere il ripristino dell’operatività.
Il sistema sanitario e della ricerca è stato inoltre bersaglio di diversi attacchi APT, con lo scopo della esfiltrazione di informazioni riservate riguardanti lo stato di avanzamento della pandemia e l’elaborazione di misure di contrasto, specie con riguardo all’approntamento di vaccini e terapie anti-Covid.
Si sono moltiplicati i casi di phishing ai danni di enti ed imprese, veicolati attraverso messaggi di posta elettronica i quali, dietro apparenti comunicazioni di Ministeri, organizzazioni sanitarie ed altri enti, relative all’andamento del contagio o alla pubblicazione di misure di contrasto, nascondevano in realtà sofisticati virus informatici in grado di assumere il controllo dei sistemi attaccati (c.d. virus RAT) e procedere così all’esfiltrazione di dati personali e sensibili, alla captazione di password di accesso a domini riservati, finanche all’attivazione di intercettazioni audio-video illegali.
Sul piano degli attacchi al sistema produttivo del Paese, si è registrato un generale aumento delle minacce legato all’adozione su larga scala dei modelli di lavoro a distanza, c.d. “smartworking”, modelli che se da un lato hanno consentito la prosecuzione di attività essenziali, hanno d’altro canto prodotto una considerevole estensione del perimetro informatico delle aziende, con una conseguente maggior esposizione ad azioni ostili esterne.
Nel delineare l’identità degli autori del reato, il trend legato all’andamento degli attacchi ai danni delle infrastrutture critiche fa registrare, nel complesso, l’emersione di una matrice criminale di natura puramente economica, orientata al conseguimento di profitti illeciti, che si pone in misura oggi prevalente rispetto alle condotte ispirate da ragioni di cyber-hacktivism, ideologicamente o politicamente orientato.
L’azione di contrasto attuata dal CNAIPIC, nell’anno in corso, è stata orientata sia all’attività di contrasto dei reati, sia, soprattutto, ad assicurare interventi di tipo preventivo e di protezione, incentrati sulla capacità di analisi e di allerta precoce finalizzata alla diffusione, in tempo reale, degli IoC (c.d. indicatori di compromissione) relativi alle minacce in corso, a beneficio dell’intero panorama delle infrastrutture critiche nazionali.
L’aggiornato quadro informativo riferibile alle specifiche fenomenologie delittuose può essere agevolmente evidenziato attraverso la tabella statistica, di seguito indicata, che offre il confronto tra il periodo gennaio/dicembre 2019 e quello riferibile all’anno 2020, periodo, quest’ultimo, caratterizzato dall’emergenza epidemiologica in atto che ha favorito, come detto, l’andamento crescente del numero di attacchi complessivamente verificatisi ai danni delle Infrastrutture critiche del nostro Paese:
2019 2020
Attacchi rilevati 239 507
Alert diramati 77.596 79.209
Indagini avviate 88 99
Persone arrestate 3 21
Persone denunciate 53 79
Richiesta di cooperazione internazionale in ambito
Rete 24/7 High Tech Crime G8 (Convenzione
Budapest) 74 65
Dalla tabella si evince che, ad oggi, gli attacchi rilevati sono più che raddoppiati, con un conseguente quasi equivalente incremento delle persone identificate ed indagate.
Tra le attività di polizia giudiziaria più significative si segnala:
OPERAZIONE “DATA ROOM”
Il CNAIPIC nell’ambito di una lunga ed articolata attività di indagine ha effettuato quella che può essere ritenuta la prima operazione su larga scala volta alla tutela di dati personali trafugati, culminata con l’esecuzione, effettuata con l’ausilio di personale dei Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, Napoli, Perugia ed Ancona, a 13 ordinanze di custodia cautelare e 7 ordinanze che dispongono l’obbligo di dimora nel comune di residenza ed il divieto di esercitare imprese o ricoprire incarichi direttivi in imprese e persone giuridiche.
Al vertice del sistema due dipendenti infedeli di TIM S.p.A., oltre ai responsabili di alcune società che offrono servizi di call center, avevano messo i piedi una complessa ed articolata attività criminale finalizzata al commercio illecito dei dati personali di centinaia di migliaia di utenti di società operanti nella fornitura di servizi essenziali, nel settore telecomunicazioni ed energia.
I 26 indagati complessivi, tutti destinatari di provvedimenti di perquisizione locale e personale, sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, della violazione aggravata dei reati previsti all’art. 615 ter c.p. (accesso abusivo a sistema informatico), all’art.615 quater c.p. (detenzione abusiva e diffusione di codici di accesso), riguardando le condotte sistemi di pubblico interesse, e della violazione della legge sulla privacy art. 167-bis D. Lgs. 193/2003 (comunicazioni e diffusione illecita di dati personali oggetto di trattamento su larga scala).
Le estrazioni dei dati dai database dei fornitori dei servizi, per come verificato nel corso delle indagini, venivano sistematicamente portate avanti con un volume medio di centinaia di migliaia di record al mese, che gli indagati modulavano a seconda della illecita “domanda” di mercato.