Regionali in Calabria, l’11 aprile si vota o si “annaca”? Boatos di corridoi parlano di rinvii, tra chi è d'accordo pubblicamente, ma contrariato in privato, nessuno che si espone e la patata bollente passa al Governo centrale
Stasera inizia la 71esima edizione del Festiva di Sanremo, tutto è pronto per una kermesse anomala in quanto senza pubblico, ma è l’unica vera certezza nazionale di questo periodo pandemico. La questione che sta divenendo un vero e proprio giallo a tinte fosche, utilizzando termini noir, è la data delle elezioni.
In Italia come ci insegnò Ennio Flaiano, “non esiste la verità. La linea più breve tra due punti è l’arabesco. Viviamo in una rete di arabeschi”, decifrare o meglio, programmare il futuro è una forma di mediocre utopia.
In Calabria si dovrebbe votare l’11 aprile, la data era già stata rinviata perché inizialmente era il 14 febbraio, lo slittamento francamente non si era capito, dicono per l’emergenza pandemica, noi pensiamo per allungare le prebende economiche e di potere dei vari consiglieri e assessori regionali. Visto pure che, nonostante la situazione regionale, dopo la triste scomparsa di Jole Santelli, dal 15 ottobre, data della sua dipartita, il consiglio regionale doveva attuare quello che in gergo viene definito “per il disbrigo degli affari correnti” fino alla data delle elezioni, ovvero la cosiddetta “ordinaria amministrazione”.
Ma in Calabria gli “affari correnti” prevedono pure pletore di assunzioni tra portaborse, assistenti, Co.co.co. per “accoliti di bottega”, e quini un investimento elettorale per eventuale proselitismo di voti. Dove la faccia che molto spesso si avvicina a quella del “culo” e dove il pudore è semplicemente una sorta di appendice trascurabile della dignità, a dispetto dei soldi pubblici, dei calabresi e della questione pandemica che sta creando non pochi danni, sia umani, che economici e sociali. Ma le assunzioni clientelari in Calabria fanno parte di una legge non scritta, ma che nei rientrano negli “affari correnti”. Per fare una disamina del caso dovremmo spostare e soprattutto, scomodare i pensieri di Kant e di Voltaire sulla morale, ma lasciamoli riposare in pace perché non ne vale proprio la pena per tali siffatti personaggi “calabro-lesi”.
Ma nei fatti, si vota o no l’11 aprile? Ci sarà un ulteriore rinvio elettorale con la solita (e banale) motivazione della crisi pandemica, del processo delle vaccinazioni ed altre scuse per rinviare quell’epilogo (dei tanti) di questa triste (in tutti i sensi), legislatura regionale calabrese.
In tutti i territori sono stati già convocati i comizi elettorali, tutte le circolari preparatorie si stanno attuando, siamo al 2 marzo ed in teoria tra circa dieci giorni occorre presentare le liste con i candidati alla carica di Governatore della Calabria.
Certo, in Italia, “diceva un americano a un altro, i polli girano crudi per strada”, scomodando sempre Flaiano, possiamo ben comprendere la situazione reale del momento.
In Calabria, per quando riguarda la questione pandemica, dall’ultimo rilevamento abbiamo un indice Rt pari a 1,01, non abbiamo negli ultimi giorni grandi numeri di contagi, si cerca di prevenire il più possibile le cosiddette “varianti” del virus per non creare ulteriori danni, ma nei fatti, allo stato attuale la Calabria potrebbe (e dovrebbe) andare al voto. Altrimenti si creerebbe un vulnus democratico di importante entità. Per tanti motivi, uno tra tutti la morte della presidente eletta il 26 gennaio 2020, da circa 5 mesi. E poi, non di poco conto, la reggenza del “facente funzioni” non eletto dal popolo.
Molti boatos della politica e non, così per darsi un tono, costruiscono delle teorie le quali poi vengono riportate da diversi giornali, su ipotetici rinvii per le più disperate motivazioni, con delle date che sembrano più stravaganze da megalomania da asporto, che vanno da giugno ad ottobre, si inizia con la stagione delle fave e si finisce con quella dei broccoli. Così, tanto per millantare ipotetiche conoscenze romane degli alti palazzi, quando poi, secondo (mie fonti), alcuni non vengono nemmeno ricevuti (da sottosegretari attuali alla presidenza del consiglio e capi di gabinetto, ma questa è un’altra storia).
Sicuramente, questa settimana sarà decisiva per decidere le sorti politiche della Calabria, i contagi ci sono, ma sembra che siano, almeno apparentemente, sotto controllo. Si vocifera che a breve ci sarà l’adozione di un decreto che rinvierà le elezioni dall’11 aprile ad una data dopo l’estate. Ma sarebbe paradossale tale ipotesi se attuata perché se è vero come è vero che in estate ci dovrebbero essere un alto numero di vaccinazioni e, liberare un po’ gli italiani che senso avrebbe rinviarli a dopo l’estate?
Il ministro dell’interno Luciana Lamorgese ha posto il quesito alle forze politiche giorni fa e sembra, così, da indiscrezioni che l’unica forza che vorrebbe il rinvio è proprio la Lega, mentre gli atri siano tutti concordi per il voto dell’11 aprile. Anche quelli che inizialmente erano contrari. Ovviamente da quello che si evince sembra che nessuno vorrebbe uscire allo scoperto e quindi attendono la decisione del Governo anche se sono stati convocati i comizi elettorali (sic!).
I candidati ufficiali allo stato attuale sono Nicola Irto che guiderà la coalizione di centrosinistra, Luigi de Magistris che ha stipulato un tandem politico con Carlo Tansi ed ancora si attende che il parlamentare Roberto Occhiuto sciolga le riserve anche se il consenso nei suoi confronti sembra unanime.
Per il resto… questa è l’Italia, un “popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati”.
(GiLar)