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TAURIANOVA (RC), VENERDì 01 NOVEMBRE 2024

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Sanità, Fragomeni, “Pandemia ha mostrato tutte le debolezze del sistema” Bisogna rispettare il diritto alla salute dei calabresi

Sanità, Fragomeni, “Pandemia ha mostrato tutte le debolezze del sistema” Bisogna rispettare il diritto alla salute dei calabresi

“Un anno fa, in questo periodo, non c’era trasmissione televisiva o articolo sui quotidiani, in cui non si sentivano o leggevano riflessioni da parte di opinionisti, costituzionalisti, politici, sul sistema sanitario e sulle differenze dei vari sistemi sanitari regionali alla prova del Coronavirus. Tutti (o quasi) erano concordi nel dire che i modelli sanitari improntati al criterio della massima produttività, dove si era privilegiata la concentrazione ed il potenziamento dei settori a più alta redditività, mentre si erano “abbandonati” quelli a più alto rischio o basso rendimento (tipo le terapie intensive) erano collassati su se stessi. Infatti, alla prova, avevano retto, di più e meglio, quei modelli in cui il pubblico era più forte, dove si privilegiava l’erogazione del servizio e la distribuzione sul territorio ed in cui il privato agiva ad integrazione del pubblico e non in sua sostituzione. Tutti (o quasi) d’accordo nel dire che il servizio sanitario nel suo complesso, la sua regionalizzazione, non avesse portato a dei miglioramenti al sistema globalmente inteso, in quanto aveva solo trasferito servizi e risorse da alcune zone già povere e depresse, ad altre realtà c. d. (per autodefinizione) virtuose: insomma, maggiore confusione e sovrapposizione di competenze tra Stato e Regioni! Quell’esperienza, quindi, ci insegnava (qualora ce ne fosse stato bisogno), che la salute non è solo un bene primario individuale, ma è un bene sociale da difendere e tutelare come interesse generale dell’intero paese. Ed era per questi motivi che tutti discutevano e sottolineavano la necessità di una organica riforma legislativa, sia per il ruolo del Governo che per il ruolo delle Regioni (rimanendo a queste ultime la gestione – in termini rigorosamente esecutivo-amministrativi – ma il sistema pianificato e normato a livello nazionale), in modo tale da avere procedure uniformi e snelle su tutto il territorio nazionale.
Oggi però, non si sente più parlare di tutto ciò: non si sente più parlare di necessità di riforme!
Oggi si sente parla tanto di vaccini e della loro (dis)organizzazione. Si sente parlare di ricoveri ma non si sente più parlare di medicina del territorio. Quella che fino allo scorso anno è stata la “salvezza” per molte persone. Oggi (per fortuna dico io) la maggior parte dei malati sono asintomatici. Ma il punto di domanda è: chi si occupa di loro? Adesso che ogni sforzo è teso a vaccinare, chi pensa alle terapie sul territorio?
Il Senato, lo scorso 8 aprile, ha approvato un protocollo per la gestione domiciliare del Covid. Purtroppo però non è sufficiente, perché molto spesso i centralini suonano invano (così come anche le visite domiciliari dei medici di famiglia).
Se è vero quanto annunciato dall’ONU (“arriverà un’era di pandamie”) cioè che ci sono 1,7 milioni di virus non scoperti in uccelli e mammiferi di cui 827.000 potrebbero infettare l’uomo, è più che mai necessario ed urgente essere “preparati”: si ritorni parlare di riforme del sistema nazionale sanitario e si ritorni a parlare di rafforzamento della medicina territoriale! La sanità, deve tornare ad essere un diritto, e come tale, deve essere garantita, per tutti i cittadini e su tutto il territorio nazionale” – Così la candidata Sindaco a Siderno, Mariateresa Fragomeni.