Conia, Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza costituisce un’occasione imprescindibile per rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno Il Sindaco, preoccupato dall’assenza di comunicazioni ufficiali, invita la Regione Calabria a fare in modo che l’intero territorio della Piana di Gioia Tauro riceva la giusta considerazione anche relativamente a questa grande possibilità che l’Europa in questo momento offre
Il Sindaco di Cinquefrondi e Consigliere della Città Metropolitana Michele Conia ha seguito con estrema attenzione i lavori organizzati dall’Assessore Regionale Trasporti Ing. Catalfamo relativo all’inserimento nel programma Recovery Fund delle ristrutturazioni e della riqualificazione delle linee calabro-lucane. L’idea di dare luogo ad una moderna metropolitana di superficie è passata oramai da tanto tempo nel dibattito e nella considerazione unanime che essa possa costituire ulteriore volano di sviluppo economico- turistico importante per tutta la piana di Reggio Calabria. Il Sindaco, preoccupato dall’assenza di comunicazioni ufficiali, invita la Regione Calabria a fare in modo che l’intero territorio della Piana di Gioia Tauro riceva la giusta considerazione anche relativamente a questa grande possibilità che l’Europa in questo momento offre. Ritiene di essere ulteriore voce insieme alle associazioni, ai cittadini e ai comuni che vogliono capire e sapere quali sono i progetti relativi alle line Taurensi di Ferrovie della Calabria.
A questo proposito, ha inviato questa lettera con il seguente oggetto:
RICHIESTA D’INTERVENTO CONOSCITIVO SU PROGRAMMAZIONE PROGETTO RECOVERY FUND, E PROGRAMMAZIONE POR CALABRIA FERS FSE 2021/2027 – INTERESSANTI LE LINEE TAURENSI DI FERROVIE DELLA CALABRIA.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza costituisce un’occasione imprescindibile per rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno, colmando il gap storico che lo relega in una condizione di arretratezza socioeconomia rispetto alle altre aree del Paese e di tutta Europa, e determinando anche un’importante opportunità per la crescita e lo sviluppo dell’intero Paese nel contesto internazionale.
Attualmente, il piano impostato dal Governo, in questi giorni oggetto di confronto nelle aule della Camera e del Senato, pur con alcune significative novità positive, non risulta in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, che ha stanziato il Recovery Fund sulla base di tre fattori: la popolazione, la media della disoccupazione degli ultimi cinque anni e il basso Pil pro capite.
Sulla base di questi criteri, la cifra che dovrebbe spettare al Mezzogiorno si aggirerebbe fra il 66 e il 68%. Percentuali che risultano in linea con le aspettative espresse dai sindaci del Sud, riuniti in una piattaforma denominata “Recovery Sud”, ed enunciati anche dallo stesso Ministero per il Sud e la Coesione che in più occasioni ha affermato che al Mezzogiorno spetta una percentuale superiore al 60% delle risorse previste dal Recovery Fund.
La stessa Svimez, tra i più autorevoli riferimenti per le politiche dello sviluppo nel Mezzogiorno, ribadisce l’esigenza di orientare le risorse aggiuntive del Piano all’obiettivo della coesione territoriale tra nord e sud del Paese, tra aree più avanzate e regioni caratterizzate da un regime di arretratezza socioeconomica, soprattutto per quanto riguarda le dotazioni infrastrutturali e sociali e per le politiche volte a migliorare la qualità e il livello dei beni e dei servizi pubblici essenziali.
Al Sud si concentrano infatti i ritardi più rilevanti in termini di offerta di servizi pubblici essenziali e allo stesso tempo le più rilevanti opportunità in termini di contributo alla transizione del Paese verso un’economia più sostenibile. Se cresce il Sud, cresce l’Italia. Ma se non si destinano al Sud risorse adeguate a superare questi ritardi e ad attivare tali potenzialità, il Piano non raggiungerà il suo obiettivo di ricostruire un processo di crescita più equo e più stabile.
A tal riguardo, Svimez ha anche elaborato una simulazione dei possibili effetti sulla crescita del Pil derivante dall’impiego delle risorse mobilitate dagli interventi previsti dal Pnrr. Dalle stime risulta che una distribuzione territoriale delle risorse più favorevole al Mezzogiorno, ed in linea con l’obiettivo europeo della coesione territoriale, avrebbe l’effetto di incrementare significativamente la crescita del Pil meridionale, dall’8,1% all’11,6%, per impatto incrementale cumulato tra il 2021 e il 2026, determinando anche una maggiore crescita complessiva dell’economia nazionale di circa un punto percentuale.
In queste settimane tanti Comuni del Sud Italia, hanno espresso anche formalmente una proposta nei confronti del Governo affinché i fondi previsti dal Recovery siano indirizzati nella direzione auspicata dall’Unione Europea e da Svimez.
V’è anche da considerare che l’implementazione delle risorse da destinare al Sud determinerebbero effetti concretamente positivi per tutto il Paese ed anche per il Nord Italia; secondo recenti studi, infatti, per ogni euro speso al Sud, circa 40 centesimi sono destinati al Nord. Inoltre, occorre superare il criterio della c.d. “spesa storica” nella ripartizione dei fondi da destinare al Sud, atteso che siffatto criterio penalizza puntualmente le Regioni del Mezzogiorno.
I sindaci e gli Amministratori del Sud, costretti a governare Comuni con scarsissime risorse, insufficienti a erogare servizi sociali per una domanda di protezione sempre crescente o a curare la manutenzione di chilometri e chilometri di strade, non riescono a comprendere perché il Governo abbia scelto, invece, di limitare al 40% la quota destinata al Sud.
Tale ripartizione ci appare un grave torto alle comunità dei cittadini del Mezzogiorno,
comunità che annoverano al loro interno aziende industriali, agricole, zootecniche e artigiane di grande qualità, nonché giovani, professionisti, operatori del turismo e della cultura che rappresentano straordinarie eccellenze sul piano produttivo e potrebbero essere ancora più performanti se avessero le stesse opportunità, in termini infrastrutturali, di altre regioni d’Italia e d’Europa.
Per tale ragione, invitiamo il Governo a rivedere la ripartizione dei fondi, allineandola ai parametri auspicati dall’Unione Europea e contestualmente chiediamo a tutti i Deputati e ai Senatori eletti nelle regioni del Sud di sottoscrivere la nostra proposta, rappresentandola in sede parlamentare durante la discussione del provvedimento.