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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 11 DICEMBRE 2024

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La Calabria raccoglie la sfida della transizione ecologica Secondo webinar promosso dal Partito Democratico sulla strategia con cui la regione intende affrontare uno dei temi più importanti del Pnrr

La Calabria raccoglie la sfida della transizione ecologica Secondo webinar promosso dal Partito Democratico sulla strategia con cui la regione intende affrontare uno dei temi più importanti del Pnrr

La sfida della transizione ecologica protagonista del secondo webinar promosso dal Partito Democratico Calabria con l’obiettivo di mettere al centro del dibattito pubblico la strategia della regione nell’ambito di uno dei temi più importanti previsti dal Pnrr. L’incontro, moderato dalla giornalista Emanuela Martino, ha visto la partecipazione di Silvio Greco, direttore dell’istituto nazionale di biologia ‘Anton Dorhn’; Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria; Alessandro Russo, vicepresidente nazionale Utilitalia, Nicola Irto, candidato alla presidenza della Regione Calabria e Chiara Braga, responsabile transazione ecologica del Partito Democratico.
“Il Pnrr non è qualcosa di immobile – ha detto Irto – ma un quadro di azioni dinamico che deve esprimere una visione coerente del futuro. In materia di transizione ecologica la Calabria ha il dovere di cogliere queste opportunità, a cominciare dai temi cruciali quali l’efficienza della Pa, la semplificazione normativa, la depurazione, la tutela del territorio rilanciando la disciplina sui contratti di fiume su cui la Calabria per prima, nel 2016, ha legiferato. Ma penso anche al contrasto all’erosione costiera e ad una nuova prospettiva per le fiumare. E poi, naturalmente, il ciclo dei rifiuti su cui il governo regionale non ha una visione adeguata che vada oltre la logica emergenziale. Su questo tema servirà la responsabilità di scelte coraggiose, anche togliendo parte di interessi ai privati. E bisognerà ristabilire anche un più funzionale dialogo tra i livelli di governance, regionale e comunale, perché da sole le comunità non possono affrontare le sfide del futuro”.
“Gli indirizzi del Pnrr avranno un impatto enorme per la Calabria – ha evidenziato Braga – su questioni centrali come l’agricoltura sostenibile, le energie rinnovabili, la tutela del territorio e anche il contrasto alle ecomafie. Senza dimenticare l’economia circolare che è la partita decisiva in questa regione e in generale nel Sud. La Regione sarà il motore di tutto ciò, accompagnando i territori in un percorso di condivisione delle scelte strategiche come la realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti. Il Pnrr ovviamente non esaurisce il quadro delle azioni che occorre attuare, serve rilanciare sulla programmazione europea e sulle risorse del bilancio nazionale, in termini di programmazione e capacità di spesa. Lo sviluppo del Paese non può prescindere dalla ripartenza del Mezzogiorno”.
“La transizione ecologica è il tema dei temi – ha detto Graziano – e il nostro partito ha il dovere di svolgere un ruolo da protagonista nella strategia che occorre sviluppare su questo fronte. Con Nicola Irto stiamo portando avanti un percorso molto preciso, per definire un quadro di azioni che interessano lo sviluppo della Calabria, in chiave turistica e attrattiva, attraverso il rilancio delle risorse ambientali”. I temi delle bonifiche e dei controlli sono, secondo Greco, “fattori chiave da cui ripartire. In Calabria abbiamo 409 discariche illegali, vere e proprie bombe ecologiche su cui intervenire. E in materia di valutazione di impatto ambientale credo sia sbagliato l’indirizzo del governo per la creazione di un nuovo parallelo strumento di controllo diverso da quello già esistente, con il rischio che si creino valutazioni difformi”. Il Pnrr convince solo in parte Legambiente in materia di transizione ecologica, “e per la Calabria – ha evidenziato Parretta – è fondamentale investire in economia circolare, nella depurazione e nel contrasto al rischio idrogeologico”. Sulla centralità della risorsa idrica ha poi posto l’accento Russo, “perché l’acqua oggi richiede un gestione di tipo industriale molto diversa da quanto accadeva 50 anni fa, individuando la giusta sintesi tra il concetto di bene pubblico e una gestione complessa e integrata del sistema idrico”.