Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 23 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Caracciolo (GOM), Variante indiana pericolo serio, non abbandonare precauzioni La variante Indiana, nelle sue forme delta e delta plus, ha un tasso di contagiosità fino al 60% maggiore rispetto alla variante alfa o cosiddetta variante inglese che in atto è la forma predominante in Italia

Caracciolo (GOM), Variante indiana pericolo serio, non abbandonare precauzioni La variante Indiana, nelle sue forme delta e delta plus, ha un tasso di contagiosità fino al 60% maggiore rispetto alla variante alfa o cosiddetta variante inglese che in atto è la forma predominante in Italia

La variante Indiana, nelle sue forme delta e delta plus, ha un tasso di
contagiosità fino al 60% maggiore rispetto alla variante alfa o
cosiddetta variante inglese che in atto è la forma predominante in
Italia. Ad oggi sono stati riscontrati focolai isolati di variante
indiana rappresentando solo il 16% dei casi, ma si stima che già
all’inizio del prossimo autunno la variante delta possa diventare la
forma principale prendendo il sopravvento sulle altre forme di sars cov 2.
L’alta contagiosità, la sintomatologia che sembra simulare un forte
raffreddore senza far perdere la percezione olfattiva, la rendono
sicuramente molto temibile.Finora a Reggio Calabria sono stati
evidenziati solo alcuni casi di variante inglese e per fortuna nessuno
di variante delta. In questi ultimi giorni il padiglione covid del GOM
si è praticamente svuotato ed in Terapia Intensiva vi sono solo due
pazienti covid ricoverati. Dobbiamo sfruttare questo momento di
allentamento per attrezzarci ad affrontare ancora meglio una eventuale
nuova ondata autunnale.
Inghilterra ed Israele sono stati i paesi che hanno affrontato meglio,
con una campagna vaccinale massiccia, la seconda ondata pandemica e
sembrava avessero sconfitto il virus, ma nelle ultime settimane il
numero dei contagi è rapidamente risalito fino a 15000 nuovi casi al
giorno. E’stato, quindi, evidenziato che una sola dose di vaccino non
protegge in modo adeguato dalle varianti in atto circolanti e che è
necessario completare il ciclo vaccinale per ottenere una buona
protezione o quanto meno attenuare di molto la sintomatologia così da
non rendere necessaria l’ospedalizzazione. In Calabria al 25 giugno il
numero dei vaccinati con doppia dose sono solo di 467.321 per cui è
indispensabile continuare con una rapida ed efficace campagna vaccinale.
Il tasso di contagiosità in Calabria è stato relativamente basso
rispetto a quello di molte altre regioni, tuttavia se ci fosse stata
una sanità meglio strutturata ed efficace avrebbero potuto trovare
maggiori e migliori risposte terapeutiche tutti quei pazienti affetti da
patologie non covid correlate, basti pensare ai pazienti affetti da
patologie oncologiche , cardiovascolari o croniche che hanno avuto
enormi difficoltà di accesso alle cure in quanto gli ospedali Hub
calabresi, utilizzando le poche risorse sia finanziarie che di personale
sanitario, sono stati impegnati nella emergenza pandemica.Insistere
fortemente sulla campagna vaccinale, sull’uso delle mascherine almeno al
chiuso, mantenere le regole del distanziamento fisico, individuare
rapidamente i pazienti fragili che possono evolvere verso
l’ospedalizzazione e trattarli precocemente con gli anticorpi
monoclonali, implementare i laboratori per il sequenziamento del genoma
virale per identificare rapidamente le varianti e tracciare i contatti.
Qualche mese fa il Procuratore di Catanzaro dr Gratteri diceva che se la
sanità calabrese funzionasse molti ospedali del nord dovrebbero
chiudere. Dobbiamo pertanto difendere e pretendere il nostro diritto ad
una sanità che funzioni bene, alla Calabria serve una gestione
competente della sanità pubblica, un potenziamento degli organici ed
investimenti adeguati che tengano conto delle esigenze territoriali,
garantendo tutte le prestazioni tempo dipendenti e per le quali il
paziente non può scegliere dove andare a curarsi ed inoltre migliorare
l’offerta sanitaria nel suo complesso garantendo qualità ed efficacia
nei percorsi organizzativi di cura in modo da essere attrattivi per
determinare una drastica riduzione della migrazione sanitaria. Lo ha
dichiarato Massimo Caracciolo Primario della terapia intensiva
postoperatoria degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.
(Fonte Klaus Davi)