Sainato (FI), modificare impostazioni commissariamento sanità in Calabria Lo Stato non può limitarsi a un mero avvicendamento del vertice, senza considerare l'inefficienza dell'intera struttura sulla quale tale vertice è chiamato a operare in nome dello Stato
“Lo Stato non può limitarsi a un mero avvicendamento del vertice, senza considerare l’inefficienza dell’intera struttura sulla quale tale vertice è chiamato a operare in nome dello Stato” – Queste parole, nette, contenute nella sentenza 168/2021, con la quale la Corte Costituzionale ha parzialmente bocciato l’ultimo intervento legislativo, voluto dal governo giallo-rosso, sul commissariamento della sanità in Calabria, confermano, qualora ce ne fosse stato bisogno, le ragioni di quanti, da tempo, contestano l’impostazione scelta, da oltre un decennio, per risolvere le criticità del sistema sanitario regionale. Le censure mosse dalla Consulta sono chiare e dovrebbero portare a superare, rapidamente e in profondità, l’attuale impostazione commissariale, che come abbiamo più volte denunciato, non sta risolvendo alcun problema, ma tanti ne sta aggravando. E’ gravissimo e dovrebbe far riflettere, conducendo a soluzioni immediate quello che esprimono i giudici costituzionali, laddove affermano, in modo perentorio, che il commissariamento della sanità in Calabria sta generando “un effetto moltiplicatore di diseguaglianze e privazioni in una Regione che già sconta condizioni di sanità diseguale”.
Più volte, nel recente passato, ho auspicato, sia pubblicamente e sia nelle sedi istituzionali proprie, che occorre affidarsi a professionisti capaci, in grado di incidere sulle tante storture. Faccio mio e rilancio, allora, l’appello della Corte Costituzionale, affinché, in tempi brevissimi, venga posto in essere un intervento che comporti una incisiva sostituzione della struttura inefficiente con personale altamente qualificato” – Così il Consigliere Regionale, Raffaele Sainato.