Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Sfratto famiglia Amato, attivata procedura Onu di rispetto dei diritti umani Pertanto il sindaco Falcomatà è stato diffidato al rispetto dei diritti umani di questi trattati per lo sfratto della famiglia

Sfratto famiglia Amato, attivata procedura Onu di rispetto dei diritti umani Pertanto il sindaco Falcomatà è stato diffidato al  rispetto dei diritti umani di questi trattati per  lo sfratto della famiglia

Lo sfratto di una famiglia a reddito molto basso eseguito senza che il Comune garantisca il passaggio da casa a casa costituisce una violazione dei diritti umani sanciti dai trattati internazionali. Tale violazione deve essere contrastata secondo le procedure previste dagli stessi trattati.
Pertanto il sindaco Falcomatà è stato diffidato al rispetto dei diritti umani di questi trattati per lo sfratto della famiglia Amato Eugenia, che sarà eseguito il 27 luglio prossimo. La diffida è stata presentata dal legale della famiglia, avv.to Francesco Nucara, ed è sostenuta dall’associazione Un Mondo di Mondi con l’appoggio del sindacato nazionale Unione Inquilini e dall’Alleanza internazionale degli abitanti. Dopo lo sblocco di una parte degli sfratti dal 1 luglio scorso
(Decreto sostegni uno), la famiglia Amato composta da sei componenti di cui due minori, nonostante risulti vincitrice della graduatoria definitiva dell’emergenza abitativa, pubblicata dal Comune il 22 dicembre 2020, non ha ancora avuto assegnato l’alloggio, per cui tra qualche giorno rischia di finire sulla strada.
La diffida al Sindaco ha come argomentazione giudirica il fatto che il primo cittadino è responsabile legale della tutela della salute dei cittadini ai sensi della Legge n. 833 del 1978 e quindi per una famiglia sotto sfratto, con minori e composta in prevalenza da donne, è obbligato a garantire il diritto alla casa, il diritto alla salute, il diritto dei minori ad una vita adeguata ed il diritto delle donne a non essere discriminate; questi diritti sono sanciti rispettivamente dagli articoli 11 e 12 del Patto Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali (PIDESC) del 1966, dall’art. 27 della Convenzione sui Diritti del fanciullo del 1989 e dagli articoli 14 e 15 della Convenzione per l’eliminazione della discriminazione nei confronti delle donne. Trattati tutti ratificati dall’Italia.
Il documento di diffida inviato al Sindaco mette in chiaro che i commenti generali n. 4 e n. 7 del Comitato ONU sui Diritti stabiliscono che lo sfratto forzoso è incompatibile con l’art. 11 PIDESC sul diritto alla casa, il quale ha valore giuridico prevalente su altri regolamenti e che il rispetto dei trattati internazionali ratificati è previsto dalla nostra Costituzione. Il testo della diffida specifica, inoltre, che nel caso in cui lo sfratto sia inevitabile, il Comune, così come gli ufficiali giudiziari e le Forze dell’ordine che lo eseguono, devono rispettare precise modalità per non violare nessun diritto umano delle persone coinvolte, garantendo alla famiglia un alloggio adeguato che non può essere l’inserimento in comunità dei minori con la madre rompendo l’unità della famiglia.Questo rispetto è ancora più necessario stante la situazione di pandemia da Covid 19 , non ancora superata.
Viene precisato nella diffida che eventuali inosservanze dei trattati internazioni possono essere contrastate con la possibilità da parte della famiglia di presentare ricorso al Comitato Onu sui Diritti.
Pertanto, con la diffida si è chiesto al Sindaco che entro tre giorni adotti un provvedimento contingibile ed urgente per garantire un alloggio idoneo alla famiglia.
Nel caso quanto richiesto e sancito dai suddetti trattati internazionali venisse violato mandando sulla strada la famiglia o proponendo la divisione della stessa, questa si riserva di presentare ricorso all’Autorità giudiziaria e al Comitato Onu sui Diritti.