Il candidato Paris, “preso con zero voti” per mettere le mani sull’Asp di Reggio Calabria Ci sono, come scrive la DDA, le pressioni dell'ex Udc "pressioni" su Spirlì e Scaffidi per il funzionario vicino al clan
Nell’ordinanza dell’operazione “Inter nos”, la DDA riporta alcune sospette operazioni con i quali gli indagati servendosi del consigliere regionale Nicola Paris (ex Udc), per raggiungere i propri scopi, così si legge nelle intercettazioni, “Quando, quando noi facciamo un consorzio, lo scopo principale del consorzio, non È quello che facciamo le gare”, ovvero “bensì quello di individuare, assoldare, promuovere e sponsorizzare un soggetto politico che, una volta entrato nel sistema amministrativo, risponda alle loro esigenze, mettendosi a completa disposizione degli stessi”, scrivono gli inquirenti, precisando che “lo scopo principale di un consorzio è quello di prendere un nostro rappresentante, un ragazzo che entriamo noi, che lo portiamo noi, che sappiamo che lui ha zero voti quindi che e entrato lui, grazie a noi e quello lo mettiamo là e deve fare quello, che gli diciamo noi”.
Nei fatti occorreva trovare un politico che fosse a loro immagine e somiglianza e si facesse da tramite con le istituzioni per raggiungere i propri scopi e curare i propri interessi.
La società in questione è la Helios ossia una ditta che si era aggiudicata l’appalto dei servizi di pulizia e sanificazione delle strutture amministrative e sanitarie dell’Asp. Quello che può pigiare i tasti del comando è
Giuseppe Corea che nel campo di imputazione c’è scritto che in qualità di “Direttore della Struttura Complessa Gestione Risorse Economico Finanziarie dell’Asp di Reggio Calabria, in concorso con Pennestrì Rosalba impiegata presso la presso la Direzione Ufficio Affari Generali (…) si faceva promettere e riteneva da Chilà Antonino, D’Andrea Antonino e Lauro Giovanni, dipendenti ed amministratore della Helios (…) aggiudicataria dell’appalto dei servizi e sanificazione (…) denaro ed altre utilità (…) asserviva stabilmente la propria funzione agli interessi privati dei correi”.
Inoltre “In particolare Corea, quale dirigente preposto all’emissione di mandati di pagamento dei mandati di pagamento per le prestazioni rese dalla societa “HELIOS Società Cooperativa ”, in tempi diversi ed anche con il concorso di Pennestrì Rosalba. che consegnava materialmente Chilà Antonio e D’Andrea Antonino una bustina contenente l’elenco delle utilità richieste” Si trattava di somme di denaro pari a € 2.500,00, smartphone ed altro.
Tra le ipotesi della procura guidata da Giovanni Bombardieri si evince che il consigliere regionale Nicola Paris era legato stretti rapporti con la “politica criminale” di Chilà, tanto da cercare di fare da intermediario su precisa sollecitazione del gruppo criminale, presso il presidente ff Spirlì e il commissario straordinario dell’Asp Gianluigi Scaffidi.
Scrive la DDA “La vicenda della lucrosa proroga dell’incarico procurata dal gruppo al direttore Corea ed ottenuta tramite l’intervento che il consigliere Paris operava presso il governatore Spirlì e il commissario straordinario alla sanità Scaffidi, è la dimostrazione più eclatante di quanto i consorziati intendessero perseguire, incarnando esattamente il livello di influenza politica che i dialoganti si riproponevano di raggiungere: il condizionamento diretto ed interno delle scelte di sistema, riservate ai livelli più alti dell’amministrazione del tutto deviate dall’interesse pubblico e piegate al soddisfacimento di biechi interessi particolari, per di più riferibili ad organizzazioni criminali”.
I titolari della Helios, durante il primo lockdown, quando da tutti gli ospedali medici e infermieri lanciavano richieste disperate di dispositivi di protezione, i titolari della Helios facevano incetta di mascherine, sottraendole ai sanitari. E lo stesso è avvenuto quando la campagna di vaccinazione è partita. Tutte vicende ancora in corso di approfondimento.
Però c’è pure un altro particolare nella vicenda “Inter nos” ed è che sia Nicola Paris, Mario D’Andrea, il figlio Antonino e Giovanni Lauro (amministratore della società Helios) si vaccinarono all’ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo, sc legge nelle carte “con precedenza rispetto a medici, infermieri, operatori sanitari e tutti coloro che sono impegnati in prima linea nella lotta alla pandemia”.