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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 29 SETTEMBRE 2024

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“Monsignor Francesco Milito perchè non si fanno le processioni, quando invece le piazze sono gremite di assembramenti?” Lettera aperta al Vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi, sembra che le processioni "stiano pagando il peso della pandemia e siano state oggetto di discriminazioni"

“Monsignor Francesco Milito perchè non si fanno le processioni, quando invece le piazze sono gremite di assembramenti?” Lettera aperta al Vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi, sembra che le processioni "stiano pagando il peso della pandemia e siano state oggetto di discriminazioni"

Riceviamo e pubblichiamo

Carissimo Monsignor Milito, mi chiamo Rosa Labbozzetta, abito a Taurianova, sono un’infermiera professionale e nel campo lavorativo vivo realtà che non tutti conoscono: in primis la sofferenza umana. L’unica forza insieme al conforto in mezzo a tanto dolore è quello della preghiera.
Questa mia “lettera” spero che possa mettere in evidenza contraddizioni molto palesi a tutti e che lei senza dubbio ne è già al corrente. Vado al sodo, ponendole una domanda. Il fatto di non poter fare le processioni è per prevenire eventuali contagi per questa pandemia che ormai da più di un anno ci perseguita, e che ha portato dolore e lutti in tutto il mondo? Le chiedo questo, perché ognuno di noi delle domande se le pone, cercando in un modo o nell’altro di trarre delle conclusioni, visto quello che oggi sta accadendo e che assistiamo quasi inermi.
Sembra quasi che solo le processioni stiano pagando il peso della pandemia e siano state oggetto di discriminazioni. Tutti invece notiamo che, nelle strade si riversano fiumi di persone, piazze gremite, centri commerciali invasi, feste paesane con le varie tradizioni popolari sovraffollati senza l’uso della mascherina e poi, chi vive di fede, si vede sconvolgere le consolidate tradizioni religiose, le quali venivano vissute con una spiritualità intensa e profonda e mettendo in risalto, il vero spirito di fede e di carità che animava le stesse in quanto rappresentavano una forma di devozione comunitaria.
Mi chiedo, che esempio stiamo dimostrando soprattutto ai giovani, già molto lontani dalla fede e da una sana vita cristiana se il via libera dopo tutte le restrizioni vissute è stato come prima cosa il divertimento, le feste, i banchetti, la musica, portando così ad un ulteriore allontanamento dall’amore verso la fede, ritenuta invece a mio avviso, pane quotidiano, forza della vita e linfa essenziale per il recupero del rapporto con Dio.
Sono comunque a conoscenza, che tra la Conferenza episcopale italiana ed il Ministero degli interni con parere favorevole del Comitato tecnico-scientifico, le processioni sono permesse, osservando la distanza di un metro e mezzo tra i fedeli. Perché dunque non permettere di ritrovare l’agognata armonia, anche con le tradizionali funzioni religiose?
Sicura di una sua risposta e del pensiero rivolto alla comunità che vuole ritornare a cibarsi dell’amore verso Dio, le porgo distinti e cordiali saluti.