Tansi su DeMa, ha un candidato che rischia 8 anni di carcere e fa il paladino della giustizia
La coalizione guidata da Amalia Bruni in queste ore si sta ponendo tanti problemi morali per un candidato rinviato a giudizio per un “semplice” abuso d’ufficio, reato in cui, come risaputo, ogni amministrazione può facilmente ricorrere, tant’è vero che il parlamento sta lavorando per depenalizzarlo.
Tutto ciò non vuole assolutamente giustificare (come già ribadito nel nostro comunicato di ieri sabato 18) la nostra posizione in merito. Tuttavia non posso accettare la “lezioncina” sull’incandidabilità impartita dal leader di un’altra coalizione capitanata da chi si erge a Paladino della Giustizia e che annovera tra le sue file una persona che tra pochi giorni sarà giudicata per reati ben più gravi che rischia fino a 8 anni di carcere.
Ricordo al Paladino che, ai tempo in cui correvamo insieme, il motivo reale che lo ha portato a non firmare il nostro Codice Etico era proprio questa presenza “imbarazzante” tra i suoi candidati. Questo suo rifiuto è stato sufficiente per abbandonare Lui e il suo modo di fare politica, scorretto, spregiudicato e arrogante. La sua scarsa credibilità è rimarcata anche dal non aver mai consegnato le sue liste al vaglio della commissione antimafia.
Ricordo a mister Paladino che esiste la legge Severino, che fa decadere dal suo ruolo pubblico, immediatamente dopo l’elezione, qualsiasi candidato condannato, anche in primo grado, per reati di questa fattispecie. Ma questo per lui non è importante.
Visto anche come negli ultimi anni abbia cambiato una cinquantina di assessori, incamerando senza ritegno galoppini da destra a sinistra, per garantirsi la sopravvivenza e l’approvazione dei bilanci, evidentemente la stabilità e la coerenza non sono il suo forte.
Amalia Bruni ha firmato il nostro Codice Etico e per me questo è già motivo di credere che troverà la giusta soluzione al problema che si è presentato in queste ore.