Sequestrati beni per 1,5 milioni di euro a un ex parroco e ai due suoi nipoti in Calabria Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, è ancora in corso
Nella giornata odierna i finanzieri del Comando Provinciale di Crotone, coordinati dalla Direzione Distrettuale
Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione al decreto con il quale il Tribunale di Catanzaro – Ufficio Misure
di Prevenzione, ha disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice
Antimafia, del patrimonio, del valore di circa 1,5 milioni di euro, riconducibile a un ex parroco di Isola di Capo
Rizzuto ed a due suoi nipoti.
Il sequestro ha riguardato:
– n.3 fabbricati e n.1 villa di pregio;
– n.1 autoveicolo;
– partecipazione totalitaria in una società, all’epoca dei fatti attività del settore del turistico alberghiero;
– tutti i rapporti bancari intestati e/o riconducibili ai proposti ed ai loro familiari.
Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 d.lgs. 159/2011, dal Tribunale di Catanzaro
nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione
patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale svolte dal
Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Crotone, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio
riferibile ai destinatari del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.
Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della
misura di prevenzione patrimoniale, è ancora in corso.
Le investigazioni hanno riguardato le vicende patrimoniali degli interessati a partire dal 2009 e si sono avvalse
delle risultanze investigative del p.p. n. 4456/13 RGNR convenzionalmente denominato “JONNY”, nel cui
ambito il suddetto proposto è stato condannato dalla Corte di Appello di Catanzaro per il delitto di cui all’art.
416-bis c.p..
Continua l’azione che la Guardia di Finanza crotonese svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura
della Repubblica di Catanzaro, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare
in maniera radicale i sodalizi delinquenziali e di liberare l’economia legale dalle infiltrazioni della criminalità
consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza