Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), VENERDì 22 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Caro energia, blocco delle cessioni di credito per i bonus edilizi, molte imprese sul baratro del fallimento Lo scioglimento anticipato delle Camere ha creato non pochi problemi al settore dell'edilizia, e intanto la soluzione è rimandata a data da destinarsi

Caro energia, blocco delle cessioni di credito per i bonus edilizi, molte imprese sul baratro del fallimento Lo scioglimento anticipato delle Camere ha creato non pochi problemi al settore dell'edilizia, e intanto la soluzione è rimandata a data da destinarsi

Siamo al collasso. C’è un preoccupante allarme, drammatico, che sta colpendo il paese, dai cittadini alle piccole imprese. Un soffocamento economico che non dà tregua né respiro.
Nel bel mezzo di una campagna elettorale per le politiche dove le promesse fioccano come stravaganterie di un paese che non c’è e che mai esisterà attraverso le parole dei protagonisti dalla velleità di potere. E intanto il paese è in agonia.
Lo scioglimento anticipato delle camere ha creato tanti disagi. Oltre al caro energia ed alle misure che l’attuale governo in carica solo per gli “affari correnti”, sta cercando di porre rimedio con il “Decreto Aiuti bis”, ma restano altri problemi non meno gravi di quelli dove la massima attenzione è rivolta, ovvero sula caro bollette.
C’è anche la questione della cessione di bonus edilizi, dal 100% a quelle delle facciate (90%), così come per gli altri sgravi fiscali inerenti all’edilizia.
Alcune delle modifiche del “Decreto Aiuti” convertito con la legge del 14 luglio scorso aveva stabilito delle proroghe sulle scadenze e alcune integrazioni. Ma nonostante le varie disposizioni, tra questi c’è anche la disciplina della cessione del credito, stabilendo che “alle banche, o alle società appartenenti a gruppi bancari, è consentita la cessione a favore di soggetti diversi dai consumatori, che possono acquistare dal proprio istituto di credito i crediti d’imposta derivanti dal Superbonus o da altri bonus edilizi. Nonostante ciò, molte imprese edili restano in crisi di liquidità proprio perché non riescono a cedere i crediti. Ed è questo il dramma che sta portando al collasso economico l’edilizia reale.
Molti cantieri incompleti, abbandonati a sé per la carenza di liquidità e le imprese in ginocchio perché non in grado di affrontare le spese per ultimare i lavori. Una piaga che sta colpendo tutto il paese.
Si ritrovano sotto scacco dagli istituti di credito che non accettano più crediti, lasciando in balia delle onde non solo le varie aziende edili, ma anche molti cittadini che hanno richiesto il bonus.
Tutto quello che è stato programmato e che aveva dato respiro all’economia edilizia non è andato a buon fine, anzi si rischia la chiusura delle attività e soprattutto una grande beffa per chi ha chiesto il Bonus e non è riuscito a completare i lavori.
È pur vero che ci siamo trovati anche una situazione dove ladri e malfattori hanno sfruttato la questione per i propri illeciti, tra questi, chi ha usufruito del bonus con cantieri inesistenti e tanto altro ancora, ma non per questo devono andare di mezzo chi ha espletato ogni condizione di legge regolarmente.
La questione del blocco dei Bonus è drammatica perché ha creato un grave collasso con una parte delle attività produttive, professionali che hanno visto un po’ di luce dopo anni di buio pesto dove la questione edilizia era in grave crisi. Adesso lo è maggiormente perché molti di questi attori non sanno che pesci prendere e purtroppo finché non si insedia il nuovo esecutivo le speranze sono ben poche per una risoluzione del problema.
Si vive una situazione di grave crisi legata appunto alle falle del meccanismo della cessione del credito e talu agevolazioni si sono trasformate in vere e proprie sabbie mobili per moltissime imprese di costruzioni, che adesso rischiano davvero di finire a tappeto: vittime di regole mal organizzate e di falle nel meccanismo dei bonus varati dal Governo.
Una soluzione va trovata e in fretta per non rischiare di far finire nel baratro decine di migliaia di imprese, ora bloccate e vicine al fallimento, con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare per i lavoratori del settore edile.
Sperando che tutto ciò e quello che ne derivi non si riveli il solito flop all’italiana.
(GiLar)