Neurologia pediatrica e Neuropsichiatria infantile in Calabria, interrogazione del consigliere regionale Antonio Lo Schiavo Nella nostra regione, come ho avuto modo di evidenziare in diversi interventi nei mesi passati, mancano reparti dedicati e numerosissime famiglie si trovano costrette ad affrontare lunghi e dolorosi "viaggi della speranza" verso i presidi sanitari di altre regioni
«Ho presentato un’interrogazione a risposta scritta, rivolta al presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto – nella sua qualità di commissario ad acta per la sanità in Calabria – per sapere quali azioni la Regione intende intraprendere al fine di garantire un’adeguata assistenza ai pazienti in età pediatrica affetti da patologie neurologiche e neuropsichiatriche. Nella nostra regione, come ho avuto modo di evidenziare in diversi interventi nei mesi passati, mancano reparti dedicati e numerosissime famiglie si trovano costrette ad affrontare lunghi e dolorosi “viaggi della speranza” verso i presidi sanitari di altre regioni».
Lo afferma in un comunicato stampa il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, annunciando la presentazione di un’interrogazione consiliare sul tema dell’istituzione di reparti di Neurologia pediatrica e Neuropsichiatria infantile in Calabria, in particolare nell’area centrale della regione e a Vibo Valentia, come più volte sollecitato nel recente passato dallo stesso consigliere.
«Pertanto – aggiunge Lo Schiavo -, anche alla luce delle iniziative intraprese da associazioni di tutela dei diritti dei cittadini, come Codacons, Articolo 32 e Fimp, da sempre attive su tali problematiche, ho chiesto al presidente/commissario Occhiuto se non ritenga opportuno procedere all’immediata creazione in Calabria di un reparto ospedaliero e/o universitario di Neurologia pediatrica e di Neuropsichiatria infantile; se non ritenga opportuno adottare atti idonei a definire anche l’offerta territoriale dei servizi della Neuropsichiatria infantile (Npi); quali misure intenda porre in essere affinché si regolamenti l’effettiva presa in carico, da parte del Sistema sanitario regionale, dei pazienti con patologie neurologiche pediatriche laddove gli stessi siano in cura in un ospedale extraregionale; quali misure intenda adottare al fine di garantire la continuità e la qualità dell’assistenza e riabilitazione dei pazienti in questione anche in relazione al carico enorme che di fatto ad oggi ricade in via quasi esclusiva sulle famiglie».
Ad avviso di Lo Schiavo «la piaga dell’emigrazione sanitaria dalla Calabria, e nello specifico l’impatto della cosiddetta migrazione sanitaria medico-chirurgica e riabilitativa dei minori, determina costi economici, umani e sociali rilevanti. Le patologie motivo di ricovero – aggiunge il consigliere regionale – sono prevalentemente le malattie neuro-psichiatriche che presuppongono l’assistenza presso una struttura ospedaliera con un valido reparto di Neuropsichiatria infantile. Così come si è potuto apprendere in seguito all’accordo tra la Regione Calabria e l’ospedale Bambino Gesù di Roma, “sono stati oltre 7.500 i bambini calabresi che hanno raggiunto il Bambino Gesù per cure mediche, fortunatamente solo il 15 per cento di questi pazienti ha avuto bisogno di un ricovero. La stragrande maggioranza delle prestazioni (12.049 su 13.195) ha riguardato visite ambulatoriali, esami diagnostici o day hospital. Per la trasferta a Roma, il viaggio, il vitto, la permanenza, i giorni di lavoro persi, la stima della spesa per le famiglie ammonta complessivamente a circa 5 milioni di euro”. Tale accordo ha certamente un impatto importante ma al tempo stesso non può costituire l’unica forma di assistenza specialistica ai pazienti pediatrici della regione».
Quindi Lo Schiavo ribadisce: «Le famiglie calabresi ancora oggi sono costrette a sopportare lunghe trasferte anche per meri controlli di routine; il personale medico si scontra con carenze strutturali e di personale e convive con la frustrazione di dover mandare fuori regione i piccoli pazienti; l’offerta regionale per la cura delle malattie neurologiche ad oggi è pressoché inesistente. È dunque necessario intervenire al più presto per alleviare le sofferenze e i disagi di migliaia di famiglie che vivono spesso in solitudine una realtà complicata, sia sul piano economico che su quello umano, rispetto alla quale la politica regionale ha il dovere di adoperarsi».