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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Addio a Rosanna, una calabrese, ennesima vittima del “Big Killer” Nonostante i grandi progressi della ricerca scientifica, che hanno ribaltato la prognosi di molti tumori, anche in stadio avanzato, il carcinoma ovarico presenta ancora oggi percentuali di sopravvivenza molto basse

Addio a Rosanna, una calabrese, ennesima vittima del “Big Killer” Nonostante i grandi progressi della ricerca scientifica, che hanno ribaltato la prognosi di molti tumori, anche in stadio avanzato, il carcinoma ovarico presenta ancora oggi percentuali di sopravvivenza molto basse

Cosentina di 57 anni, Rosanna Rovito era una donna forte, solare e appassionata di arte e pittura.
Scomparsa prematuramente a causa del big killer, un tumore di cui non si parla mai, nonostante sia un cancro con un elevatissimo tasso di mortalità.
Una donna impegnata anche nel volontariato, dotata di grande umanità.
Lascia Marialuce, una giovane figlia, ancora tanto bisognosa della sua mamma.
Rosanna ha sempre creduto di potercela fare, prima che la malattia prendesse definitivamente il sopravvento, affrontando le difficoltà sempre con il sorriso.
Nell’arco di tre anni ha esaurito i pochi farmaci disponibili per curare questa devastante patologia.
Nonostante i grandi progressi della ricerca scientifica, che hanno ribaltato la prognosi di molti tumori, anche in stadio avanzato, il carcinoma ovarico presenta ancora oggi percentuali di sopravvivenza molto basse (con una sopravvivenza a 5 anni che si attesta sotto al 40%).
La mortalità elevatissima per questo tumore, che rappresenta la quarta causa di morte per cancro negli Stati Uniti, è dovuta anche alla disponibilità limitatissima di farmaci approvati, per la cura e la cronicizzazione della neoplasia.
Il cancro ovarico è poco comune e questo non dovrebbe rappresentare un fattore discriminante per le pazienti che ne sono colpite.
Sarebbe auspicabile colmare al più presto le esigenze terapeutiche insoddisfatte per questa patologia, in modo da poter salvare un gran numero di vite in tutto il mondo.
È necessario accendere le luci su questa malattia, rimasta per troppo tempo nell’ombra, perché migliaia di donne continuano a morire nel silenzio generale.
Speriamo che la scomparsa di Rosanna, troppo giovane per morire, e di tutte le altre compagne di sventura, non sia stata vana e ci auguriamo che adesso gli sforzi della ricerca e i fondi, si concentrino su quei tumori che hanno ancora una mortalità elevata in relazione al numero dei malati.
L’associazione Alto, nata anche grazie al contributo di Rosanna, si unisce al dolore dei suoi cari.