La Calabria piange altre giovane vittime. Un dolore senza fine la “mattanza” del destino Dopo l’immane tragedia di Denise Galatà dove ancora le lacrime si devono asciugare, altre tre giovani vittime con una mamma di 39 anni, la figlia di 13 e il figlio di 11 anni
Di GiLar
Non c’è pace in questa vita, ma si spera chi ha dovuto lasciare drammaticamente in anticipo questa terra, la trovi altrove. In quel paradiso del Dio dell’infinito che secondo i cristiani dovrebbe accogliere le anime.
Se dovessimo definire questa strage, sarebbe come la “mattanza del destino”, quella che ha colpito la bellissima Denise Galatà in quel maledetto fiume in quel maledetto 30 maggio. Un’intera Calabria ha pianto lacrime e sangue in quei giorni di tragedia e di flagellazione dell’anima. Ma il destino è crudele a volte, più di quanto gli umani potrebbero immaginare. Perché nemmeno il tempo di asciugare le lacrime per la povera Denise, arriva puntualmente l’ennesima tragedia che colpisce vite molto giovani, come Denise. Stavolta a perdere la vita in un’altra maledetta circostanza dove la morte con la sua falce attende inesorabile, sono state tre vite, tre freschezze d’immenso. Una giovane mamma di appena 39 anni, il figlioletto di 11 anni e la sorellina di 13 anni deceduta in ospedale dopo che era stata trasportata in condizioni disperate. Caterina Pipicella il nome della mamma sfortunata.
A Careri paese di residenza, è stato proclamato il lutto cittadino, ma è un lutto che colpisce tutti quanti noi, che penetra nelle nostre coscienze e lacera ogni nostro pensiero. Domani si terranno i funerali a Natile Vecchio alle ore 15 presso la Chiesa di Santa Maria del soccorso.
In quel luogo sacro, così come è stato per altre giovane vite, l’ultimo saluto che sembra essere sempre un’ode alla speranza affinché ciò non accada più, ma sappiamo benissimo che questa è l’utopia che viene spezzata dalle viscere di quel balordo destino e di quella trucide e orrenda condizione umana che viene a volte definita “salvezza”, ma che non è se non un flagello di vite qual è la morte in ogni sua forma e sostanza.
Ed è consolatoria la frase che una grande poetessa scrisse, “Chi è amato non conosce morte, perché l’amore è immortalità, o meglio, è sostanza divina”, vogliamo sperare che sia così, per i genitori di Denise come per il marito di Caterina che perde anche due figli, oltre l’amata moglie. Al quale va il nostro abbraccio, la nostra disperazione, le nostre lacrime…
Intra peritura vivimus (Viviamo tra cose destinate a morire).