Le sacre reliquie del Beato Paolo di Sinopoli arriveranno a casa dopo oltre mezzo millennio Un evento storico che unisce la comunità di Sinopoli, con quella di Nicotera
INTERVISTA CON IL DOTT. CLEMENTE CORVO.
Le sacre reliquie del Beato Paolo di Sinopoli arriveranno a casa dopo oltre mezzo millennio, un evento storico che unisce la comunità di Sinopoli, con quella di Nicotera. La loro ricollocazione è stata resa possibile grazie all’impegno di molte personalità, tra cui il Dott. Clemente Corvo, una figura chiave in questa vicenda. Abbiamo avuto il privilegio di intervistare il Dott. Corvo per approfondire la storia dietro a questo importante ritorno.
Redazione: Dott. Corvo, quali sono state le principali motivazioni che l’hanno spinto ad intraprendere questa missione, tanto significativa per la comunità di Sinopoli?
Dott. Clemente Corvo: Tutto è iniziato oltre un decennio fa durante una mia visita alla Concattedrale di Nicotera. Don Francesco Vardè, parroco della Concattedrale, mi ha illustrato la storia delle reliquie e l’importanza di riportarle nella città d’origine del Beato Paolo. Da quel momento, ho sentito una forte responsabilità e un profondo desiderio di restituire a Sinopoli questo prezioso patrimonio.
Redazione: Può raccontarci alcune delle principali sfide che ha incontrato nel corso di questi anni?
Dott. Clemente Corvo: Certamente. Il percorso è stato costellato di molte difficoltà, tra cui burocratiche, logistiche e persino le sfide imposte dalla pandemia di COVID. Ma la mia determinazione, unita al supporto di molte figure importanti, ha reso possibile superare ogni ostacolo.
Redazione: C’è stato un momento in cui ha temuto che tutto potesse cadere nel dimenticatoio?
Dott. Clemente Corvo: Ci sono stati periodi in cui la collaborazione necessaria non era disponibile, specialmente con i cambiamenti di amministrazione e la situazione politica di Sinopoli. Ma ho sempre creduto nella mia missione e nel suo significato profondo per la nostra comunità.
Redazione: Ci può parlare della Teca che ha donato alla Chiesa di Sinopoli?
Dott. Clemente Corvo: Sì, ho donato alla Chiesa di Sinopoli la Teca dove verrà custodito il reliquario. È il mio modo di esprimere gratitudine e orgoglio per tutto l’impegno di questi anni. Desideravo dare qualcosa di tangibile, un segno della mia dedizione a questa causa.
Redazione: Qual è il ruolo del parroco di Nicotera, don Francesco Vardè, nella sua decisione di iniziare questa missione?
Dott. Clemente Corvo: Don Francesco Vardè è stato la scintilla iniziale di tutto. Ha acceso in me la passione e la determinazione necessarie per realizzare questa impresa. Senza il suo intervento iniziale e la sua sensibilizzazione, forse le cose sarebbero andate diversamente.
Redazione: Dottor Corvo, possiamo dedurre che dietro a questa grande opera ci siano state molte persone che hanno sostenuto e collaborato in vari modi. Potrebbe elencarci tutti coloro che hanno avuto un ruolo chiave in questa impresa?
Dott. Clemente Corvo: Certamente, questa è stata un’opera collettiva e tante sono state le persone che hanno contribuito a rendere possibile questo sogno. Prima di tutto, desidero ringraziare il parroco di Sinopoli, Don Giovanni Modafferi, e il diacono Don Domenico Cambareri. Sin dal loro insediamento hanno dimostrato una volontà concreta di portare avanti questa missione. Il sindaco di Sinopoli, Professor Luigi Chiappalone, ha giocato un ruolo determinante e ha dato molto per far sì che quest’evento si realizzasse.
Non posso non menzionare l’importanza di Sua Eccellenza Monsignor Attilio Nostro, Vescovo della Diocesi Mileto Nicotera Tropea, nostro concittadino, per la sua immensa disponibilità. Un grazie speciale va anche a Francesco Furina per il suo impegno nel sottoscrivere i verbali del trasferimento del beato Paolo e all’avvocato Cannizzaro Antonino, storico d ‘ Arte della Chiesa , per il suo contributo inestimabile.
Infine, un ringraziamento doveroso va al parroco di Nicotera, Don Francesco Vardè. È stato lui, anni fa, a sensibilizzarmi riguardo le reliquie del Beato Paolo di Sinopoli, e senza la sua illuminazione, forse, non avremmo avuto l’impulso iniziale per questo meraviglioso percorso.
Redazione: Dott. Clemente Corvo, ci può raccontare qualcosa in più su Francesco Furina, che ha partecipato attivamente alla ricognizione del corpo del Beato Paolo di Sinopoli? E su come sono state destinate alcune parti delle reliquie?
Dott. Clemente Corvo: Certamente. Francesco Furina, durante la ricognizione del corpo del Beato Paolo di Sinopoli avvenuta il 2 marzo 2004, ha avuto un ruolo chiave. Grazie al suo intervento, sono state separate e conservate due specifiche parti del corpo del Beato Paolo. Furina, con visione e previdenza, ha fatto sì che una di queste parti venisse destinata a Sinopoli e l’altra alla Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio Delle Anime, di Paravati. Questa decisione non fu presa alla leggera ma ebbe il pieno appoggio e la benedizione dell’allora vescovo di Mileto Nicotera Tropea, Monsignor Domenico Tarcisio Cortese, che fu vescovo di Nicotera dal 1979 al 2007. Monsignor Cortese ha dimostrato una profonda sensibilità e una grande apertura d’animo. Con il suo sostegno, ha garantito che queste preziose reliquie potessero essere condivise e venerate sia dalla comunità di Sinopoli che da quella di Paravati.
Questo risultato è il frutto del duro lavoro e della dedizione di una collettività, e sono onorato di aver fatto parte di questo incredibile viaggio insieme a tutte queste persone straordinarie.
Redazione:
L’arrivo delle reliquie del Beato Paolo di Sinopoli rappresenta non solo un trionfo spirituale per la comunità, ma anche la testimonianza di una tenacia e di una dedizione senza pari. Grazie al Dott. Clemente Corvo e a tutte le figure che hanno contribuito a questo evento, Sinopoli può ora celebrare e venerare il suo Beato Cittadino nel luogo dove appartiene. Una storia di fede, determinazione e amore per la propria terra.