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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 18 DICEMBRE 2024

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Si definiscono “uomini d’onore” e poi uccidono una donna e la danno in pasto ai maiali, violentando disumanamente anche il corpo Finché la cultura della strategia della paura prevarrà sul concetto di etica nei comportamenti ci troveremo sempre a parlare di tragedia dove l'indignazione ha smesso anch'essa di indignarsi

Si definiscono “uomini d’onore” e poi uccidono una donna e la danno in pasto ai maiali, violentando disumanamente anche il corpo Finché la cultura della strategia della paura prevarrà sul concetto di etica nei comportamenti ci troveremo sempre a parlare di tragedia dove l'indignazione ha smesso anch'essa di indignarsi

Di GiLar

Si definiscono “uomini d’onore” e poi uccidono una donna indifesa e poi la danno in pasto ai maiali. Qual è l’onore in queste azioni? Se non la vigliaccheria di esseri immondi definiti ‘ndranghetisti, assassini e “montagne di merda” come giusta definizione diede il povero Peppino Impastato.
Una donna che aveva deciso di chiudere una storia d’amore sfociata in un matrimonio perché non voleva stare più con il marito, com’è giusto che sia in una condizione normale tra rapporti umani, E quali colpe poteva avere se dopo aver deciso la rottura del matrimonio, l’ex marito si toglie la vita? Quindi, dobbiamo violentare la nostra anima, i nostri sentimenti sol perché dovremmo pensare che dall’altra parte c’è un lato debole che potrebbe sfociare in una tragedia?
Maria Chindamo voleva vivere, felicemente, ne aveva tutto il diritto. Quello di far finire un matrimonio, poteva accadere il contrario, e non c’era nulla di straordinario né di anomala, ma è stata lei a non voler continuare una storia d’amore. Come in tante donne lo fanno e che in tante in questi ultimi anni, come una mattanza, vengono massacrati da chi diceva di amarle. Ma vengono ammazzate con una ferocia inaudita, con un accanimento implacabile e bestiale a volte infierendo nel massacrare quel corpo di donna che ha avuto la sola colpa di dire “basta”!
In questi giorni abbiamo scoperto un mistero che si sospettava da tempo, ma che nessuno avrebbe voluto sentire, per i prima la famiglia di Maria Chindamo, l’imprenditrice di Laureana di Borrello, possessore di terreni a Limbadi, feudo incontrastato della famiglia mafiosa dei Mancuso. Ed a lei è toccato un destino atroce, quello di essere uccisa sia perché non amava più l’uomo che ha sposato e poi, come dicono gli inquirenti, in possesso di terreni che facevano gola alla ‘ndrina locale.
Ascoltare le parole del procurato di Catanzaro Nicola Gratteri in merito a questo efferato ed esecrabile omicidio nei confronti di una donna, fa venire i brividi, ma non sono semplici brividi di indignazione, ma una condizione di quelle che culturalmente siamo indietro nel tempo ed a voglia di provvedimenti sanzionatori e restrittivi se non si cambia la mentalità a partire dai giovani sin dai primi passi nelle scuole dell’obbligo per insignare già dai primi passi il concetto essenziale e assiomatico del “rispetto”.
Maria Chindamo lascia il marito ed alla prima uscita pubblica con il suo nuovo compagno, una scelta giusta e legittima, viene punita. Ma come viene punita? Si manomette la videosorveglianza, si sequestra la donna e viene uccisa, ma a delle “montagne di merda” non basta ucciderla, occorre anche violentare il suo corpo, renderlo pasto per i maiali per poi, macinare le sue ossa utilizzando la fresa di un trattore. Questi che sono stati capaci di una simile efferatezza orrenda si definiscono “uomini d’onore”. Uomini che con la violenza e la paura verso i più deboli conquistano il controllo di territori interi senza pietà, togliendo a volte anche il pane quotidiano a chi lavora onestamente, guadagnandoselo con sudore e polvere, mentre loro seduti nei loro (sporchi e sudici) troni, a volte chiusi dentro bunker come topi di fogna gestiscono il potere con la strategia della paura. Ma che vita di merda è quella che fanno?
Potremmo fare milioni di discorsi, di convegni e di incontri sull’antimafia, ma non è solo questo che occorrerebbe nel dare uno slancio culturale perché la violenza si materializza in diverse forme e non solo quella mafiosa, ma anche quella che oggi sta diventando una piaga come la mattanza delle donne definita “femminicidio” e gli assassini sono quelli che molte volte, vengono definiti prima di essere assassini, “persone per bene”. No, non lo sono affatto per bene perché chi è capace di disumanità non è una persona per bene né degna di rispetto!