Giornata contro la violenza sulle donne, “non bastano indignazioni a intermittenza” "Finché ci sarà una sola donna minacciata in quanto donna, noi non avremo pace"
“Dissiru ca l’amuri è allibbirtari. E m’insirrasti ‘a via. Ma nuddu m’avi, nuddu m’avi, nuddu m’avi, nuddu m’avi e nuddu mi patrunìa…”
Vogliamo ricordare anche noi, oggi nella Giornata contro la violenza sulle donne, quella mattanza che sta distruggendo vite di donne da chi diceva di amarle e lo facciamo senza preamboli né frasi di circostanza, in quanto ci siamo stancati di indignarci tutte le volte che una donna viene uccisa per poi attendere la prossima e ancora la prossima ancora finché non ci sarà quel cambiamento culturale che tutti dovremmo seguire e capire l’immensa preziosità di una vita umana che non può essere spezzata con arroganza da chi crede che sono dei “soggetti di proprietà”. La Costituzione ci ha insegnato il concetto di diritti, doveri e libertà e non potrebbe essere altrimenti. Ci sono troppi crimini in Italia, e non solo quello della violenza delle donne e l’indignazione è sempre la stessa ad ogni evento drammatico. Facciamo nostre le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella e che riportiamo di seguito. E soprattutto abbiamo deciso di mettere come foto di copertina quella della povera Giulia Cecchettin, ammazzata brutalmente da un “bravo ragazzo che le faceva pure i biscotti”.
(GiLar)
“Il numero di donne vittime di aggressioni e sopraffazioni è denuncia stessa dell’esistenza di un fenomeno non legato soltanto a situazioni anomale. Ad esso non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza. Siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Secondo il Presidente della Repubblica, bisogna velocizzare “un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispetto, senza l’accettazione dell’altrui libertà. Una via in cui le donne conquistano l’eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere, nello spirito della Convenzione di Istanbul, alla quale ha aderito l’Unione Europea, segno importante di una visione universale di autodeterminazione e dell’eguaglianza dei diritti delle donne e passaggio decisivo nel delineare il quadro degli interventi contro la violenza di genere”.