Intervista di inizio anno a Vincenzo Speziali: la politica, il presente, le sue previsioni ‘indovinate’ per la crisi in Medio Oriente e il futuro "Questa è la realtà e le guerre daranno cruente. Amo Bovalino ma ho senso di responsabilità per Catanzaro. Speriamo di riuscire a costruire una lista comune dell PPE"
Intervista di inizio anno a Vincenzo Speziali: la politica, il presente, le sue previsioni ‘indovinate’ per la crisi in Medio Oriente e il futuro. “Questa è la realtà e le guerre daranno cruente. Amo Bovalino ma ho senso di responsabilità per Catanzaro. Speriamo di riuscire a costruire una lista comune dell PPE”.
Abbiamo, cominciamo il nuovo anno intervistando Vincenzo Speziali, il Responsabile Regionale dell’UdC in Calabria (e se per questo è anche molte altre cose, all’interno del suo Partito, sia a livello nazionale che internazionale), circa le prospettive di questo 2024, iniziato con lui a Beirut, laddodove, anche dalla nostra redazione, proprio ieri pomeriggio (2 Gennaio 2024), nel mentre era in corso l’intervista, abbiamo sentito, distintamente le esplosioni e poi le sirene dei soccorsi. Speziali, ad onor del vero non ci è apparso per nulla turbato -” sa? Ho una certa abitudine, in pratica, teoria e materia, per altro ben rodata, sin dall’ultima guerra israeliano/libanese, ovvero quella del 2006, quindi…”- perciò prosegue i suoi ragionamenti, rispondendo alle domande, con una calma olimpionica e talvolta, al solito suo, con ironia dissacrante. Le parole sono state trascritte fedelmente, a seguito della registrazione telefonica e di quella telematica via Zoom: buona lettura.
D: Speziali, allora, da dove partiamo?
R: Da dove meglio preferisce! Anche perché questa è la realtà, perciò, atteniamoci ad essa!
D: A proposito di realtà, sbaglio o sento forti esplosioni?
R: Non sbaglia affatto, ma su ciò vorrei tornare in seguito. Altrimenti finiremmo per parlare solo di questa crisi, che mi coinvolge affettivamente, ma da cui non mi faccio -e non mi posso fare- minimamente condizionare. Ornai, dopo l’ultima guerra tra Israele e Libano, nell’estate del 2006 -lo sa?- ho una certa abitudine in pratica, teoria e materia.
D: Non lo metto in dubbio, perciò continuiamo?
R: Certo che si, senza indugio alcuno! Ci vuole ben altro per turbarmi. Le ricordo che io sono di Bovalino, quindi siamo gente indomita, non certo timorosi di alcunche`. Ci tengo solo, al momento, precisare che il Libano, non si ferma, nemmeno innanzi ad eventi simili (in questo i Libanesi sono assimilabili a noi bovalinesi), perciò ogni istituzione, tribunali compresi, continua il suo lavoro. Nessuna creda che la mia convocazione innanzi all’Autorita` Giudiziaria possa essere rinviata. Lo dico, qualora chiunque si fosse illuso in merito a ciò. Sa come si direbbe a Napoli? Squetati!
D: Lei non perde mai l’occasione di puntualizzare le cose. Anzi con pervicacia e lo stile di un vecchio gentiluomo, dichiara sempre le intenzioni e dice in faccia le cose. Insomma non aggredisce alle spalle…
R: L’ho già detto e lo ripeto. Sono così un po’ per carattere, un po’ per formazione e poi, essenzialmente…vengo da Bovalino. Non siamo gente insulsa.
D: Ok. Cosa si aspetta dal nuovo anno?
R: Alcune cose che sono, ahimè, divenute merci rare, cioè buon senso, rigore istituzionale, modus comportamentale consono, stile appropriato, ma soprattutto la professionalità in e della politica, al netto del suo stesso primato. Ciò non vuol dire propugnare l’apologia di una casta o la celebrazione dell’epitome della medesima, semmai dobbiamo intendere quel che dico nel senso di valorizzare e difendere, tale elemento, quale garanzia suprema per i cittadini. Essi sono difesi, tutelati e rappresentati (in virtù del mandato elettorale), proprio dai politici e dalla politica, non certo dai magistrati o dalla magistratura, che per altro dovrebbe applicare le leggi. In più, ricordo che i politici sono chiamati a redigere le norme, mentre i magistrati ad applicarle, non reinterpretarle. Purtroppo spesso lo fanno in modo capzioso, come ebbe a dire -in un momento di sincerità sconcertante, durante un’intervista del 1993 a Bruno Vespa- proprio l’ex Procuratore della Repubblica di Milano, all’epoca del ‘golpe’ di Tangentopoli, ovvero Francesco Saverio Borrelli.
D: Lei ha proprio un’idea precisa, sebbene dal suo punto di vista, sugli eventi del 1992/1994, giusto?
R: Assolutamente si! Tra l’altro il tutto è confermato dalla storia e dalla sua tristissima evoluzione, la quale in fin dei conti è un’involuzione. È così, una vera e autentica involuzione politica, culturale, sociale, ed economica. Dopo la fine -ottenuta ‘manu giudiziari’- del mio Partito (cioè la DC) e dei suoi alleati laici (PSI, PSDI, PRI e PLI), garanti di libertà, fautori della ricostruzione italiana e difensori della libertà, abbiamo avuto tecnocrazia al servizio di speculatori finanziari, ma principalmente un decadimento totale dell’Italia, per altro spogliata delle sue ricchezze industriali nazionali e menomata nell’esercizio naturale del suo ruolo internazionale. Ovviamente al netto delle ingiuste e dolorosissime sofferenze, inflitte a grandi Statisti.
D: Chi per esempio?
R: Faccio solo tre nomi, ovvero di tre ex Presidenti del Consiglio, i quali sono il mio Arnaldo Forlani (padre politico e ‘adottivo’, amato, rispettato e con orgogliosa coerenza, giammai rinnegato); Bettino Craxi (uomo fuori dal comune, di indomito ed adamantino coraggio e forza); e Giulio Andreotti (persona di sapienza e pazienza). Che vergogna e quale assurdità quanto a loro cagionato ed ingiustamente inflitto , dalla ‘colonna infame’ della falsa rivoluzione moralista e neo giacobina di quei tristi anni, che per me sono chiarissimi. Li avverso e li avversero`, per tutta la vita. Sono per la libertà e la verità, costi quel che costi e non ho paura, al pari di ognuno degno di essere come me ‘Made in Bovalino’.
D:Lei torna sempre su Bovalino. Si vede, onestamente, quanto sia innamorato del suo paese.
R: Si può non essere innamorati della propria vita? Certo che no! Da lì vengo, da lì -nel mio cuore e da sempre!- non mi sono mai voluto allontanare, pur se in un periodo della mia esistenza sono dovuto andare via, eppure lì torno con piacere e un giorno (come anche mia moglie e i miei figli sanno) desidero ritirarmi. Ovviamente, per Joumana la cosa è complicata, epperò le ho detto ” ‘Amica’….tu ed io, finiamo qui”! Su ciò non transigo e non derogo. Poi, ammetto pure di avere affetto per Catanzaro, un affetto immenso e una riconoscenza enorme, poiché talvolta, quando ci vado, riscopro pure nel Capoluogo di Regione angoli della mia infanzia e mi si stringe il cuore a fronte della decadenza a cui è condannata dall’attuale (non)Amministrazione, la quale comunque farò sloggiare presto, con le sole armi della buona politica. È un atto dovuto, un senso di responsabilità, proprio perché devo tanto financo a questa città incantevole e meravigliosa, gentile ed aristocratica, ospitale e dignitosa, storica ed imperiale (ciò deriva da Carlo V°), coerentemente a quanto dico sempre, pure attraverso la pagina Facebook di Servizio Pubblico Cittadino, cioè Help Center. Ma Bovalino, si Bovalino, la mia Bovalino, è un’altra cosa, il luogo dell’anima, ovvero il sogno e il paradiso.
D: Dunque, sempre intenzionato a voler diventare Sindaco a Bovalino?
R: Le risulta che non faccio ciò che dico? Ovviamente confermo, non per narcisa e sterile vanità, bensì come atto di amore dichiarato e rinnovato e poi perché non esistono, almeno ier concerne, politici senza radicamento territoriale. I ‘cooptati’ o sono politicanti, oppure ‘maggiordomi’, di sicuro non Statisti. Ho in mente una rivoluzione copernicana, circa ruolo e altro ancora per il mio paese, senza sottrarmi, né deludere la mia Municipalità (intesa in chiave sturziana). Ciò non significa che io non mi candidi pure al Consiglio Comunale di Catanzaro (l’ho promesso!) quando a breve si rivoterà -e mi creda si rivoterà, checché ne dicano e ne pensino Fiorita e i Fioriteschi- in quanto devo capeggiare la lista del Partito che guido a livello Regionale, senza sottrarmi al mandato elettorale, fino al momento in cui non sopraggiungeranno incompatibilità dovute al cumulo di funzioni ed incarichi. Ma anche da dimissionario, per un Uomo di Stato e delle Istituzioni -quale sono e sarò io, sempre, da sempre e per sempre- non potrò disinteressarmi di Catanzaro. Certo, Bovalino prima di tutto, anche perché chi rinnega le sue origini e non le rispetta, oppure non le ossequia, mi appare -ed è!- una persona da poco.
D: Ha ascoltato il discorso del Presidente della Repubblica?
R: Domanda giusta! Si, anche perché è un obbligo, ma principalmente un piacere, il quale si rinnova e trova linfa in un rapporto personale, pieno di ossequio e di rispetto. Ogni qualvolta ci incontriamo, ha nei miei confronti una costante e sincera forma di affetto, la quale mi rinnova e dinnanzi a tutti. Anche l’On. Loiero -al pari di molti altri, l’On. Cesa in primis- lo possono testimoniare. Il Capo dello Stato, d’altronde, mi ha conosciuto da ragazzo, senza dimenticare che mio nonno è stato per qualche tempo, compagno di banco in Parlamento, proprio di suo padre, l’indimenticabile On. Bernardo Mattarella. Il nostro Presidente attuale, in più e a suo giusto merito, ha compiuto un discorso magistrale, soprattutto quando ha richiamato il valore del voto, principalmente ai giovani, mettendoli in guardia dal relativo astensionismo e dall’esser ‘social dipendenti’. Principalmente, poi, ho apprezzato il ricordo della tragedia di Cutro (dolore mai rimarginato e così sarà per sempre, certamente in Calabria), così come il richiamo all’essenza dei valori costituzionali e quindi della stessa nostra Costituzione, che rimane ieri, al pari di oggi e financo domani, la più bella del mondo. Non potrebbe essere diversamente, l’abbiamo scritta, principalmente noi Democristiani, anzi, visto che ci siamo, ricordiamolo pure, con orgoglio infinito, persino il padre del Presidente e mio nonno l’hanno scritra, assieme a tanti loro colleghi, sempre da omaggiare. Parliamo, tra i molti, di Aldo Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro, il migliore di tutti, non solo tra i DC, bensì tra tutti i Partiti e questi erano veramente Partiti politici, non i feticci di oggi). E poi, con loro, non si possono dimenticare, per esempio, Alcide De Gasperi, Attilio Piccioni, Amintore Fanfani (estensore dell’articolo 1), Adone Zoli, Mario Scelba, Antonio Segni, Giulio Andreotti , Emilio Colombo, Paolo Emilio Taviani, Mariano Rumor, Guido Gonella, Giuseppe Spatataro, Oscar Luigi Scalfaro, Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira. La nostra, quindi e perciò pure la mia (anche dal punto di vista genetico, non solo formativo ed ideologico) è una bellissima storia. La più importante del Novecento italiano e mondiale.
D:Non mi sembra che sia favorevole a questa riforma targata centrodestra, a cui lei appartiene. È così?
R: Si, è così! Lo affermo e lo confermo, senza timore e a viso aperto. Tra l’altro, sono pure convinto che essa non passerà, quindi il problema mai più si porrà. A tal proposito, rammento quel che mi disse Emilio Colombo (altro grande leader e ex Premier DC, oltre ad essere stato più volte Ministro al pari di Giulio Andreotti e financo Presidente del Parlamento Europeo e come Mariano Rumor e Flaminio Piccoli, Presidente dell’Internazionale Democristiana), dicevo, rammento a tal proposito le parole di Emilio Colombo, allorquando mi confidò nel 2004, durante la discussione della riforma ideata dal secondo Governo Berlusconi. Riporto testualmente come tutto d’un fiato sentenziò che “Sono contrario, perciò con i colleghi Giulio (chiaramente Andreotti) e Oscar (Scalfaro per la precisione), ma pure Francesco (Cossiga, ovviamente), farò e faremo le ‘barricate’ in Parlamento. Poi andremo come nel1946, parimenti a quanto facemmo per la campagna elettorale della Costituente e per quella successiva nel 1948, in ogni piazza d’ Italia. Nessuno pensi di distruggere il nostro capolavoro”. Emilio mio, avevi ragione e ce l’hai ancora ora, non solo per allora.
D: Affrontiamo, adesso, il tema della politica, con l’imminente scadenza delle Europee. Cosa farete?
R: In questi giorni, durante le festività che sto passando in famiglia a Beirut, sarei omissivo se non dicessi di avere discusso con Amine Gemayel -nella sua veste di Leader e Presidente dell’Internazionale Democristiana- circa tal punto. In più confido nel mio vecchio collega ed amico Manfred Weber, attuale Presidente del PPE e in rapporti da circa trent’anni, cioè da quando eravamo i rispettivi leader delle nostre organizzazioni giovanili nazionali. Ho informato Cesa, messaggiato Tajani e parlato con Formigoni, così come con altri amici, alfine di organizzare alla presenza di Anime e (speriamo, pure!) di Manfred, una riunione, alfine di favorire non solo una lista comune e di riferimento al Partito Popolare Europeo e all’Internazionale Democristiana, ma poi anche un percorso che ci porti a costruire un nuovo ed unico soggetto politico.Diventa essenziale ciò, altrimenti nessuno potrebbe pensare di raccogliere consenso lecito, poiché mancherebbe il presupposto e la conseguente credibilità. Non aggiungo altro perché dobbiamo parlare ancora, ma questo lo farò, costi quel che costi. Ovviamente mettendo sin da ora, qualcuno alla ‘porta’, poiché non è credibile né bene accetto, se non altro dai vertici Internazionali.
D: Difatti, ho notato che manca all’,elenco Maurizio Lupi e il suo Movimento o sbaglio?
R: Alt, qui la fermo! Ammetto che lei non sbaglia, ma io e i miei affetti, mai potremmo accettare Lupi, sempre che non compia atto di resipiscenza, benché ne dubito fortemente. Innanzitutto lui non ha un vero e proprio Movimento, poiché Noi Moderati -che prima si chiamava Noi con l’Italia e per quanto mi riguarda, un domani si appellerà persino ‘Pane e Pomodoro’- ogni qualvolta vi sono elezioni politiche costruisce un ‘cartellino elettorale’ giammai un Partito veri, bensì contenitori, alfine di permettere a se stesso e al ‘suo’ scudiero del momento (sarà l’On. Colucci,?) di riuscire ad avere un seggio sicuro. Almeno Saverio Romano e Pino Galati, hanno i loro voti, mentre Maurizio Lupi vaga ramengo nelle anticamere dei maggiorenti, pur di essere allocato in un collegio blindato, magari proprio in Lombardia, dove è ancora forte la presenza di Roberto Formigoni, non di Lupi, il quale, per altro mai l’ha avuta, se non per ‘grazia’ proprio di Formigoni. E poi, suddetta sigla, durevole fino al prossimo giro elettorale, non fa parte del PPE, poiché -come in precedenza spiegato- era un’aggregazione interna corporis al centrodestra. Come è avvenuto in passato, Maurizio Lupi l’ha trasformata in un ‘suo’ apparente reticolo organizzativo, ma su ciò non dico altro, poiché non mi interessa e non li consideriamo affatto.
D: Certamente, Lupi non è agevolato ai suoi occhi, visto il legame con Antonello Talerico, il Consigliere Regionale e Comunale di Catanzaro.
R: In parte è così e spiego il perché, al netto che io, in ogni modo, non considero Talerico, un politico. Certamente, non è alla mia altezza, ovvero non può credere -checche` ne dica, sibilandolo- di possedere più elevata e più solida esperienza e praticità di me. Tra l’altro ci vuole coerenza, quindi lei pensa che in Calabria come nel resto del Paese, noi Democristiani e Popolari, possiamo accogliere gente che in un Capoluogo di Regione quale è Catanzaro, personale ‘parapoliticante’ -che non costituisce nemmeno un Gruppo Consiliare denominato con la loro stessa sigla (tanto per far bene e meglio comprendere quanto siano credibili e convinti Talerico&co della personale scelta e appartenenza a simil pseudipartito)- dicevo possiamo accogliere chi dice di condividere i nostri ideali ed è organico alla sinistra prassista, metodista, terzomondista, ‘extraparlamentarmente comunistoide’, moralista, razzista e neogiacobina?
D:Altre rimostranze? Già questo mi sembra più che sufficiente!
R: Certamente ne ho, soprattutto quella di considerare Talerico, senza se e senza ma, compartecipe -quale è!- dello sfascio gestionale ed amministrativo, a cui lui e Fiorita, con i vari e disomogenei ‘Fioriteschi’ condannano la povera Catanzaro. In più, dopo le forme di razzismo avverso il Libano, non tanto Fiorita, futuro ex Sindaco, che per rimanere in carica si farebbe passare persino come Gandhi o variabilmente, a seconda del suo disdicevole ‘galleggiamento’, Fidel Castro piuttosto che Richard Nixon (patti chiari: non è non sarà mai all’altezza politica dell’uno e dell’altro), è proprio questo modo inaccettabile ed insolente di Talerico a non permettere ‘inviti ed aperture’, sempre che non si allinei ad una corretta e dovuta coerenza, e chieda scusa degli insulti razzisti, non solo a me, bensì alle istituzioni. Così come le ‘tortuosita`inaffidabili e irriconoscenti’ di Lupi, dovremmo stemperarsi o quantomeno l’ex Ministro dedito alla conoscenza dei Rolex, prendesse esempio dall’Imperatore che andò a trovare il Papà, presso il Castello di Matilde di Canossa. Lo dico, persino in virtù di quanto ha subito, finsnco l’Ambasciatrice Libanese in Italia -la quale a nome del suo Governo ha diplomaticamente protestato con nota verbale alla Farnesina e poi ribadito in un’intervista, le giuste rimostranze, nei confronti dell’Amministrazione Fiorita (che difatti, quel giorno, bloccò ogni discussione in Aula Consiliare- poiché la legazione del Paese dei Cedri, nonostante le proteste dei colleghi consiglieri comunali di opposizione, ha dovuto subire siffatta e ignobile irriverenza.
D: Mi sembra di capire che lei non solo non li vuole, ma ne è incompatibile, sia politicamente che personalmente.
R: Non faccio personalismi, io sono la politica, non un marcisista bretellare ed egocentrico. Semmai analizzo i fatti e come vede, Lupi ha qualche problema -cosi’ come Talerico, sebbene in ‘scala ridotta’ (molto ridotta!)- perciò sappiano come nessuno si ritrovera` disposto a passare sopra, le cose da me esposte, con assennatezza e verità. La cosa grave, poi, è persino la sofferenza che subisce Catanzaro, pur se la città non è colpevole, semmai vittima, senza dimenticare che al prossimo turno elettorale per le politiche, qualora Lupi fosse nuovamente tra i candidati, non so se si troverà ancora al suo fianco Talerico (a sua volta non propriamente tatragono neile organizzazioni politiche, financo considerando tali gli attuali ‘pseudopartiti’) e soprattutto se esisterà, con lo stesso nome -visti i precedenti- ‘Noi come si chiamano’.
D: Mamma mia, lei non molla mai. Non vorrei stare nei loro panni…
R: …ha ragione sia per il fatto che non mollo mai, sia nel non voler stare nei loro panni. Tra l’altro non mi pare nemmeno che siano di ‘Haute Couture’!
D: Ha già un’idea di dove svolgere tale incontro?
R: Si, difatti ne ho discusso soprattutto con il Presidente Gemayel e accennato all’On. Cesa, e all’On.Formigoni, così come lo farò al mio rientro a Roma, il prossimo 10 Gennaio, con gli altri amici, tra cui non desidero dimenticare l’On. Tassone.
Non escludo nemmeno di tenere tale assise, pure in Calabria, dove tra l’altro Amine Gemayel è già stato, rimanendo piacevolmente colpito.
Sarebbe anche giusto, nei confronti di Roberto Occhiuto, essendo non solo il Presidente della Regione, ma anche alla guida della Commissione Itermediterranea. Poi, vi sarebbe anche un aspetto non da poco, ovvero sono anche io calabrese, perciò in ogni iniziativa, devo fare in modo e maniera di poter al meglio rappresentare la mia terra e i suoi cittadini. Ciò significa fare politica e rappresentare giuste istanze del territorio in ossequio ad un mandato morale e popolare, quindi elettorale.
Dobbiamo riuscirci in questa opera, ovvero la lista unica, un soggetto nuovo e ridare onore e dignità alla politica. Con l’aiuto di Dio potremmo farcela.
D: Perciò se lei riuscisse a fare tale manifestazione proprio in Calabria, lavorerebbe in tandem con il nuovo Coordinatore Regionale di Forza Italia, l’On.Francesco Cannizzaro.
R: Assolutamente si è pure con piacere. A me è simpatico, lo trovo anche strutturato e molto presente. Tra l’altro ho stima e lui nei miei confronti ha sempre avuto una naturale forma di autentica cortesia. Ci siamo sentiti allorquando è stato nominato e poi per gli auguri natalizi tramite messaggio. In più ho affetto e considerazione reale per Roberto Occhiuto, sin dai tempi in cui era nel mio ‘Giovanile’. Così come ho stima e amicizia verso suo fratello, il Sen. Mario Occhiuto. Sarebbe un buono e produttivo, orbene efficace, ‘gioco di squadra’ e con la Calabria sempre nel cuore.
D: Le faccio tre ultime domande e la prego di essere Franco come al suo solito. I rapporti tra l’Italia e l’Unione Europea, così come, pure con il fronte della Finanza Internazionale, in che modo li vede?
R: il tema è delicato, anzi per certi versi pure sdrucciolevole. La speculazione finanziaria -a sua volta derivato malvagio e velenoso del capitalismo, il quale è il motore dello sviluppo economico e del benessere sociale, se però interpretato in chiave di umanesimo integrale alla Maritain o nel solco dell’esperienza democristiana, la quale valorizzava i persino corpi intermedi- dicevo la speculazione finanziaria è sempre dietro l’angolo, quindi pronta a mettere in campo la sua attività predatoria, alfine di desertificare qualsiasi Paese, figuriamoci il nostro quindi. La scelta della non approvazione del MES non l’ho condivisa, poiché non si scherza, quando si ha un debito pubblico ‘monstre’ quale è il nostro. Mi si dirà, ignorantemente, mistificatoriamente e sulla scorta di una stucchevole e falsa propaganda che noi Democristiani e i nostri alleati laici minori abbiamo ‘iniziato’ siffatta malabestia, come l’avrebbe definita Sturzo, il quale, difatti, conio` tale termine nel Novembre del 1946, a proposito dello Statalismo, della partitocrazia -e ciò dimostra che noi non siamo mai stati psrtiticratici!- e, principalmente, contro lo spreco di denaro pubblico. Il debito statale creato da noi era ‘positivo’, perciò nessuno può sostenere il contrario.
D: Mi spiace, ma oggi, invece, se ne pagano le conseguenze…
R: No, quanto riporta è una mendace narrazione! Noi abbiamo ricostruito l’Italia, che dopo la seconda guerra mondiale, era ai piedi di Cristo, dotandola di strade, autostrade, ferrovie, stazioni, porti, aeroporti, stato sociale, sistema di produzione e organizzazione agricola a livelli massimi, senza dimenticare la creazione di ospedali, scuole, abitazioni popolari, stabilimenti, sistema creditizio bancario tra i più solidi del mondo, imprese di Stato in ambito di energia, idrocarburi e difesa, nel mentre contemporaneamente alla guerra fredda, combattevano, per di più vincendo in simultanea, il terrorismo rosso, nero e straniero. Poi, dopo di noi, il diluvio, anzi il deserto, in quanto il debito è devastantemente aumentato, impoverendo il Paese, non certo arricchendolo o sviluppandolo ulteriormente. Con tutta franchezza, temo le ricadute, non solo dopo la riunione del prossimo Ecofin del 15 Gennaio, bensì quanto accadrà prima, proprio per farci arrivare a quell’appuntamento, di già in difficoltà.
D: Fosche previsioni quindi?
R: Si e me ne duole, poiché l’Europa, l’abbiamo costruita noi Democristiani, e noi DC italiani per primi e nella parte degli essenziali. Poi, andati via, scacciati da un complotto meschino ed infame, si è visto che tutto è cambiato e, chiaramente, in peggio per tutti, non solo in riferimento al nostro Paese, bensì, pure per altri.
D: Ora, possiamo agli avvenimenti giudiziari che coinvolgono la famiglia Verdini e lambiscono il Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, nonché leader della Lega, Matteo Salvini. Lei sì è già espresso in tal senso, però le chiedo se vuole aggiungere altro.
R: Ecco, lo ha detto perfettamente. Mi sono espresso, dando solidarietà e fiducia, entrambe incondizionate ad amici che conosco e verso i quali non ho intenzione di rinnegare affetto e stima. È la solita vergognosa forma di linciaggio, tipico di una macelleria mediatico/giudiziaria, cioè di quella requirente.
D:Lei è sempre così tranciante nei confronti dei P.M., o sbaglio ?
R: in parte si è in parte no. Lo sono verso quei Pubblici Ministeri che diventano -fuori da qualsivoglia dettame costituzionale e legale, mossi da militanza ‘ideolgicumizzata’, ovvero, come, giustamente, osservava a suo tempo Francesco Cossiga allorquando “sognano la Repubblichetta dei Giudici con annesso il loro Parlamentino del CSM”- perché le conseguenze le stismomosgsmdo tutti, giorno dopo giorno. Di esempi ve ne sarebbero tanti ed ulteriori, come quanto accaduto a quel galantuomo del mio amico On. Domenico Tallini, già Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, oppure ad un’altra persona perbene e altrettanto amica, cioè l’ex Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. E che dire del martirio di un mio ennesimo affetto, cioè quel ‘gigante’ di Lillo Mannino, torturato e stalkerizzato per più di trent’anni? E dei miei cari Sandra e Clemente Mastella? In più, parliamo anche di quanto ha patito con dignità e rigore, Peppe Scopelliti? Condannato lui solo e nessun altro prima e dopo, per esizialiata` interpretative. E Mario Oliverio? Già pure costui, alla pubblica gogna, quasi che ci trovassimo con un delinquente comune e pericolosamente pubblico. Tra l’altro attendo l’Appello di Giancarlo Pittelli, che non è il dottor Jekyll, poiché qualora dovesse essere assolto -come credo- chi risarcirà quest’altra vittima di ‘stupro’ dello Stato di Diritto? Aggiungo solo che trovo miserevolmente miserabile le illazioni più o meno diffuse e soffuse, nei riguardi del mio amico Matteo Salvini, a cui rinnovo stima, fiducia ed amicizia, senza nemmeno essere indagato, bensì, ignobilmente illazionato. Così come il mio affetto e la mia considerazione, vanno pure nei confronti di Denis Verdini. Prima lo osannavano tutti, lo cercavano, lo blandivano e poi molti se ne sono dimenticati. Nossignore, io sono coerente, quindi non mi vengono di nulla.
D: Si, ma Verdini è stato ben due volte condannato con sentenza definitiva…
R: È vero, ma questo che significa? Denis è stato condannato conn sentenze passata in giudicato? Sta pagando, ma la pena -lo dice la Costituzione- è da intendersi per fini riabilitativi, perciò non deve significare abdicare alla vita o pensare che di essa ci si deve privare. Il ragionamento, vale anche se la condanna stessa la considerassimo, nel nostro intimo, ingiusta ed emessa a priori. D’altronde a mio avviso è capitato così pure verso Toto` Cuffaro e Roberto Formigoni, altri cari amici a cui rivolgo un pensiero continuo e costante e per dirla tutta, saranno nella partita del futuro. Hanno pagato i conti con la giustizia terrena, tanto io so che quella Divina li assolverà, sempre che non l’abbia già fatto. In fondo non voglio né cerchiamo un futuro di ritorno, semmai un ritorno al futuro.
Te Deum laudamus: W la democristianita`!
D: Vincenzo Speziali, le rivolgo l’ultima domanda, così come eravamo rimasti, circa la situazione in Medio Oriente. Ad onor del vero anche noi abbiamo ospitato i suoi interventi, ribaditi pure nella sua ultima intervista Domenica 24 Dicembre. Da quando è iniziata questa crisi bellica, lei ha previsto ogni cosa, rimanendo inascoltato. Le dispiace?
R: Se per questo, avevo previsto, ben altro e da molto prima. Purtroppo sin dallo scorso Febbraio iniziai a lanciare segnali ed allarmi dettagliati. Tutto è riportato, non solo negli articoli o nelle interviste, bensì nei colloqui e nelle relazioni con gli Uffici Diplomatici e le strutture dello Stato, oltre che di eminenti personalità che ricoprono incarichi apicali. Qui mi fermo, poiché, ho suggerito, rispetto alle mie analisi, che esse siano riservate e a norma di legge si può fare. Punto.
D:Ma qualcosa può dire pure a noi, adesso, visto che in presa diretta ascoltiamo questo sottofondo inquietante. Oppure no?
R: Le dico e le ribadisco quanto ho detto più volte, anche tramite gli organi di informazione: dobbiamo, come Governo, creare una figura, la quale necessariamente deve essere ricoperta da un politico, ovvero, nominare -pure ex novo- un membro dell’Esecutivo, come inviato per il Medio Oriente o basterebbe solo per il Libano. È in questo Paese che si ‘giocano’ i destini della Regione Mediorientale, perciò non possiamo non stabilizzarlo, visto il vuoto istituzionale che sta attraversando la Nazione dei Cedri.
Ripeto, deve essere un politico, non uno che esce dai ranghi -pur sempre pregevoli!- del Servizio Diplomatico, poiché i politici con cui si dovrebbe interfacciare suddetta nuova figura, parlano solo con i politici. In più, anche se ho stima di uno Statista affermato quale è l’ex Primo Ministro si Sua Maestà Britannica, Tony Blair, proprio il fatto di provenire da un ambito della sinistra, certamente moderata e riformista, ma pur sempre di sinistra, non lo metterà -e il passato recente già lo ricorda impietosamente- dicevo non lo metterà nelle condizioni di poter avere ‘strade libere e spalancate’. Benjamin Netanyahu, cioè l’attuale Premier Istraeliano, per quanto sia contestato è a tutt’oggi in carica, ma dobbiamo ricordarci, financo, che lui è un uomo di destra, non di sinistra. Così come di destra è Yoav Galant, attualmente l’uomo politico più popolare in Israele. E di destra sono pure le componenti Cristiane Libanesi (i Maroniti in primis) e lì i Cristiani, almeno formalmente sono il vertice del potere statuale e comunque ancora, almeno in Libano, tale comunità, gioca un ruolo. Su quest’ultimo aspetto, ci troviamo nell’unico Paese della lega Araba, con siffatti assetti costituzionali. E comunque, anche la comunità musulmana libanese, accetterebbe solo politici, non altre figure, certamente prestigiose, ma a queste latitudini, i tecnocrati, non sanno nemmeno cosa siano e che esistono.