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TAURIANOVA (RC), VENERDì 24 GENNAIO 2025

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Operazione “Perseverant”, dopo le notizie pubblicate dal nostro giornale, c’è la nota dell’avv. Giuseppe Milicia "Intuirà che la ragione per cui scrivo non è certo quella di suggerire limiti all’informazione giudiziaria"

Operazione “Perseverant”, dopo le notizie pubblicate dal nostro giornale, c’è la nota dell’avv. Giuseppe Milicia "Intuirà che la ragione per cui scrivo non è certo quella di suggerire limiti all’informazione giudiziaria"

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’avv. Giuseppe Milicia

Egregio direttore,
faccio riferimento alla notizia diffusa dalla sua testata a margine degli arresti disposti dal gip di Palmi nell’ambito di inchiesta intitolata “Perseverant”. Scelta del titolo, lo dico solo per inciso, certamente efficace perché rende bene l’idea della tenacia del cacciatore ed è spregevole quanto basta nei confronti delle prede ed anche, purtroppo, delle regole del decreto attuativo della presunzione di innocenza. Apprezzabile il suo accorgimento di non riportare il nome per esteso dell’indagato in relazione ad una contestazione, del tutto fuori contesto, di un reato particolarmente infamante, quello dei maltrattamenti in famiglia. Accorgimento inutile, tuttavia, visto che altrove nel resoconto pubblicato riporta per esteso il nome degli arrestati, nessuno
escluso. Intuirà che la ragione per cui scrivo non è certo quella di suggerire limiti all’informazione giudiziaria. Ciascuno degli attori del sistema dell’informazione in piena autonomia e nel rispetto di regole, magari disapplicate ma esistenti, si determina secondo propria sensibilità e senso di responsabilità. Ma la pubblicità su vicende familiari (meglio, drammi familiari) anche se di rilevanza penale, può essere altamente nociva della
riservatezza e serenità di una cerchia più ampia di persone diverse dall’indagato, direttamente o indirettamente interessate dai fatti. Costoro inevitabilmente si interrogano su quale possa essere mai l’intensità dell’interesse pubblico alla diffusione della notizia che possa prevalere sull’interesse alla riservatezza degli incolpevolmente coinvolti. Mi rendo anche conto che all’origine c’è la scelta, infelice e sbagliata, di mescolare nell’unico provvedimento fatti privi di alcuna sostanziale connessione e cioè le accuse di spaccio e le vicende familiari di uno degli indiziati, ma questo a lei, certo, non posso contestarlo.