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TAURIANOVA (RC), VENERDì 27 DICEMBRE 2024

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Maltrattava la moglie che le figlie con violenze fisiche e psicologiche, scatta il divieto di dimora per un 55enne nel Reggino Una drammatica situazione familiare che le vedeva vittime delle prevaricazioni dell’indagato, il quale, oltre a riservare loro quotidianamente aggressioni di natura verbale, le sottoponeva a significative limitazioni della propria libertà personale

Maltrattava la moglie che le figlie con violenze fisiche e psicologiche, scatta il divieto di dimora per un 55enne nel Reggino Una drammatica situazione familiare che le vedeva vittime delle prevaricazioni dell’indagato, il quale, oltre a riservare loro quotidianamente aggressioni di natura verbale, le sottoponeva a significative limitazioni della propria libertà personale

I Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Condofuri e del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo reggino nei confronti di un 55enne di nazionalità indiana, indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia.
La vicenda trae origine da una richiesta d’intervento fatta dalla figlia dell’uomo, 20enne, il 09 marzo scorso poiché vittima di violenze verbali da parte di quest’ultimo. Sul posto la ragazza evidenziava ai militari intervenuti il fatto che da diverso tempo il padre assumeva comportamenti violenti, sia di natura fisica che psicologica, nei confronti dell’intero nucleo familiare – tra cui anche le due sorelle minorenni e la madre – e che tali episodi erano dovuti a questioni di natura economica in quanto lo stesso non esercitava alcuna attività lavorativa e non partecipava alle spese necessarie al sostentamento del nucleo familiare. Tale versione dei fatti è stata poco dopo confermata anche dalla moglie dell’interessato, anch’essa presente sul posto in forte stato di agitazione e di nazionalità indiana. Entrambe, temendo per la propria incolumità e dopo l’ennesima aggressione subìta nonché al culmine dell’esasperazione, si sono rivolte ai militari dell’Arma per chiedere aiuto, denunciando le condotte violente poste in essere dall’uomo nei loro confronti e descrivendo una drammatica situazione familiare che le vedeva vittime delle prevaricazioni dell’indagato, il quale, oltre a riservare loro quotidianamente aggressioni di natura verbale, le sottoponeva a significative limitazioni della propria libertà personale vietando loro di lasciare l’abitazione per cercare un lavoro o per svolgere le più semplici faccende della vita quotidiana e minacciandole di morte laddove queste non avessero rispettato i divieti da lui imposti. La complessa situazione familiare veniva resa ancor più opprimente dal ricorso alla violenza fisica che l’uomo aveva adoperato in diverse occasioni non astenendosi dal porre in essere tali condotte neppure in presenza delle due figlie minori, sempre presenti in occasione delle suddette azioni vessatorie. La condizione di vita cui le donne sottostavano era divenuta così penosa e mortificante dall’indurle a chiedere all’uomo di abbandonare l’abitazione e trasferirsi nel vicino garage, soluzione che di fatto non ha impedito all’indagato di continuare ad esercitare il proprio controllo nei confronti dei familiari.
In seguito agli eventi denunciati dalle vittime, i Carabinieri della Stazione di Condofuri San Carlo, dopo aver ascoltato attentamente le persone offese nonché quelle informate sui fatti raccogliendo ogni elemento utile a circostanziare nel dettaglio i fatti esposti, hanno inviato la comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che, sulla scorta di un grave compendio indiziario a carico dell’uomo, ha richiesto al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria l’emissione di adeguata misura cautelare.
L’uomo, oltre al divieto di dimora nel comune di Condofuri e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese, dovrà mantenere da quest’ultime una distanza non inferiore a 500 metri, astenendosi dal comunicare con queste con qualsiasi mezzo.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva.