Don Giovanni Zampaglione, testimone di “buona sanità” "Il 28 maggio 2024 è una data che difficilmente dimenticherò"
redazione | Il 07, Giu 2024
«Il 28 maggio 2024 è una data che difficilmente dimenticherò». Così afferma don Giovanni Zampaglione all’inizio del suo racconto (su Facebook). Quel giorno, don Giovanni ha rimediato una brutta frattura all’emipiatto tibiale esterno destro. «La sera stessa alcuni “angeli” del paese di Masella: Vincenzo, Santo, Roberto, Leo e Alessandro mi hanno portato prontamente al Pronto Soccorso di Reggio Calabria. Qui ho trovato tanta disponibilità e mi hanno tenuto tutta la notte per controlli. Nel frattempo la notizia ha cominciato a spargersi e ho ricevuto tanta vicinanza e preghiere dalle mie due comunità di Masella e Montebello Jonico e da ogni parte, sia sui social sia attraverso SMS o telefonate».
«Il giorno dopo sono stato ricoverato all’ortopedico (“Franca Faggiana”). A questo proposito – aggiunge il sacerdote – mi preme ringraziare S.E. Mons. Fortunato Morrone, il vicario don Pasqualino Catanese e tutti i sacerdoti che mi hanno telefonato ogni giorno. Ringrazio la dottoressa La Rocca per l’interessamento in prima persona e che nelle giornate di pre-ricovero ha svolto il lavoro con grande parsimonia. Ringrazio il dottor Scarlata per la sua vicinanza e interessamento. Ringrazio il dottor chirurgo Basile Rognetta e tutta l’equipe che ha coordinato l’intervento».
Nel proseguire la sua testimonianza, do Giovanni aggiunge: «Posso attestare di aver trovato personale competente e qualificato presso IOMI (Istituto Ortopedico “Franca Faggiana”) che riesce ad esprimere un elevato grado di assistenza non da meno di altre strutture quotate del nord. Ho notato altresì tanta disponibilità e il sorriso degli stessi che hanno reso la mia permanenza serena e tranquilla. Ringrazio la mia famiglia che mi è stata e continua a starmi vicino in questi momenti difficili».
«Da quando sono tornato nel mio paesello (Masella), la gente ha continuato a dimostrarmi tanta vicinanza. Ho tanti “angeli” che giornalmente pensano a me e si preoccupano per la mia guarigione. Ho notato una “catena umana di vicinanza”…. Vi ringrazio uno per uno. Continuate a pregare per tutti gli ammalati e anche per me perché possa tornare presto a fare il pastore in mezzo alla mia gente. Concludo con una frase che ho pubblicato su Facebook: “Durante la malattia il medico è un padre; durante la convalescenza un amico; quando si è guariti un guardiano”», conclude il sacerdote.