‘Ndrangheta. Confiscati ad un imprenditore di Gioia Tauro, affiliato alla cosca Piromalli, beni per un valore di 11.5 milioni di euro. NOME In quanto braccio economico-imprenditoriale della cosca, inoltre, il predetto metteva a disposizione le proprie imprese per consentire alla ‘ndrangheta di riciclare proventi illeciti
redazione | Il 20, Giu 2024
I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Dott. Giovanni Bombardieri, stanno dando esecuzione ad un provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, che dispone l’applicazione della misura patrimoniale della confisca di beni – per un valore complessivo stimato in circa 11,5 milioni di euro – riconducibili ad un imprenditore gioiese (Rocco Delfino) operante nel settore della raccolta e gestione di rifiuti.
La figura criminale del predetto era emersa, tra le altre, nell’operazione “MALAPIGNA”, condotta dai Carabinieri del N.I.P.A.A.F. di Reggio Calabria, nel cui ambito – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – è stato ritenuto capo, promotore ed organizzatore della cosca “PIROMALLI”, della quale sarebbe divenuto, nel corso del tempo, il finanziatore ed il braccio economico imprenditoriale.
Come emerso dall’attività investigativa, infatti, il prefato imprenditore sarebbe stabilmente inserito nel sodalizio quanto meno a partire dagli anni ’90, dapprima quale mero partecipe per poi assumere un ruolo verticistico e la funzione di imprenditore mafioso, operante, in particolare, nel settore dello smaltimento dei rifiuti ferrosi e metallici ed in grado, proprio in virtù della caratura criminale elevata, di intrattenere rapporti illeciti con esponenti di altre consorterie mafiose.
In quanto braccio economico-imprenditoriale della cosca, inoltre, il predetto metteva a disposizione le proprie imprese per consentire alla ‘ndrangheta di riciclare proventi illeciti.
In relazione alle risultanze delle attività di cui sopra, la locale Direzione Distrettuale Antimafia – sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – valorizzando le funzioni proprie della Guardia di Finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese e di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati – delegava il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria a svolgere apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti del citato imprenditore, di una misura di prevenzione patrimoniale.
L’attività in rassegna, anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, attraverso una complessa ed articolata attività di verifica e riscontro documentale consentiva di ricostruire le acquisizioni patrimoniali – dirette e/o indirette – effettuate dall’imprenditore nel corso di un ventennio e di individuare il patrimonio direttamente ed indirettamente nella disponibilità del medesimo, il cui valore sarebbe risultato decisamente sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata ovvero il frutto o il reimpiego di attività illecite.
Alla luce di tali risultanze, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria nel mese di febbraio 2022 disponeva il sequestro del patrimonio riferibile al citato imprenditore e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, basato sulle dettagliate indagini economico-patrimoniali e sui riscontri documentali eseguiti dai Finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo P.E.F. di Reggio Calabria anche in fase di contraddittorio con la difesa, ha disposto – allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito – l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca di tutto il patrimonio già in sequestro, costituito dall’intero compendio aziendale di n. 3 società ed 1 ditta individuale operanti nei settori dello smaltimento di rifiuti metallici e delle costruzioni – comprensivi di 37 tra autoveicoli ed automezzi e delle quote di proprietà di 3 terreni ubicati in provincia di Reggio Calabria – 4 fabbricati ubicati in provincia di Regio Calabria, 27 orologi di lusso, svariate tipologie di gioielli ed oggetti preziosi, circa 75 mila euro in contanti, nonché tutti i rapporti bancari/finanziari/assicurativi e relative disponibilità, per un valore complessivo stimato in circa 11,5 milioni di euro.
Con il medesimo provvedimento, inoltre, la citata A.G. ha sottoposto l’imprenditore alla misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di anni 4, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale.
L’attività di servizio in rassegna testimonia ancora una volta l’elevata attenzione mantenuta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria che – nel solco delle puntuali indicazioni dell’Autorità Giudiziaria reggina – continua a essere rivolta all’individuazione e alla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali di stampo mafioso, allo scopo di arginare l’inquinamento del mercato e favorire la libera concorrenza, con l’intento di ripristinare adeguati livelli di legalità e tutelare la sana imprenditoria assicurando la trasparenza e la sicurezza pubblica.