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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 07 OTTOBRE 2024

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Taurianova, duro affondo del dem Marafioti, “La presenza di Roy Biasi a Pontida, a sostengo di Orbán e Salvini è un segnale inquietante” "Come se non bastasse, lo stesso Biasi ha annunciato, tramite un post Facebook, la presenza di Vannacci nel nostro paese, a Taurianova. Roy Biasi a Pontida, al fianco di Salvini, Vannacci, Orbán e di una Lega che continua a proporre l’autonomia differenziata come soluzione, è un atto di vergogna per la Calabria e per tutto il Sud"

Taurianova, duro affondo del dem Marafioti, “La presenza di Roy Biasi a Pontida, a sostengo di Orbán e Salvini è un segnale inquietante” "Come se non bastasse, lo stesso Biasi ha annunciato, tramite un post Facebook, la presenza di Vannacci nel nostro paese, a Taurianova. Roy Biasi a Pontida, al fianco di Salvini, Vannacci, Orbán e di una Lega che continua a proporre l’autonomia differenziata come soluzione, è un atto di vergogna per la Calabria e per tutto il Sud"

| Il 07, Ott 2024

Il raduno annuale della Lega a Pontida, simbolo del leghismo più radicale e identitario, quest’anno ha visto la partecipazione di Roy Biasi, sindaco di Taurianova, in Calabria. Una presenza che desta sconcerto e indignazione: come può un sindaco del Sud, rappresentante di una terra costantemente denigrata e insultata da decenni di retorica leghista, partecipare a una manifestazione che celebra chi ha insultato la Calabria e tutto il Meridione? Non possiamo dimenticare che la Lega, sin dai suoi esordi, ha costruito gran parte del suo consenso attraverso un feroce disprezzo per il Meridione. Insulti contro i “terroni”, accuse di parassitismo e mafia rivolte alla Calabria e al Sud Italia, sono stati per anni il fondamento della propaganda leghista. Matteo Salvini e i suoi predecessori non hanno mai nascosto di vedere il Meridione come un peso morto, una zavorra economica da cui il “produttivo Nord” avrebbe dovuto separarsi. Gli slogan leghisti, per anni, sono stati permeati da un razzismo becero che ha spinto la retorica del “noi contro loro”. Ed è proprio a Pontida, luogo che simboleggia queste battaglie, che Roy Biasi ha scelto di partecipare, al fianco di una leadership che per anni ha trattato il Sud come un nemico interno. Una scelta che lascia sgomenti, soprattutto considerando che il ruolo di sindaco dovrebbe essere quello di difendere la propria comunità, non di legittimare chi l’ha umiliata. L’adesione di Biasi alla linea leghista diventa ancora più incomprensibile se pensiamo a una delle proposte politiche più devastanti per il Sud, promossa proprio dalla Lega: l’autonomia differenziata. Questo progetto, che mira a dare più poteri alle regioni ricche del Nord, rischia di aggravare ulteriormente il divario economico e sociale tra Nord e Sud. Mentre regioni come Lombardia e Veneto si arricchirebbero, la Calabria e tutto il Meridione vedrebbero ridursi ancora di più le risorse destinate a sanità, istruzione e infrastrutture. Persino il governo regionale calabrese ha espresso forti preoccupazioni per questo progetto, che rappresenterebbe un colpo mortale per il futuro del Sud. Come può Roy Biasi, sindaco di una città calabrese, sostenere o anche solo tollerare un partito che spinge per una misura che condannerebbe la sua terra a un arretramento irreversibile? È un tradimento verso la Calabria, verso le famiglie che vivono ogni giorno le difficoltà di una regione già martoriata dalla mancanza di investimenti. Eppure, Biasi ha scelto di stare al fianco di Salvini, a Pontida, anziché al fianco della sua gente. Un paradosso che non può passare inosservato. A rendere la manifestazione di Pontida ancora più grottesca è stato il ruolo che Matteo Salvini si è ritagliato: quello del “difensore dei confini” e “eroe” del popolo italiano. Salvini si è presentato come colui che protegge l’Italia dalle “invasioni” e difende i valori nazionali. Ma quale eroe? Quale difensore? Salvini è lo stesso leader che ha promosso una politica di chiusura xenofoba, che ha alimentato la paura dell’immigrazione per raccogliere voti facili, e che ha portato avanti politiche che hanno diviso il Paese anziché unirlo. A rendere il tutto ancora più assurdo, la presenza a Pontida di personaggi come Viktor Orbán, leader ungherese noto per il suo autoritarismo e la sua visione nazionalista e anti-europeista. Orbán, invitato come ospite d’onore, è stato celebrato come un alleato, uno di quelli che, insieme a Salvini, “difende i confini”.
Ma quale messaggio lancia tutto questo a un sindaco calabrese? La presenza di Roy Biasi a sostengo di Orbán e Salvini è un segnale inquietante, che sembra legittimare politiche reazionarie, antidemocratiche e di chiusura, diametralmente opposte ai valori di apertura e inclusione di cui l’Italia, specialmente il Sud, dovrebbe farsi promotrice. Come se non bastasse, il raduno di Pontida è stato reso ancora più problematico dalla partecipazione del Generale Roberto Vannacci, una figura che si è distinta per le sue affermazioni estremamente controverse. Il Generale ha più volte esternato posizioni omofobe, definendo gli omosessuali “non normali”, dichiarazioni che alimentano una cultura dell’odio e dell’intolleranza. Non solo: Vannacci si è scagliato contro l’immigrazione, dipingendo gli immigrati come una minaccia alla sicurezza nazionale, e ha esaltato una visione della “patria” che rasenta il fanatismo nazionalista, dove la difesa della nazione è intesa come esclusione di chiunque sia diverso o straniero. L’idea di Biasi che partecipa a una manifestazione in cui una figura come Vannacci viene applaudita è l’ennesima conferma di un’adesione a una visione del mondo che non solo è lontana anni luce dalla realtà e dalle esigenze del Meridione, ma che rappresenta un’offesa ai principi di uguaglianza e rispetto per cui dovremmo tutti lottare. Come se non bastasse, lo stesso Biasi ha annunciato, tramite un post Facebook, la presenza di Vannacci nel nostro paese, a Taurianova. Roy Biasi a Pontida, al fianco di Salvini, Vannacci, Orbán e di una Lega che continua a proporre l’autonomia differenziata come soluzione, è un atto di vergogna per la Calabria e per tutto il Sud. Un sindaco calabrese non può e non deve accettare di far parte di un evento che celebra chi ha insultato e denigrato la sua terra. Un sindaco calabrese dovrebbe lottare per i diritti della sua gente, per evitare che il Sud venga ulteriormente marginalizzato da politiche come l’autonomia differenziata, e non legittimare chi, per anni, ha trattato il Meridione come un problema da eliminare. La Calabria merita di essere difesa, non tradita. E chi non è in grado di farlo, non dovrebbe rappresentarla. In tutto questo, non si può ignorare l’evidente inconsistenza politica della maggioranza e della giunta che sostengono Roy Biasi. Se avessero avuto una reale posizione politica e ideologica, coerente con gli interessi della Calabria e del Sud, non avrebbero mai permesso che il loro sindaco si recasse a Pontida. Un’amministrazione che avesse veramente a cuore il futuro della sua comunità, che comprendesse la gravità delle politiche discriminatorie e separatiste portate avanti dalla Lega, avrebbe opposto un netto rifiuto. Se ci fosse stata una posizione ideologica chiara, una volontà di difendere il Sud, questa giunta avrebbe fatto sentire la sua voce, si sarebbe opposta alla retorica e alle politiche della Lega, e non avrebbe permesso che Roy Biasi umiliasse la sua comunità partecipando a un evento che celebra chi, per decenni, ha denigrato il Meridione. Ma ciò non è accaduto, e il silenzio assordante di questa maggioranza è forse il segnale più preoccupante della mancanza di una vera guida politica.
Simone Marafioti Capogruppo Partito Democratico