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TAURIANOVA (RC), VENERDì 11 OTTOBRE 2024

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‘Ndrangheta, confisca di beni tra ville a Gioia Tauro e zanne di elefante, al consuocero del boss defunto Rocco Molè. Nome e Dettagli Un vero e proprio sistema di alleanze collegato anche alla potente cosca dei Piromalli di Gioia Tauro e Alvaro di Sinopoli che nei fatti rappresentano il gotha della 'ndrangheta sulla Piana di Gioia Tauro

‘Ndrangheta, confisca di beni tra ville a Gioia Tauro e zanne di elefante, al consuocero del boss defunto Rocco Molè. Nome e Dettagli Un vero e proprio sistema di alleanze collegato anche alla potente cosca dei Piromalli di Gioia Tauro e Alvaro di Sinopoli che nei fatti rappresentano il gotha della 'ndrangheta sulla Piana di Gioia Tauro

| Il 11, Ott 2024

Gli agenti della Polizia di Stato di Roma hanno confiscato beni a due importanti cassieri riconducibili alla ‘ndrangheta con base a Rocca di Papa, ai Castelli Romani, quasi 3 milioni di euro tra ville e zanne di elefante
Si tratta di Agostino Cosoleto della cosca Mammoliti, consuocero del boss Rocco Molè, e il romano Gianfranco Fornari, usuraio legato alla banda della Magliana.
Nei giorni scorsi la divisione anticrimine della questura ha confiscato in via definitiva la prima parte di un patrimonio da 3 milioni composto da tre ville a Gioia Tauro, conti correnti e persino due zanne di elefante.
Tutto nasce dall’operazione “Ragnatela” del marzo 2022, secondo cui Cosoleto era considerato il cassiere delle cosche Mammoliti e Mazzaferro.
Un vero e proprio sistema di alleanze collegato anche alla potente cosca dei Piromalli di Gioia Tauro e Alvaro di Sinopoli che nei fatti rappresentano il gotha della ‘ndrangheta sulla Piana di Gioia Tauro.
Cosoleto si era trasferito anni fa a Rocca di Papa, dove aveva iniziato con un hotel e un ristorante in via Frascati e insieme a Fornari aveva il compito di riciclare nell’economia romana i soldi delle ndrine provenienti da società o da beni intestate a prestanome.
Il patrimonio confiscato nei giorni scorsi in via definitiva riguarda i beni riconducibili a Cosoleto ed è composto da tre ville, un conto corrente e le due zanne di elefante. Ma il patrimonio economico messo sotto sequestro dall’operazione Ragnatela nella capitale, sul quale si attende adesso la sentenza definitiva della Cassazione, è ancora più ingente.
Le indagini che hanno portato alla confisca definitiva sono sempre state condotte dalla questura di Roma: dopo la chiusura dell’hotel ristorante a Rocca di Papa alcuni personaggi tentarono di riaprire il locale con operazioni considerate sospette ma il monitoraggio delle forze dell’ordine, fra cui la polizia locale, riuscì a evitare che le cosche si riprendessero il locale.
La figura chiave attorno a cui ruotava il sistema era quella di Cosoleto, esponente della cosca Mammoliti-Mazzaferro, e lo stesso giocava un ruolo chiave negli equilibri del mandamento tirrenico della ‘ndrangheta, ed è consuocero del boss Rocco Molè assassinato a febbraio 2008, collegato alla famiglia Piromalli e alla ndrina di Sinopoli degli Alvaro.
I beni irrevocabilmente confiscati che entreranno a far parte del patrimonio dello Stato sono tre unità immobiliari site nel Comune di Gioia Tauro, disponibilità finanziarie giacenti su un rapporto creditizio e due zanne di avorio elefantino, per un valore complessivo di oltre 160 mila euro.