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TAURIANOVA (RC), SABATO 12 OTTOBRE 2024

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Titengostretto, “Le integrazioni non convincono, da Villa San Giovanni l’impegno per la tutela di cittadini e territorio” Dopo l'annuncio della presentazione entro i termini delle integrazioni richieste dal MASE, il comitato Titengostretto, nel prenderne visione ha notato una serie di rimandi e pochi studi, soprattutto sulle faglie attive e capaci nel territorio villese

Titengostretto, “Le integrazioni non convincono, da Villa San Giovanni l’impegno per la tutela di cittadini e territorio” Dopo l'annuncio della presentazione entro i termini delle integrazioni richieste dal MASE, il comitato Titengostretto, nel prenderne visione ha notato una serie di rimandi e pochi studi, soprattutto sulle faglie attive e capaci nel territorio villese

| Il 12, Ott 2024

Dopo l’annuncio della presentazione entro i termini delle integrazioni richieste dal MASE, il comitato Titengostretto, nel prenderne visione ha notato una serie di rimandi e pochi studi, soprattutto sulle faglie attive e capaci nel territorio villese, restano aperti gli interrogativi principali: cavi, materiali, piani economici e di cantierizzazione di qua e di là dallo Stretto.
A palazzo Zanca il 3 ottobre scorso, partecipando all’assemblea pubblica di Invece del ponte, Rossella Bulsei ha fatto precedere il suo intervento dalla lettura dell’art 21 della Costituzione per fugare il sospetto del terrorismo della parola e ricordare che la libertà di espressione del pensiero è diritto inalienabile dei cittadini italiani. Filo conduttore la questione espropri, previsti per la pubblica utilità, ma rifiutati dai destinatari, per la conclamata inutilità e documentata insostenibilità di un’opera il cui progetto ancora oggi, da più parti è considerato non definitivo.
Dati alla mano tecnici ed esperti di chiara fama rimarcano la carenza della documentazione di un progetto che appare blindato dalle risposte di SdM, dalle rassicurazioni a mezzo stampa dell’AD, garantito dal Dl 89 convertito in Legge 120 per le infrastrutture e dal decreto sicurezza, il 1660, che inasprendo le sanzioni sembrerebbe voler tacitare l’espressione del dissenso anche nelle forme civili e del dibattito pubblico che – come è noto- è stato inibito ab origine su quest’opera della quale è concesso solo propagandare la bontà.
Se da un lato “è tutto a posto”, dall’altro si confermano anche nei documenti del 13 settembre, tutti i dubbi sulla reale fattibilità dell’opera che si traducono inevitabilmente nel rischio incompiuta, che costerà ai territori lo sconvolgimento urbanistico e ambientale e l’aggressione ai cittadini in particolar modo ai destinatari di esproprio. Usiamo i termini sconvolgimento e aggressione perché di questo si tratta. Abbiamo assistito al consiglio comunale del 9 ottobre con particolare attenzione alla lunga discussione del quarto punto all’ordine del giorno: osservazioni concernenti la documentazione presentata dalla Stretto di Messina nell’ambito delle richieste di integrazioni del MASE.
Una seduta, quella di mercoledì, che affronta il tema del futuro della città e la visione che si ha di essa, ivi compresi i destini dei cittadini tutti e non solo degli espropriandi i quali saranno i primi ma non i soli a subire gravi disagi. Sugli espropriandi grava già adesso il danno materiale del vincolo preordinato all’esproprio e quello esistenziale la cui portata è impossibile da comprendere da chi non ha mai varcato la soglia di una delle case colorate di giallo nelle tavole di SdM.
Si sono avvicendati gli interventi dei consiglieri di maggioranza e minoranza e della Signora Sindaco in un susseguirsi di dichiarazioni, analisi, risultati di indagini. Il Consigliere Scicchitano avanza la proposta di moratoria sugli espropri fino alla presentazione del progetto esecutivo che sarà votata nella prossima seduta. Proposta motivata per Scicchitano, dalla mancanza di calcoli e dati certi che comprovino la reale ed effettiva realizzabilità dell’opera e la sostenibilità per la città dei cantieri. Ampia la discussione sui sottoservizi, sulla viabilità, l’impatto sulla salute, le faglie sismiche, l’area di Forte Beleno, le opere – non propedeutiche, non compensative- bensì prioritarie per la città e che la città fa bene a reclamare. Pietro Idone, Ruggero Marra, Abino Rizzuto, Vincenzo Calabrò, dalla maggioranza, hanno ripetuto all’unisono l’espressione: tutela del territorio e dei cittadini, la minoranza gli fa eco rivendicando convintamente la posizione favorevole all’infrastruttura pur sollecitando garanzie nella fase di realizzazione, consapevole anch’essa, che i disagi saranno molti. Successivamente il capogruppo Marco Santoro da lettura di un lungo documento che ribadisce la fiducia in uno sviluppo futuro ipotizzato, ma non chiarisce concretamente cosa, come e a quale costo si dovrebbe realizzare questo ipotetico sviluppo futuro, anche da questo documento, non un dato, non il risultato di uno studio, un’ esortazione invece, all’Amministrazione, di attivare azioni educative e formative per i più giovani sui vantaggi del ponte, prontamente restituita al mittente dalla prima cittadina. Il documento stesso, per chi ne ha ascoltato la lettura, è risultato in più punti contraddittorio e conferma in chi scrive la prospettiva che di questo sviluppo ipotetico non sarà beneficiaria la città, che al contrario, anziché vedere il rientro dei suoi giovani, potrebbe andare incontro allo spopolamento e non solo di coloro che saranno obbligati a cambiare casa e probabilmente, comune di residenza.
Entro il prossimo 13 ottobre saranno inviate le controdeduzioni alle integrazioni da parte di Enti, partiti, associazioni e comitati al MASE. Resta alta l’attenzione del comitato Titengostretto e di tutti i cittadini espropriandi i quali legittimamente e nel rispetto delle Istituzioni non possono accettare che venga loro chiesto un sacrificio per qualcosa che adesso più di prima appare palesemente inutile.