Col nodo di Tarsia sta sparendo la Alta Velocità in Calabria, nel silenzio generale Stasi: "Senza infrastrutture questa terra non ha futuro"
redazione | Il 16, Nov 2024
È passato più di un anno da quando dichiarai, in un silenzio tombale, che senza il nodo di Tarsia la Calabria non avrà mai una vera e propria linea di Alta Velocità, ma una rabberciata alla linea esistente.
Oggi, in un silenzio ancor più stridente, i fondi PNRR dell’alta velocità continuano ad essere progressivamente sottratti per finanziare altre opere nel centro nord del Paese dal quale la Calabria già sconta un gap infrastrutturale di alcuni secoli.
Ecco perché chi non si oppose, su tutti i fronti, alla rimozione del nodo di Tarsia oggi dovrebbe aprire una riflessione ed attivare una mobilitazione politica senza precedenti, perché perdendo il treno dell’Alta Velocità ed in particolare dei fondi PNRR questa terra non ha futuro.
Non poteva non essere così perché tutti sanno, persino RFI, che il percorso che attraversa Tarsia e collega le valli del Crati e dell’Esaro, la Sibaritide ed il Pollino fino all’area urbana di Cosenza, è il migliore percorso possibile per una nuova infrastruttura e probabilmente l’unico realizzabile.
Oggi il pretesto per sottrarre i fondi alla Calabria e portarli altrove è rappresentato dal fatto che i progetti non sono cantierabili in breve tempo. Ma cosa ci si poteva aspettare se l’unico progetto su cui si è lavorato e fattibile, per il quale sono stati investiti 35 milioni di euro di fondi pubblici, è stato all’improvviso cancellato nel totale immobilismo di gran parte delle rappresentanze regionali?
Questa è la ragione per la quale più volte ho spiegato che la difesa dell’attraversamento di Tarsia non era affatto campanilistica (fra l’altro Tarsia non è esattamente “sotto casa”) né certamente una azione contro i nostri centri del Tirreno, che hanno una linea attraversata da treni veloci che non va certamente soppressa ma, al contrario, rafforzata. L’Alta Velocità ha delle caratteristiche che impongono, però, la realizzazione di un diverso tracciato e per altro questa rappresenta l’occasione di unire realmente la Calabria, consentendo l’accesso al servizio ferroviario per quasi un terzo di Calabresi che oggi, di fatto, fanno prima ad usare altri mezzi, facendo venir meno la sostenibilità di opere e servizi.
Questo vale anche per i cittadini del reggino: avere un enorme bacino di utenza in più su linee che comunque avranno come capolinea Reggio Calabria significherà avere più servizi e di migliore qualità.
Serve riaprire la discussione sul tracciato di quest’opera e sul suo finanziamento: due discussioni che sono – di fatto – una soltanto e se prima questa poteva essere bollata come una ipotesi, oggi è dimostrata dai fatti.
IL SINDACO
FLAVIO STASI