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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

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Il Giallo. I resti umani carbonizzati all’interno del fuoristrada siano di Antonio Strangio, omicidio di ‘ndrangheta? E intanto a San Luca spuntano manifesti in cui "ringraziano la popolazione e dispensano dalle visite"

Il Giallo. I resti umani carbonizzati all’interno del fuoristrada siano di Antonio Strangio, omicidio di ‘ndrangheta? E intanto a San Luca spuntano manifesti in cui "ringraziano la popolazione e dispensano dalle visite"

| Il 24, Nov 2024

Di GiLar

L’ipotesi che i resti umani carbonizzati siano dell’allevatore di 42 anni Antonio Strangio, si fa sempre più concreta. Quei resti all’interno del fuoristrada distrutto da un incendio trovato lunedì scorso in una zona di campagna, tra San Luca e Bovalino che sembravano inizialmente quelle di una carcassa di pecora, oggi aprono scenari inquietanti di un presunto omicidio di ‘ndrangheta.
Ma per avere avere certezze sull’identità della vittima la Procura della Repubblica di Locri che sta coordinando le indagini è in attesa dei risultati del Ris di Messina, per trasmettere in caso i dati alla Dda di Reggio Calabria, e quindi del fascicolo di inchiesta se si dovesse trattare un presunto omicidio della criminalità organizzata, che coordina al momento le indagini condotte dai carabinieri in attesa di un’eventuale trasmissione del fascicolo d’inchiesta alla Dda di Reggio Calabria, ed è stato disposto sui resti l’esame del Dna che arriverà tra qualche settimana.
Quindi un rogo appiccato con l’intento di distruggere e cancellare più prove possibili, allungando così i tempi? Di questa misteriosa e soprattutto inquietante vicenda che da giorni continua a rendere a San Luca e dintorni anche l’aria particolarmente pesante.
Antonio Strangio, 42enne, sposato e padre di quattro figli, non ha alcun precedente per fatti di ‘ndrangheta, ma tutto questo resta un mistero perché se qualora ci fosse la conferma che i resti umani appartenessero all’allevatore, lo scenario diventa terribile perché la modalità di un omicidio è quello tipicamente della ‘ndrangheta, maledettamente della ‘ndrangheta. C’è un precedente che riguarda il padre Giuseppe che fu coinvolto nell’inchiesta sul sequestro di Cesare Casella, rapito a Pavia nel 1988 e rilasciato due anni dopo dietro pagamento di un riscatto.
Ma intanto dei manifesti “strani” compaiono a San Luca dove c’è scritto che le famiglie Strangio e Scalia “ringraziano a tutta la popolazione ma dispensano dalle visite”. Perché? E come mai questi manifesti funebri che vengono fatti affiggere prima che arrivano tutte le certezze? L’ipotesi è che davvero è stato ucciso e i familiari lo stanno sospettando? Domande che gli investigatori dovranno porsi e approfondire quest’azione che appare molto strana e inusuale.
Tra un manifesto e l’attesa dei risultati, i familiari si sono rinchiusi in un totale riserbo e silenzio e in un luogo dove si respira un’aria molto pesante.