Errori giudiziari e suicidi – Di Giacomo (S.PP.), due facce della stessa medaglia di inciviltà indegna di un Paese occidentale Persone innocenti e suicidi sono due facce della stessa medaglia di inciviltà indegna di un Paese occidentale. Se si muore di più e sono più numerosi i casi di ingiusta detenzione il sovraffollamento nei nostri penitenziari
redazione | Il 20, Dic 2024
“Un migliaio di cittadini in un anno finiti in carcere da innocenti, nel giro di due anni il
doppio dei “casi di ingiusta detenzione” – che secondo il rapporto diffuso dall’ Associazione
Errorigiudziari.com nel 2022 sono stati 539, per una spesa complessiva in indennizzi di cui è
stata disposta la liquidazione pari a 27 milioni 378 mila euro – è il segno che il nostro
sistema giudiziario-penitenziario versa in uno stato comatoso”. Così Aldo Di Giacomo,
segretario generale S.PP., che aggiunge: “sempre quest’anno si registra il più alto numero di
morti in carcere – 246 – di cui 88 suicidi che superano il tetto massimo raggiunto due anni
fa (84) e 155 per altre cause. Persone innocenti e suicidi sono due facce della stessa
medaglia di inciviltà indegna di un Paese occidentale. Se si muore di più e sono più
numerosi i casi di ingiusta detenzione il sovraffollamento nei nostri penitenziari diventa per
questo una doppia emergenza sociale. Nella “speciale” classifica degli errori giudiziari tra le
città con il maggior numero di casi indennizzati – secondo i dati diffusi dall’Associazione che
se ne occupa da anni – ci sono sette città (Reggio Calabria, Palermo, Napoli, Catania, Lecce,
Salerno e Catanzaro) del Sud: Reggio Calabria, con oltre 10 milioni e 300 mila euro; Palermo:
3 milioni 557 mila euro. Segue Roma, con poco più di 1 milione e 900 mila euro. Risorse
finanziarie ingenti che si sottraggono alle tante azioni urgenti da fare ad opera
dell’Amministrazione Penitenziaria. Basterebbe prendere esempio dal Belgio dove lo Stato
spende in risarcimento circa 20 volte in meno dell’Italia. Tutto questo accade – commenta Di
Giacomo – mentre nessuno risponde degli “errori giudiziari” e sulle riforme si succedono
Ministri e Governi e quando sembra siamo ad un passo dalla conclusione, si torna, come nel
gioco dell’oca, alla casella di partenza scaricando ogni peso sul personale di polizia
penitenziaria”.