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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 22 GENNAIO 2025

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Locride “Rosso Sangue”: si indaga a tutto campo e sui legami tra un omicidio di ‘ndrangheta e il “Caso Strangio” Ma c’è una Bovalino sconvolta dagli eventi delittuosi, ieri la verità dell’omicidio di Francesco Marando, ucciso dal figlio a seguito di una lite familiare finita in tragedia

Locride “Rosso Sangue”: si indaga a tutto campo e sui legami tra un omicidio di ‘ndrangheta e il “Caso Strangio” Ma c’è una Bovalino sconvolta dagli eventi delittuosi, ieri la verità dell’omicidio di Francesco Marando, ucciso dal figlio a seguito di una lite familiare finita in tragedia

| Il 21, Gen 2025

Di GiLar

C’è molta tensione nella Locride, sia per i fatti di sangue dopo l’omicidio a Bovalino di Giancarlo Polifroni, ammazzato in un agguato con le tipiche modalità della ‘ndrangheta, a colpi di lupara, la sera del 9 gennaio scorso. Il 50enne era agli arresti agli arresti domiciliari con un curriculum criminale molto “importante” e che da qualche giorno aveva ottenuto il permesso di uscire di casa per andare a lavorare in un esercizio commerciale di proprietà di un parente. Polifroni nell’ultimo decennio era stato coinvolto in operazioni criminali sul narcotraffico, tra cui i blitz denominati “Stupor Mundi” e “Imelda”.

Si cerca un legame con un altro caso misterioso accaduto nella Locride, ovvero il cosiddetto caso Strangio, il 42enne di San Luca di cui si sta indagando se i resti trovati nel suo fuoristrada carbonizzato a metà novembre scorso, tra le campagne di San Luca e Bovalino, appartengono allo stesso. Inizialmente si era pensato che fossero di qualche animale, poi dai primi esami scientifici si è fatta più consistente l’idea che si trattasse di resti umani.
Antonio Strangio, un cognome molto pesante della ‘ndrangheta di quella zona, sposato e padre di quattro figli, non ha alcun precedente per fatti di ‘ndrangheta, ma tutto questo resta un mistero perché se qualora ci fosse la conferma che i resti umani appartenessero all’allevatore, lo scenario diventa terribile perché la modalità di un omicidio è quello tipicamente della ‘ndrangheta, maledettamente della ‘ndrangheta. C’è un precedente che riguarda il padre Giuseppe che fu coinvolto nell’inchiesta sul sequestro di Cesare Casella, rapito a Pavia nel 1988 e rilasciato due anni dopo dietro pagamento di un riscatto.

C’è però un fatto curioso accaduto a San Luca in quel periodo, ovvero che dopo la notizia della scomparsa di Strangio, sono apparsi manifesti funebri dove era riportato che le famiglie Strangio e Scalia “ringraziano a tutta la popolazione ma dispensano dalle visite”.

Perché? E come mai questi manifesti funebri che vengono fatti affiggere prima che arrivano tutte le certezze? L’ipotesi è che davvero è stato ucciso e i familiari lo stanno sospettando? Domande che ancora pretendono una risposta e che sarà compito degli investigatori a fare luce, ma intanto sembra che non ci sia nessun legame con l’uccisione di Giancarlo Polifroni.
Ma c’è una Bovalino sconvolta e soprattutto poco tranquilla, la tensione è alta e la paura inizia a sentirsi. Ma c’è anche un altro episodio che ha destato preoccupazione in questi giorni e che inizialmente si pensava fosse un altro omicidio di ‘ndrangheta, ma anche se resta un delitto è un segnale d’allarme preoccupante, ovvero l’omicidio dell’ex commerciante Francesco Marando, il 54enne originario di San Luca, ucciso a colpi di pistola a seguito di una lite familiare sfociata in tragedia e che per tale delitto sono stati arrestati i figli del Marando, tra cui uno è minorenne. E che sembra che il delitto sia stato consumato, a seguito delle confessioni di uno dei figli, perché il padre era violento all’interno dei muri di casa, ovviamente è tutto da verificare, ma intanto l’unica certezza è che nella Locride, a Bovalino c’è un altro morto ammazzato.