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TAURIANOVA (RC), VENERDì 27 DICEMBRE 2024

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Resti umani nello stomaco di uno squalo catturato alle Bahamas

Resti umani nello stomaco di uno squalo catturato alle Bahamas

| Il 08, Set 2010

Gli investigatori, attraverso l’esame del Dna, sperano di arrivare a un’identificazione

Resti umani nello stomaco di uno squalo catturato alle Bahamas

Gli investigatori, attraverso l’esame del Dna, sperano di arrivare a un’identificazione

 

WASHINGTON – In una puntata di “Csi Miami”, gli agenti indagano su resti umani trovati nella pancia di uno squalo. Dalla fiction alla realtà: la polizia delle Bahamas è impegnata in un caso identico e sta lavorando per scoprire chi sia la vittima. E’ domenica, tre pescatori sono impegnati in una “battuta” a circa 38 miglia a sud di New Providence (Bahamas). Sperano di prendere delle cernie. Invece – secondo il racconto riportato dai media locali – catturano uno squalo tigre di quasi quattro metri: non appena lo sistemano a bordo rigurgita un piede. I pescatori decidono di rientrare in porto mentre contattano via radio la polizia.

LA VITTIMA UN UOMO DI COLORE – Una volta a terra gli agenti incidono la pancia dello squalo e trovano un piede destro, le braccia, parte del tronco. I resti sono trasferiti al laboratorio di medicina legale: in base ai primi rilievi la vittima sarebbe un uomo di colore e di buona corporatura. Troppo presto per dire se sia stato ucciso dal predatore o se invece era già cadavere al momento dell’assalto. Gli investigatori, attraverso l’esame del Dna, sperano di arrivare a un’identificazione. E a questo proposito seguono un paio di ipotesi. La prima è quella che porta agli immigrati clandestini – in particolare haitiani – che cercano di raggiungere le coste della Florida e a volte sono vittime di naufragi. L’altra riguarda tre scomparsi in mare nell’ultima settimana. Frank Brown, 62 anni, e Delton Newton, 47 anni, erano fuori in barca quando hanno segnalato problemi al motore. Non sono più tornati. Stessa sorte per un uomo sparito in circostanze simili da quasi sette giorni. Marie Levine, dello Shark Research Institute (Sri), ha affermato che in base alle foto – pubblicate da un sito di una tv – è arduo dire se la persona fosse ancora in vita quando e’ stata assalita. L’esperta ha poi precisato che gli squali percorrono lunghe distanze e dunque è anche possibile che i resti non siano quelli degli scomparsi alle Bahamas.