Dissesto idrogeologico, la piana di Gioia Tauro in ginocchio
redazione | Il 03, Nov 2010
Urge l’invio del Genio Militare
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LUIGI MAMONE
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Urge l’invio del Genio Militare
LUIGI MAMONE
Momenti drammatici quelli vissuti ieri da numerose famiglie di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria.
Lesondazione del fiume Budello, un corso dacqua che lambisce la parte bassa dellabitato a sud del Piano delle Fosse, lantico centro storico della cittadina tirrenica ha allagato interi quartieri e nelle zone più colpite, il flusso dellacqua ha superato abbondantemente il metro di livello.
La violenza della corrente fluviale alimentata dalla pioggia caduta incessantemente per quasi dodici ore e dallenorme quantità dacqua proveniente dalle aree delHinterland ha creato momento di panico e di paura finanche per la stabilità di molti edifici di non recente costruzione lambiti dalla violenta corrente.
I vigili del fuoco hanno lavorato fino a tarda notte per soccorrere dal cielo con lausilio di elicotteri gli sfollati che avevano cercato riparo ai piani alti delle case e sulle terrazze.
Alla fine , mentre le ombre della notte calavano su uno scenario da tregenda, la violenza della pioggia era cessata e il flusso dacqua dapprima blandamente e poi definitivamente perdeva energia lasciando limmagine di un gigantesco acquitrinio circondato da case.
Lesondazione del Budello, unita ai danni terrificanti prodotti dallo straripamento di altri fiumi dellhinterland pianigiano, lo Sciarapotamo a Melicucco, il Marro a sud di Taurianova, danno la misura di quanto in questi anni , in Calabria, poco sia stato fatto in tema di prevenzione del dissesto idrogeologico.
Troppe cementificazioni, troppe violenze sul territorio, e sui suoli agrari e sulle aree boschive innescano ad ogni fenomeno temporalesco , anche di media gravità, spirali di problemi e diventano causa prima di danni e di perdita di raccolti. Nel caso di un episodio particolarmente violento e duraturo come quello di ieri, le conseguenze sono state quelle di una chiara inidoneità del sistema di defluivi delle acque, nelle campagne e nelle città. Le stradine di campagna, un tempo bianche e capaci di drenare e disperdere le acque nelle superfici agrarie lungo il corso oggi si presentano quasi ovunque asfaltate o cementificate. Ai lati nessuna cunetta o altro sistema di canalizzazione delle acque , che finiscono per invadere le arterie principali , le vie cittadine allagando le campagne per scendere infine , come ogni fiume, verso il mare, come è accaduto Gioia Tauro.
Il dramma, dicono gli anziani, è che simili emergenze a memoria duomo non si erano mai viste . Neanche nelle tragiche alluvioni del 1951, del 1956 e del 1974, solo per citare le più violente si era giunti a contare danni così gravi e cos diffusi.
Ovunque in Calabria ormai è un continuo allerta . Quasi ovunque in gli enti locali sono in dissesto o in para dissesto e non hanno soverchi margini per interventi seri. La protezione Civile può fare fronte solo alle emergenze. E il Governo , preso da altre vicende attualmente a sfondo per lo più erotico non palese alcun reale interesse . E allora?
Gli interventi nelle aree di criticità vengano affidati allEsercito e, in particolare al Genio militare. Non solo sugli scenari di guerra medio ed estremo orientali il governo Italiano può e deve mandare le nostre truppe ma anche in Calabria, per ripulire e rafforzare gli argini, dragare le vie di defluvio interne spesso intasate per lincuria in cui gli enti locali le lasciano e quantaltro occorre per evitare danni e tragedie. Si può morire su scenari di guerra . Ma centocinquanta dopo la tanto oggi celebrata Unità dItalia appare paradossale morire per un temporale . Proprio per questo urge che il Genio Militare intervenga con urgenza in Calabria.