A novembre in calo le domande Cig
redazione | Il 06, Dic 2010
Novanta milioni di ore, -8% sul 2009
A novembre in calo le domande Cig
Novanta milioni di ore, -8% sul 2009
(ANSA) ROMA – Calano le richieste di utilizzo di cassa integrazione a novembre: nel mese, per la prima volta dall’inizio della crisi, si registra un calo tendenziale con 90,7 milioni di ore autorizzate contro le 100.8 milioni di novembre 2009 (-8%). Su ottobre 2010 si registra invece un calo delle ore autorizzate di cassa nel complesso del 10%. Lo comunica l’Inps. Le aziende italiane hanno chiesto all’Inps nei primi 11 mesi del 2010 oltre 1,1 miliardi di ore di cassa integrazione con un aumento del 37,1% rispetto allo stesso periodo del 2009. Nel mese di novembre c’é stato un calo sia congiunturale e tendenziale della richiesta di cassa integrazione che ha fatto sì che sia stato possibile ridurre la percentuale di aumento tendenziale (era al 44,1% nei primi 10 mesi dell’anno). Le domande di disoccupazione arrivate all’Inps a ottobre sono state 128.000, in calo del 3,2% rispetto alle 133.000 dell’ottobre 2009. Lo comunica l’Inps precisando che le domande di mobilità nel mese sono passate dalle 7.900 dell’ottobre 2009 a meno di 6.500 dell’ottobre 2010 (-18,2%).
SACCONI, CALO CIG CONFERMA RIPRESA ECONOMICA IN ATTO – La diminuzione delle richieste di cassa integrazione registrata dall’Inps a novembre sono una conferma della ripresa economica in atto. Lo sottolinea il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi in una nota. “La decisa riduzione nell’impiego della cassa integrazione, dell’indennità di disoccupazione come in quella della mobilità confermano se pure in ritardo come sempre accade – afferma il ministro – la ripresa in atto soprattutto nell’industria”. Secondo Sacconi “i problemi non sono finiti perché sono in atto molte trasformazioni negli assetti proprietari o produttivi di molte società con conseguenze sull’occupazione. Lo testimoniano – dice – i molti tavoli ministeriali attraverso i quali si individuano spesso soluzioni concordate con le parti per la continuità produttiva e occupazionale. Fondamentale – conclude – rimane la politica di investimento nelle competenze attraverso la buona formazione e la diffusione dei contratti di apprendistato”.
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