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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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PD in piazza, Bersani: dopo 16 anni siamo al disastro, serve governo di responsabilita’

PD in piazza, Bersani: dopo 16 anni siamo al disastro, serve governo di responsabilita’

| Il 12, Dic 2010

Sono decine di migliaia i democratici provenienti da tutta Italia che hanno dato vita alla grande manifestazione del Pd a Roma contro il governo Berlusconi

PD in piazza, Bersani: dopo 16 anni siamo al disastro, serve governo di responsabilita’

Sono decine di migliaia i democratici provenienti da tutta Italia che hanno dato vita alla grande manifestazione del Pd a Roma contro il governo Berlusconi

 

 

ROMA-Sono decine di migliaia i democratici provenienti da tutta Italia che hanno dato vita alla grande manifestazione del Pd a Roma contro il governo Berlusconi.”Con l’Italia che vuole cambiare” e’ lo slogan-guida dell’iniziativa, che ha ceduto via via il passo ad un altro nato spontaneamente tra le persone che hanno affollato i due cortei: ”Orgoglio democratico”. ”Questa e’ l’Italia che non e’ in vendita”, e’ un altro slogan accolto e ripetuto come un mantra dai democratici.Al di la’ dei numeri, che come sempre vedranno contrapposizioni dialettiche ed anche polemiche, si puo’ parlare di una grande partecipazione, anche imponente visto che la piazza San Giovanni si stava gia’ riempendo quando i due cortei ancora non avevano lasciato del tutto i due punti di raccolta, Piazza della Repubblica (piu’ nota ai romani col vecchio nome di Piazza Esedra) e Piazzale ostiense.L’affluenza e’ stata permessa, oltre ai mezzi privati, da 18 treni speciali, 2 navi e 1.600 pullman. L’orgoglio democratico trapela in tutte le dichiarazioni, dai semplici militanti ai big del partito. ”Siamo il dopo Berlusconi: quella che c’e’ qui oggi e’ l’Italia del domani” ha detto il segretario Pier Luigi Bersani. ”Bella manifestazione -ha commentato Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd- c’e’ tanta gente che vuole voltare pagina e spera che martedi’ prossimo cominci la primavera con qualche mese di anticipo”.Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici, ”senza il Pd l’Italia non puo’ pensare ad un cambiamento”.Veltroni ha sottolineato come in Italia si viva ”un clima politico avvelenato” e che ”da questa piazza parte un messaggio di speranza”.Franco Marini, oltre a sottolineare la grande partecipazione alla manifestazione, ha voluto smentire dissidi interni da parte di ex popolari. ”Nessun malessere”, ha detto, aggiungendo: ”Siamo tutti qui in un clima civile. E’ un grande giorno per la democrazia”. Gli ha fatto eco Giuseppe Fioroni, che ha dichiarato: ”Mi sembra che in questa manifestazione ci sia l’Italia che vuole cambiare e voltare pagina”.DOPO 16 ANNI DI BERLUSCONI SIAMO AL DISASTRO”Adesso la domanda e’: dopo questi sedici anni e dopo quattro Governi Berlusconi, dopo un decennio dominato da lui possiamo tirare qualche somma? E lo chiedo anche agli elettori del centrodestra, possiamo tirare qualche somma o dobbiamo aspettare tutto il millennio?”.E’ la domanda che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha posto nel suo discorso a Piazza San Giovanni per la parte che e’ risuonata come una dura requisitoria.”Se tiriamo le somme -ha affermato Bersani-, si deve dire che il bilancio di questi anni e’ disastroso. Il nostro Paese non e’ migliorato in niente. Ci siamo visibilmente allontanati dai Paesi forti dell’Europa. Abbiamo perso posizioni su posizioni in tutte le classifiche immaginabili e possibili: dalla ricchezza per abitante, al numero degli occupati, alle prospettive dei giovani, agli investimenti per la ricerca, all’andamento dei consumi, all’andamento del debito pubblico, all’aumento delle diseguaglianze, al divario nord-sud, all’evasione fiscale, al peso della burocrazia, alla diffusione di corruzione e illegalita’. Potrei far notte continuando l’elenco. Un vero disastro”.”L’unica classifica che grazie a Berlusconi abbiamo rimontato e’ quella del nostro posto nelle barzellette del mondo, del nostro posto nel discredito del mondo! E c’e’ qualcosa -ha aggiunto- che e’ avvenuto, di meno misurabile ma ancora piu’ grave. Il deperimento dell’etica pubblica, della dignita’ delle istituzioni e della politica; l’idea di una doppia morale consentita ai ricchi e ai potenti; il riaffacciarsi di stereotipi insultanti per la dignita’ della donna, la condiscendenza verso la mentalita’ pararazzista”.”Dunque, tirando finalmente le somme della lunga fase iniziata tantianni fa, dobbiamo dire che solo il centrosinistra nel corso degli anni novanta ha affrontato con serieta’ e rigore e a viso aperto i problemi di fondo del Paese: problemi di risanamento, di riforma, di grande prospettiva europea, con guide autorevoli e programmi coraggiosi confluiti tutti nell’Ulivo di Romano Prodi, che vogliamo salutare qui con grande affetto come la personalita’ riassuntiva di una grande stagione di impegno. Ma dobbiamo purtroppo dirlo: molto di tutto questo – ha affermato Bersani – e’ stato svilito e grandemente compromesso dai Governi berlusconiani e leghisti”.”Quei Governi hanno fallito. Hanno fallito -ha detto Bersani- perche’ hanno ridotto l’azione di governo a strumento di propaganda, alla predicazione dei cieli azzurri fino a vendere miracoli a buon mercato o addirittura miracoli a rate come a Napoli e all’Aquila. Hanno fallito perche’ si sono avvitati sui problemi del Capo dimenticando i problemi degli italiani; hanno fallito perche’ il loro meccanismo populistico ha sempre bisogno del nemico generando cosi’ disunione, contrapposizione, tifoseria, una rottura profonda fra gli italiani che non si era vista nemmeno ai tempi della guerra fredda. Hanno fallito perche’ all’ombra del Capo sono inevitabilmente fiorite relazioni speciali, personali e quindi cricche di ogni genere e specie, indebolimento delle regole fino a fatti di degenerazione e di corruzione. Hanno fallito infine perche’ hanno preso a rovescio il grande tema economico e sociale: sono stati con la ricchezza, sono stati con la rendita, sono stati con il privilegio e hanno cosi’ disarmato le leve della crescita: la famiglia, il lavoro, l’impresa, la conoscenza. Hanno fallito e se hanno fallito non puo’ sempre essere colpa degli altri: dei comunisti, dei giornali di sinistra, dei giudici, dei traditori, degli americani o dei marocchini, dei complotti internazionali”.”Caro PDL e cara Lega -ha detto Bersani-, ve lo chiedo ancora: avete governato per sette anni degli ultimi nove.Quanto anni volete governare prima che sia colpa vostra?”.GOVERNO RESPONSABILITA’ ISTITUZIONALE PER REAGIRE A DECLINOUn governo di responsabilita’ istituzionale per fare uscire l’Italia dalla instabilita’ e dal declino: e’ questa la proposta che Pier Luigi Bersani a nome del Pd ha ribadito nel suo discorso a Piazza San Giovanni.”Da sei mesi siamo nell’instabilita’. Berlusconi e’ l’instabilita’. E chi dovrebbe darcela adesso questa stabilita’? Un voto in piu’ comprato in Parlamento? Una bagarre elettorale fatta con la testa all’indietro e con esiti di governabilita’ assolutamente incerti? No. Oggi davanti all’Europa e alla societa’ italiana la risposta di stabilita’ -ha affermato Bersani- puo’ solo venire da un governo serio di responsabilita’ istituzionale che garantisca una transizione ordinata, nuove regole elettorali, alcuni interventi essenziali e urgenti in campo economico e sociale e porti il Paese ad un confronto elettorale capace finalmente di rivolgersi al futuro perche’ fuori finalmente dalla situazione bloccata e impotente di questi anni”.”Nel caso di apertura di una crisi questa -ha sottolineato Bersani- e’ la proposta che avanzeremo al Capo dello Stato al quale confermiamo qui assoluto rispetto per le Sue prerogative e ammirazione e stima per come le sta esercitando.Siamo dunque pronti a prenderci oggi le nostre responsabilita’, sia nel sostenere il Governo che chiediamo, sia nello svolgere da una posizione piu’ avanzata e con maggior convinzione ancora la nostra battaglia di opposizione”.”Ma oggi, care democratiche e cari democratici, siamo soprattutto qui per dire a voce alta -ha detto il segretario del POd- quale Italia vogliamo, qual e’ il nostro sogno e quali gambe vogliamo dargli perche’ possa davvero camminare.Vogliamo dire da qui che noi abbiamo un progetto di cambiamento. Non ci arrendiamo al declino dell’Italia”.PATTO DI RINASCITA, LA PROPOSTA BERSANI DA PIAZZA SAN GIOVANNIUna chiara prova di forza che nega l’idea di un deperimento inarrestabile del partito; una dura e meticolosa requisitoria nei confronti di Berlusconi e del suo governo; la proposta di un’alleanza, di un patto per la rinascita dell’Italia.E’ intorno a questi tre capisaldi che si e’ svolto il lungo discorso di Pier Luigi Bersani alla grande manifestazione democratica a Roma in Piazza San Giovanni.Il primo rilievo e’ proprio nella dimensione della manifestazione che in molti, alla vigilia, immaginavano ben piu’ magra di quanto e’ stata. Si era parlato di stanchezza del partito e di una crescente disaffezione dei democratici, financo di mal di pancia tra gli ex popolari, ancora una volta descritti in partenza verso altri lidi. La dimensione della manifestazione sembra dimostrare una riserva di energie dei democratici che non si arrendono di fronte alla possibilita’ (e probabilita’) di un nuovo autosalvataggio di Berlusconi. Le notizie sulla compravendita dei parlamentari non hanno provocato una comprensibile frustrazione, ma hanno dato forza ad una indignazione a cui ha simbolicamente dato voce proprio Bersani con quel ”Vergogna!” gridato per cinque volte, a cui ha risposto tutta la piazza.Il secondo punto e’ quello della requisitoria. Bersani in questa parte del discorso si e’ espresso con toni vibrati che piu’ che un pubblico ministero hanno evocato la figura di antichi tribuni che non esitavano a fustigare il decadimento morale di una societa’. Al centro della requisitoria l’indicazione di una inadeguatezza al ruolo di governo al punto di evocare la dimensione del ”disastro”, economico, politico ma soprattutto sociale ed etico.Per Bersani, pero’, l’Italia ”e’ migliore di cio’ che le capita” e puo’ contare e fare leva su ”energie buone e grandi capacita”’. Obiettivo prioritario e’ stato indicato nella realizzazione di ”una democrazia costituzionale rinnovata, solida e normale” che metta fine all’idea ”dell’uomo solo e del ‘ghe pensi mi”’. Il segretario del Pd, evitando toni consolatori e populistici, ha indicato dunque il realismo di una ripresa per cui non basta un giorno solo, un evento miracolistico, perche’, ha detto, ”serve un grande sforzo collettivo, dove chi piu’ ha deve dare di piu”. In questo senso, Bersani ha anche smitizzato la data del fatidico 14 dicembre dicendo che ”non e’ l’ora X, ma un passaggio cruciale” che puo’ ”sancire formalmente la crisi politica del centrodestra”.Dopo un’elencazione lunga e puntigliosa di tutte le promesse non mantenute dal governo e degli interventi falliti, Bersani ha illustrato quello che ha definito il ”risveglio italiano”, da attuare attraverso ”due grandi sfide”: la ”riforma repubblicana” con una rilettura delle istituzioni e di una nuova legge elettorale, e una ”alleanza per la crescita e il lavoro”.Se la prima e’ rivolta prevalentemente alle forze politiche per una convergenza per l’ammodernamento istituzionale del Paese che comprenda anche il federalismo di tipo solidale, la seconda proposta e’ necessariamente rivolta anche alle parti sociali per riforme incisive del mondo del lavoro e per ridare slancio allo sviluppo.Per il quadro politico e il partito Bersani ha ribadito a chiare lettere che non pensa a una riedizione dell’Unione ma ad un Pd che si propone come alternativa e perno di riferimento programmatico.”Anch’io ho il mio sogno. Il sogno di un Partito, il Partito Democratico -ha concluso Bersani-, che possa finalmente dire all’Italia, parafrasando una bella canzone e una grande trasmissione televisiva: Vieni via, vieni via di qui, vieni via con me. Vieni via da questi anni, da queste umiliazioni, da questa indignazione, da questa tristezza.C’e’ del nuovo davanti, c’e’ un futuro da afferrare assieme, l’Italia e noi”.