Battisti, Brasile verso no all’estradizione
redazione | Il 31, Dic 2010
L’avvocatura generale di stato brasiliana contraria all’estradizione dell’ex terrorista
Battisti, Brasile verso no all’estradizione
L’avvocatura generale di stato brasiliana contraria all’estradizione dell’ex terrorista
BRASILIA – Il presidente brasiiano Luiz Inacio Lula da Silva deciderà domani se concedere o negare l’estradizione a Cesare Battisti. Lo hanno annunciato questa sera fonti del governo brasiliano. Lula si incontrerà di nuovo domani mattina con l’avvocato generale dello stato, Luis Inacio Lucena Adams e poi annuncerà la sua decisione.
di Dario Pignotti e Martino Rigacci
Cesare Battisti deve rimanere in Brasile: l’Avvocatura generale dello Stato si è pronunciata contro la sua estradizione in Italia, parere consegnato al presidente Luiz Inacio Lula da Silva, il quale ha sempre detto di voler far proprio tale decisione. Possibilità contro la quale, su più fronti, il governo italiano sta in queste ore dando battaglia. Sulla base quindi di quanto sostenuto dall’Avvocatura, Battisti (56 anni, detenuto in un carcere a Brasilia dal marzo del 2007) potrebbe così evitare le prigioni italiane e rimanere nel paese latinoamericano, fatti che rappresenterebbero l’epilogo di una lunga e complessa vicenda giudiziaria. Nel corso di una giornata di alta tensione sull’asse Roma-Brasilia, le notizie sul ‘dossier Battisti’ sono rimbalzate più volte nei media dei due paesi, in primo piano non solo in Italia ma anche in Brasile: il futuro dell’ex terrorista rosso é finito infatti per intrecciarsi con le ultime ore della presidenza del popolare ‘presidente operaio’, visto che sabato Lula lascerà il paese nelle mani di Dilma Rousseff. Lo stesso capo dello Stato uscente ha sempre detto che il ‘verdetto’ su Battisti l’avrebbe annunciato lui, non Dilma: tutto fa pensare quindi che si pronuncerà domani, a poche ore dalla chiusura della sua presidenza.
Decisione alla quale, affermano fonti locali, la difesa del governo italiano potrebbe subito replicare con la presentazione di un ricorso presso il Supremo Tribunal Federal, l’Alta Corte di Brasilia. Oggi, il governo italiano ha ripetutamente, e con più voci, ribadito le proprie ragioni sul caso Battisti, mentre Alberto Torregiani, figlio del gioielliere Pierluigi Torregiani, per la cui morte Cesare Battisti è stato condannato, ha annunciato una manifestazione a Roma, in Piazza Navona di fronte all’ambasciata brasiliana, per protestare contro Brasilia.
A puntualizzare che l’Italia “si riserva” di considerare “tutte le misure necessarie per ottenere il rispetto del trattato bilaterale di estradizione, in conformità con il diritto brasiliano” è stato per esempio in una nota il ministro degli esteri, Franco Frattini. Poco dopo la diffusione del parere dell’Avocatura, contenuto in un documento di una settantina di pagine, Palazzo Chigi ha rilevato quanto fatto da Roma nell’ultimo anno e mezzo, “con il consenso di tutte le forze politiche”, per ottenere l’estradizione. Indicando quale “possibile motivazione” da parte del Brasile il “presunto aggravamento della situazione personale di Battisti”, il governo definisce “incomprensibile e inaccettabile nel modo più assoluto siffatto riferimento e la relativa decisione”. Nel caso di una conferma del ‘no’ all’estradizione, sarà lo stesso Lula – afferma la nota – a dover “spiegare tale scelta non solo al Governo, ma agli italiani tutti”, in particolare ai familiari delle vittime dell’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac).
P.CHIGI, SE NO LULA MOTIVAZIONE INACCETTABILE – Il Governo italiano – si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi – si è attivato con determinazione e chiarezza durante l’ultimo anno e mezzo, con il consenso unanime di tutte le forze politiche, per ottenere l’estradizione in Italia di Cesare Battisti, il pluriomicida condannato in via definitiva attualmente detenuto in Brasile. Proprio nelle ultime ore il Governo ha continuato a insistere nella richiesta di estradizione, peraltro accolta dal Supremo Tribunale Federale del Brasile e rimessa per l’attuazione al Presidente Lula, e si riserva di esprimere le proprie valutazioni dopo l’annuncio ufficiale della decisione”. “Tuttavia, in questo momento delicato alcune informazioni fanno ritenere che nella possibile motivazione della decisione del Presidente Lula vi possa essere il riferimento all’articolo 3 comma F del Trattato di estradizione, e quindi al presunto aggravamento della situazione personale di Battisti. In questo caso, il Governo italiano fin d’ora – prosegue la nota – intende dichiarare che considera incomprensibile e inaccettabile nel modo più assoluto siffatto riferimento e la relativa decisione. Il Presidente Lula dovrebbe allora spiegare tale scelta non solo al Governo, ma agli italiani tutti e in particolare alle famiglie delle vittime e a un uomo ridotto su una sedia a rotelle”.
‘NESSUNA GARANZIA PREMIER A LULA’ – ”Sono destituite di ogni fondamento le indiscrezioni di un senatore brasiliano interpellato dal ‘Riformista’ circa presunte garanzie fornite dal Presidente Berlusconi al Presidente Lula sul caso Battisti”. Lo afferma un comunicato di Palazzo Chigi.
”In particolare, mai in nessun incontro fra i due leader – precisa la nota di Palazzo Chigi – il Presidente Berlusconi ha mostrato sottovalutazione per la vicenda dell’estradizione, richiamando invece costantemente la linea perseguita dall’Italia a ogni livello perché Cesare Battisti venga riconsegnato alla giustizia italiana. L’ultimo atto ufficiale di una lunga serie in questo senso è stata la convocazione, il 21 dicembre scorso a Palazzo Chigi, dell’ambasciatore del Brasile a Roma, José Viegas Filho, da parte del Sottosegretario Letta”. In particolare, il senatore Eduardo Suplicy sostiene: : “Il presidente Berlusconi ha già garantito a Lula, qualunque sia la sua decisione, non monterà una polemica sul caso Battisti”.
ALFANO,ABBIAMO FATTO MASSIMO PER ESTRADIZIONE – “Il governo italiano e, per quel che lo riguarda, il ministero della Giustizia hanno fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità, giuridiche e politiche, perché il Brasile concedesse l’estradizione del pluriomicida Cesare Battisti, già condannato in via definitiva dalla giustizia italiana”. Lo sottolinea, in una nota, il ministero della Giustizia.
Dal dicastero del Guardasigilli Angelino Alfano si fa notare che “l’estradizione era stata richiesta esclusivamente per i reati di omicidio per i quali Battisti era stato condannato all’ergastolo” e che “quando l’allora ministro della Giustizia brasiliano aveva concesso a Battisti lo status di rifugiato, il ministero della Giustizia italiano aveva prontamente impugnato il provvedimento davanti al Tribunale Supremo Federale brasiliano”. La procedura era stata “seguita costantemente dal ministero, attraverso il Dipartimento per gli Affari di Giustizia, fino al momento in cui il Tribunale Federale aveva annullato, nel settembre dello scorso anno, il decreto che aveva concesso lo status di rifugiato”. Inoltre, sempre su istanza del ministero della Giustizia italiano, quello stesso Tribunale – spiega la nota del dicastero di via Arenula – “aveva dichiarato che la propria sentenza non era suscettibile di disapplicazione da parte del presidente del Brasile, Lula, che avrebbe dovuto quindi rendere immediatamente esecutiva quella pronuncia, in osservanza del trattato internazionale, e disporre l’estradizione del pluriomicida”. “Questi i passaggi che il governo e il ministero della Giustizia hanno fatto, muovendosi – conclude la nota – nel quadro delle leggi e dei trattati su cui si reggono le relazioni tra Paesi democratici, dove vige lo stato di diritto”.