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TAURIANOVA (RC), VENERDì 27 DICEMBRE 2024

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Carceri: un week-end di morte

Carceri: un week-end di morte

| Il 02, Gen 2011

E’ stato un fine settimana nero per le carceri italiane quello appena passato. Al triste elenco di chi si toglie la vita piuttosto che continuare a viverla indegnamente come detenuto nelle carceri italiane si aggiungono tre uomini, in tre istituti di pena differenti: L’Aquila, Como e Genova

Carceri: un week-end di morte

E’ stato un fine settimana nero per le carceri italiane quello appena passato. Al triste elenco di chi si toglie la vita piuttosto che continuare a viverla indegnamente come detenuto nelle carceri italiane si aggiungono tre uomini, in tre istituti di pena differenti: L’Aquila, Como e Genova

 

 

ROMA – E’ stato un fine settimana nero per le carceri italiane quello appena passato. Al triste elenco di chi si toglie la vita piuttosto che continuare a viverla indegnamente come detenuto nelle carceri italiane si aggiungono tre uomini, in tre istituti di pena differenti: L’Aquila, Como e Genova. Il 15 dicembre, in una cella di sicurezza del supercarcere “Le Costarelle” de L’Aquila il detenuto Salvatore Mollo, 41enne, si è tolto la vita annodando un lenzuolo alle inferriate della finestra. Mollo era stato arrestato a luglio nell’ambito dell’operazione “Santa Tecla” della DDA di Catanzaro, ed era detenuto in regime di 41-bis nel supercarcere “Le Costarelle” da circa un mese. Gli agenti stanno eseguendo gli accertamenti del caso per comprendere le ragioni che hanno spinto il detenuto all’estremo gesto. Nel carcere “Bassone” di Como l’ennesima tragedia personale si consuma nella notte tra il 18 ed il 19 dicembre, quando il 31enne Carlo Carroccia, detenuto da settembre per detenzione e spaccio, si è suicidato con il “classico” e terribile metodo del sacchetto di plastica in testa. L’ultimo tragico caso è risale invece alla scorsa notte: verso le ore 20 è stato trovato impiccato con un lenzuolo alle grate della finestra del bagno un detenuto italiano di 24 anni, nel carcere di Genova “Pontedecimo”. Il ragazzo era compagno di cella di un maresciallo dei carabinieri, in carcere per uxoricidio, che aveva tentato il suicidio pochi giorni fa. Come denunciato dal Sappe è impossibile per un agente di custodia “controllare fino a 80-100 detenuti”. In particolare il problema si riscontra proprio nel carcere di Genova: molti dei detenuti sono persone con problemi psichici, in 180 in uno spazio progettato per 90 persone e con carenze strutturali di personale di custodia (circa 50 agenti in meno rispetto alle necessità). Domenico Capece e Roberto Martinelli del Sappe lanciano l’ennesima denuncia-appello affinchè chi di dovere si adoperi in fretta per tamponare, o meglio risolvere, la grave emergenza strutturale, numerica ed economica delle carceri italiane: “Si tenga conto che se la situazione non si aggrava ulteriormente è solo grazie alle donne ed agli uomini del Corpo che, in media, sventano ogni mese 10 tentativi di suicidio di detenuti nei penitenziari italiani”, sottolineando per l’ennesima volta che la soluzione del problema del sovraffollamento carceri, 70mila detenuti a fronte di 43mila posti disponibili, è la chiave giusta per evitare che questi tragici episodi accadano con l’inquietante frequenza registrata. È necessario intervenire subito sull’organizzazione e la gestione delle carceri, il numero esorbitante di detenuti ricade ovviamente sulla qualità e sulle condizioni lavorative del Corpo di Polizia Penitenziaria, rendendo il loro lavoro praticamente impossibile, denuncia il Sappe. I risultati sino ad oggi ottenuti tuttavia sono forse figli dei pochi sforzi fatti sino ad ora. Il numero di suicidi in carcere sale tragicamente a 66 persone nel 2010, su 170 morti nelle patrie galere. Il record dell’anno passato è sempre più vicino: cosa è cambiato nell’anno dell’”emergenza carceri”?