“Attoniti per intolleranza, L’Ue parli con voce forte”
redazione | Il 06, Gen 2011
Appello di Bagnasco durante l’omelia. Il vescovo copto di Roma,non ho chiuso porte a musulmani
“Attoniti per intolleranza, L’Ue parli con voce forte”
Appello di Bagnasco durante l’omelia. Il vescovo copto di Roma,non ho chiuso porte a musulmani
GENOVA – “Insieme al Santo Padre Benedetto XVI siamo attoniti davanti all’intolleranza religiosa e a tanta violenza, e ci chiediamo addolorati: perché?”: lo ha affermato l’arcivescovo di Genova e presidente della CEI, il cardinal Angelo Bagnasco, stamani nel corso dell’omelia per la messa dell’Epifania nella cattedrale di San Lorenzo. Non è una “domanda retorica e non nasconde nessun desiderio di rivalsa” – ha spiegato il porporato – ma “é sincera e nasce dal sangue di tanti cristiani, dalle loro sofferenze” e “dà voce al brivido interrogativo che sale da tante parti della terra: perché?”.
“La comunità internazionale, a cominciare dall’Europa, faccia sentire una voce forte e una parola chiara perché il diritto alla libertà religiosa sia osservato ovunque senza eccezioni”. Il porporato ha poi invitato i cristiani “a pregare per i persecutori, perché aprano gli occhi alla luce”. “Preghiamo per le anime dei defunti – ha proseguito – per i loro familiari nel dolore, per tutti i cristiani che in tante regioni del mondo ci danno l’esempio” perché “non possiamo, non vogliamo rimanere insensibili!”. Poco prima il cardinale aveva invitato i fedeli ad “essere missionari del Vangelo” perché “non si tratta di essere arroganti ma luminosi”. “L’esempio di tanti nostri fratelli nella fede, che rischiano e danno la vita per Gesù e la Chiesa – ha affermato – ci scuota dal torpore delle cose facili, dalla tiepidezza sempre alle porte, dalla facilità indolente di seguire la corrente del mondo”.
VESCOVO COPTO ROMA, NON HO CHIUSO PORTE A MUSULMANI – “Se la comunità musulmana di Roma decidesse di manifestare per la libertà religiosa , noi copti saremmo con loro”: lo ha detto a Unomattina il vescovo copto ortodosso di Roma, Torino e Firenze, Barnaba El Soryany, precisando che le sue parole del 3 gennaio scorso “sono state interpretate male” e di non aver “chiuso le porte ai musulmani”. “Non accetterò mai – era stato riferito allora – che rappresentanti della comunita” musulmana di Roma si uniscano a noi per la manifestazione di domenica a favore della libertà religiosa”, indetta per commemorare le vittime dell’attentato di Alessandria d’Egitto”. Oggi il vescovo ha precisato che “quella da noi indetta per domenica 9 gennaio sarà una veglia di dolore e di preghiera per i nostri fratelli uccisi ad alessandria. l’ha voluta la nostra comunità, ed è per questo che sarà un momento solo per noi”. “Pper noi non ci sarà Natale – ha poi aggiunto ricordando l’uccisione di sei fedeli copti in Egitto il 6 gennaio 2010 – quest’anno come l’anno scorso”. “Anche noi in Italia abbiamo paura – ha concluso il patriarca – perché le minacce ai copti di questi giorni sono dirette non solo contro le chiese egiziane, ma anche contro quelle europee. Non si sa cosa faranno, e dunque al dolore di queste ore si aggiunge l’ansia per quello che potrebbe succedere”.
NUOVE MINACCE, A BREVE COLPIREMO
di Danila Clegg
IL CAIRO – Nuove pesanti minacce sono state rivolte alla comunità copta d’Egitto da un sito integralista islamico, rendendo ancora più tesa la vigilia del Natale ortodosso, che i copti celebrano con la messa di mezzanotte di domani. Il sito dei Mujaheddin, che aveva pubblicato la lista della chiese possibili obiettivo di attentati in Egitto, ha lanciato un nuovo preoccupante messaggio, accompagnato da attacchi al Papa, si parla di “cane del Vaticano”, e al presidente Usa Obama, mentre il ministro dell’Interno ha confermato che a provocare la strage di Capodanno è stato un kamikaze. Sembra intanto sfumare la pista straniera alimentata dalle voci, poi smentite, del ritrovamento sul luogo dell’attentato di una testa con lineamenti afghani o pachistani. Il ministero dell’Interno ha comunque diffuso l’identikit del volto di quello che secondo gli inquirenti è stato l’attentatore suicida. Nel messaggio su Internet, la minaccia è rivolta direttamente al capo della chiesa copta Shenuda III e viene legata ancora una volta alla richiesta di liberazione delle due donne copte che si sarebbero convertite all’Islam e che sarebbero – secondo gli integralisti – tenute prigioniere in conventi copti. Era questo il motivo indicato dal sito della cellula di Al qaida in Iraq per lanciare le prime minacce contro i copti in Egitto a ottobre, dopo la strage nella chiesa cattilica orientale di Baghdad. Nel messaggio si attaccano tutti coloro che hanno condannato l’attacco nel quale hanno perso la vita 23 persone. Nel mirino il presidente Usa Barack Obama, il “cane del Vaticano”, ma anche organizzazioni e personalità musulmane come Hamas, i Fratelli musulmani e gli ulema che hanno fatto sentire la loro voce contro l’attentato. Sul fronte delle indagini il ministro dell’Interno Habib Al Ahly ha confermato che si è trattato di un kamikaze che voleva fare un numero anche maggiore di vittime. Il suo ordigno era rudimentale, ma abbastanza potente da avere un impatto devastante data l’ora e il numero di fedeli che stava lasciando la chiesa al termine della messa di Capodanno. Il mix di tnt e pezzi di metallo, che il kamikaze aveva in una cintura esplosiva o che teneva in mano, ricorda da vicino, fanno notare alcuni esperti, ordigni analoghi esplosi nel 2009 nei pressi di una chiesa al Cairo e nel famoso mercato tradizionale di Khan el Khalili, provocando la morte di una giovane turista francese. In serata è stata diffusa una foto con una ricostruzione del volto dello sconosciuto sospettato di essere il kamikaze dell’attentato anti-cristiano di Capodanno. L’immagine è stata diramata a tutti i media per stimolare raccolta di informazioni sull’identità dell’uomo, il cui volto è stato ricostruito da esperti basandosi su resti rinvenuti nel luogo dell’attentato. Pur nella tensione della vigilia, che sta coinvolgendo anche le comunità copte di numerosi paesi europei, si moltiplicano le iniziative di solidarietà e unità nazionale per cercare di ricucire lo strappo sempre più profondo fra cristiani e musulmani. L’imam di Al Azhar, grande centro sunnita, ha partecipato ad un sit in di solidarietà durante il quale ha condannato tutte le forme di violenza e di terrorismo. In quindicimila hanno risposto all’appello apparso su Facebook a riunirsi al Cairo e ad Alessandria per una marcia silenziosa. Il patriarcato di Alessandria organizzerà per questo sabato un incontro nella cattedrale di San Marco con tutti coloro che vorranno portare la loro solidarietà. E rientra nel tentativo di stemperare il clima anche la decisione della magistratura di rilasciare gli ultimi 23 manifestanti arrestati a fine novembre per avere partecipato ad una manifestazione contro lo stop alla costruzione di una chiesa.