Falerna, sanità e ‘ndrangheta nell’incontro della Caritas
redazione | Il 29, Gen 2011
Magarò: “L’intreccio tra sanità pubblica e criminalità organizzata alla base del deficit delle finanze della Regione”
Falerna, sanità e ‘ndrangheta nell’incontro della Caritas
Magarò: “L’intreccio tra sanità pubblica e criminalità organizzata alla base del deficit delle finanze della Regione”
“La ndrangheta immagina il sistema sanitario come un grande business e per accaparrarsene il controllo non esita a bussare alle porte del potere politico. Nella visione distorta di chi non si fa scrupolo di speculare sulla pelle dei cittadini, le persone malate non sono altro che una occasione di guadagno. Ma la gestione della sanità per le cosche equivale soprattutto alla gestione del potere. Infiltrarsi nei centri nevralgici, nelle stanze dei bottoni di ospedali e aziende sanitarie, per le organizzazioni criminali significa mettere le mani su appalti e forniture di milioni di euro ed indirizzare la spesa pubblica verso strutture private accreditate appartenenti ad esponenti di spicco dei clan. E piazzare nei presidi ospedalieri pubblici, gli amici e gli amici degli amici: medici, infermieri, ausiliari spesso privi di titoli e di professionalità che, nel dispregio di ogni criterio meritocratico, finiscono col ricevere uno stipendio più o meno ricco a spese di quello Stato che la ndrangheta la combatte e che poi, paradossalmente, finisce col diventarne il principale finanziatore. Uno scenario di questo tipo, descritto in modo allarmante nelle relazioni delle forze dellordine e della magistratura, ha portato ai provvedimenti di commissariamento dellAsl di Locri e di quello, più recente, dellAzienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia”. Lo ha detto Salvatore Magarò, Presidente della Commissione contro il fenomeno della mafia in Calabria, intervenendo a Falerna questa mattina sul tema Infiltrazioni criminali nella sanità calabrese nellambito dei lavori dellannuale incontro delle Caritas diocesane calabresi con lufficio pastorale della salute. “Lintreccio degradante tra sanità pubblica e criminalità organizzata che si sostanzia in una condotta orientata ad abbattere i vincoli di legalità e trasparenza per favorire linfiltrazione della ndrangheta, è alla base del grave deficit che pesa sulle finanze della regione ma anche dei tanti casi di morte in corsia che hanno agitato le cronache degli ultimi anni. In una relazione del 2008, la Commissione parlamentare antimafia ha descritto il sistema sanitario calabrese come ridotto a brandelli da sprechi, clientele e spartizioni che mortificano la trasparenza e la qualità professionale degli operatori sanitari. Tutto in nome di uno scambio costruito sulla gestione dei fondi pubblici, finalizzato a creare un consenso clientelare che uccide il diritto di cittadini alla salute e alla vita. Disarticolare questo sistema, sconfiggere la borghesia mafiosa che ha consolidato i propri affari nel comparto sanitario, è tra le direttrici principali che il governo regionale guidato da Giuseppe Scopelliti sta seguendo per garantire ai calabresi il diritto a ricevere cure adeguate e di qualità, affrancate da ogni tipo di infiltrazione della ndrangheta”.
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