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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 GENNAIO 2025

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El Barade: “Pronto a presidenza”

El Barade: “Pronto a presidenza”

| Il 30, Gen 2011

Carri armati verso piazza Tahrir, piena di manifestanti. Al Jazira, 150 morti da inizio rivolta

El Barade: “Pronto a presidenza”

Carri armati verso piazza Tahrir, piena di manifestanti. Al Jazira, 150 morti da inizio rivolta

 

 

IL CAIRO  – Sempre alta la tensione nell’Egitto in rivolta, mentre aumenta il numero delle vittime degli scontri. Al Cairo, 14 cadaveri in una moschea nei pressi di una prigione a 40 km dalla capitale che era stata teatro di una rivolta e di una fuga di detenuti. Il governo egiziano mostra il pugno di ferro e il presidente Mubarak va a visitare i militari che si occupano della sicurezza, mentre i caccia sorvolano a bassa quota la capitale. Intanto, l’opposizione concorda nell’affidare a El Baradei il mandato di negoziare col regime. E mentre la Farnesina segue la situazione, forze armate entrano a Sharm el Sheik, e ci sono difficoltà per i turisti che cercano di lasciare il Mar Rosso. L’ambasciata Usa invita gli statunitensi a lasciare il paese, mentre da Israele si apprende che l’intelligence di Tel Aviv è stata colta di sorpresa dalla sollevazione popolare in Egitto.

AL JAZIRA, I50 MORTI DA INIZIO RIVOLTA – Sono almeno 150 i morti in Egitto dall’inizio della rivolta, secondo una nuova stima della tv satellitare Al Jazira. La notte scorsa fonti della sicurezza e mediche avevano fornito un bilancio di 102 morti.

EL BARADEI:
DISPOSTO AD ASSUMERE PRESIDENZA – “Inizia una fase nuova”. Mohammed El Baradei è arrivato in piazza Tahrir al Cairo. “Sto cercando di mettermi in contatto con l’Esercito, perché sono stato incaricato dalle forze di opposizione di formare un governo di salvezza nazionale”, ha detto El Baradei.
“Vogliamo far cadere questo presidente”: queste è lo slogan che ritmicamente scandiscono le migliaia di persone presenti nella piazza Tahrir (Liberazione) e mentre 16 carri armati dell’Esercito si stanno muovendo verso la piazza.

Mohammed El Baradei, 68 anni, l’ex direttore generale della Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), premio Nobel per la Pace nel 2005, è “disponibile” ad assumere la presidenza dell’Egitto “per un periodo di transizione che faccia da ‘ponte’ verso la democrazia”: lo ha detto lo stesso El Baradei in un’intervista esclusiva rilasciata al giornalista della Cnn Fareed Zakaria.
“Quello in atto da parte del presidente Mubarak non è che il disperato tentativo di restare al potere, ma è chiaro che il popolo non lo vuole più”. “Mubarak deve lasciare – ha detto El Baradei nell’intervista alla CNN – per il bene dell’Egitto. E’ necessario avviare un periodo di transizione affidato ad un governo di salvezza nazionale, che possa traghettare il Paese verso elezioni democratiche”. “Un governo di unità nazionale – ha aggiunto – è fondamentale e urgente, dopo anni di dittatura brutale”.

Secondo Mohammed El Baradei, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dovrebbe dire al presidente dell’Egitto, Hosni Mubarak, di lasciare la presidenza “per il bene del Paese”. “Se non già oggi, domani, ma credo che Obama dovrebbe Chiedere a Mubarak di dimettersi” ha detto El Baradei intervistato dalla Cnn.
Quanto finora fatto da Obama di fronte alla crisi egiziana “é apprezzabile, ma vorrei facesse di più”. “Ho grande rispetto e ammirazione per il presidente Obama – ha detto El Baradei, intervistato dalla CNN dagli studi di Washington in collegamento con la abitazione al Cairo -. Ma ormai è chiaro a tutti che il popolo egiziano non vuole più Mubarak. Per questo Obama dovrebbe fare di più rispetto a quanto fatto finora e chiedere pubblicamente a Mubarak di lasciare”.

H. CLINTON, MUBARAK NON HA FATTO ABBASTANZA –
“Hosni Mubarak non ha fatto abbastanza, il processo è appena iniziato”: così il segretario di Stato Usa Hillary Clinton in una intervista televisiva.
Clinton ha detto che le azioni avviate dal presidente egiziano Hosni Mubarak “sono solo l’inizio” di quello che si aspettano gli Stati Uniti. “Desideriamo vedere una transizione ordinata – ha detto il segretario di Stato Usa – chiediamo al governo Mubarak di fare ciò che è necessario per agevolare una transizione ordinata”. “Questo è solo l’inizio – ha aggiunto la Clinton – nell’arco di un processo che deve portare a misure concrete per raggiungere le riforme democratiche ed economiche che abbiamo sollecitato e delle quali Mubarak ha parlato nel suo discorso di venerdì”. La Clinton ha poi aggiunto che gli Stati Uniti “non fanno campagna” per alcuna fazione politica in Egitto.

EVASIONI DI MASSA, ESODO STRANIERI – Detenuti che evadono in massa, sicurezza in pericolo e esodo di stranieri dal paese. E’ questo lo scenario stamani in Egitto, sconvolto da giorni dalla rivolta anti-Mubarak. Stamani dopo la seconda notte di coprifuoco gli elicotteri volavano bassi al Cairo, più numerosi dei giorni precedenti. In centro, carri armati e posti di blocco. L’esercito ha chiuso l’accesso a piazza Tahrir, teatro principale delle manifestazioni. La tv mostra arresti di saccheggiatori, fonte di paura, accresciuta dalle evasioni di detenuti. Migliaia sarebbero fuggiti dal carcere di Wadi Natrun, 100 km a nord del Cairo, dopo una rivolta. Secondo fonti della sicurezza, molti sarebbero estremisti islamici. Dei Fratelli musulmani sarebbero gli evasi da un altro carcere, nei pressi del Cairo. E decine di cadaveri sono stati rinvenuti in strada vicino a una prigione nella capitale, teatro di una rivolta nella notte. Dopo il Museo Egizio al Cairo, nel Sinai è stato preso oggi d’assalto da saccheggiatori un importante museo archeologico, ad Al Qantara. L’ambasciata americana al Cairo ha invitato i cittadini statunitensi a lasciare l’Egitto prima possibile. I voli cominceranno domani. La Turchia ha mandato due aerei di linea per portare via i suoi cittadini. Gruppi di turisti italiani stanno tentando di lasciare Sharm el Sheikh, ma hanno difficoltà a partire. Gli aerei della Egypt Air sono bloccati a causa della mancanza di connessioni alla capitale con voli internazionali. Lunghe code di auto si sono formati sulle arterie che portano all’aeroporto del Cairo. Il premier israeliano Netanyahu ha rotto stamani il silenzio e ha detto di voler garantire la pace trentennale con l’Egitto. Ma per l’oppositore di Mubarak Mohamed El Baradei, premio Nobel per la Pace come capo dell’Agenzia Onu per l’energia nucleare, il tempo del rais “é finito”. Serve un “governo di transizione” che riformi la Costituzione in senso democratico e porti il paese alle elezioni.