Al teatro Ghione di Roma “Sogno di una notte di mezza estate”
redazione | Il 07, Feb 2011
In scena dall’8 al 27 febbraio
Al teatro Ghione di Roma “Sogno di una notte di mezza estate”
In scena dall’8 al 27 febbraio
“Sogno di una notte di mezza estate”, di William Shakespeare, al teatro Ghione di Roma dal 8 al 27 Febbraio. Con la compagnia dei giovani dello stesso Ghione e del Teatro Sistina. La regia è di Tommaso Paolucci.
Il testo, scritto tra il 1593 e il 1595, rappresenta la quintessenza di tutte le Commedie di Shakespeare. Mito, fiaba e quotidianità si intersecano senza soluzione di continuità e questo porta a riconoscere allinterno dellopera, suggestioni che vanno da fonti classiche (le Metamorfosi di Ovidio) al patrimonio folkloristico tipo dellInghilterra (fate e folletti burloni), originalmente e genialmente contaminati e ricreati dalla fervida fantasia del drammaturgo. Lopera fu probabilmente composta in occasione della celebrazione solenne di nozze tra i membri dellaristocrazia inglese.
La storia: Teseo duca dAtene e Ippolita regina delle Amazzoni celebrano le loro nozze; per festeggiare lavvenimento Bottom e altri artigiani vogliono offrire una rappresentazione teatrale, per lo spettacolo scelgono una foresta nei dintorni della città. Ma ecco che arrivano anche gli innamorati: Lisandro e Ermia inseguiti da Demetrio che ama Ermia e da Elena che ama Demetrio. Nella foresta, durante questa bella notte destate, il re e la regina delle fate, Oberon e Titania, sono in piena lite damore. Per vendicarsi Oberon chiede a Puck, suo fedele servitore, di spandere sugli occhi di Titania un liquore magico che la farà innamorare della prima persona che incontrerà al risveglio. Un Sogno giovane interpretato da giovani attori, questo potrebbe essere lo slogan dello spettacolo. Una serie di vecchi banchi di scuola ammassati e composti determinano i tre spazi scenici , la corte , il teatro dei comici ed il mondo magico. Un grande telone che li ricopre forma il luogo incantato della foresta. Uno spettacolo rapido fatto di accensioni, incostanze, capricci, illusioni e delusioni , follie dogni sorta damore che danno un corpo e tessono un loro mondo così vivo e reale come quello degli uomini che quegli affetti visitano, estasiandoli e tormentandoli, innalzandoli e abbassandoli facendo sì che tutto sia parimenti reale e parimenti fantastico. Tre mondi, quello classico, quello magico e quello comico, continuamente intrecciati. Il sogno dellamore, della magia , dellarte si unisce al momento più comico, quello legato alla compagnia degli attori, per antonomasia figli di un mondo di finzioni. Per citare lo stesso Shakespeare: Lamore è la più saggia delle follie, unamarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire”.
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