Marziale: “Alfano riferisca se l’assassino pentito Spatuzza gode di benefici”
redazione | Il 12, Mar 2011
“A dir poco indignato se gli sconti e i privilegi riconosciuti ai collaboratori di giustizia dovessero riguardare anche gli infanticidi”
Marziale: “Alfano riferisca se l’assassino pentito Spatuzza gode di benefici”
“A dir poco indignato se gli sconti e i privilegi riconosciuti ai collaboratori di giustizia dovessero riguardare anche gli infanticidi”
Imputato per la barbara uccisione di Giuseppe Di Matteo, sciolto nellacido a 12 anni perché figlio di un collaboratore di giustizia, il pentito Gaspare Spatuzza confessa di avere provocato un aborto a una donna rimasta incinta ad opera di un cosiddetto uomo donore. Sono due ammissioni di colpa agghiaccianti, socialmente deprecabili e bastevoli per domandare al ministro della Giustizia, on. Angelino Alfano, di rendere pubbliche le eventuali agevolazioni di cui Spatuzza gode in virtù del proprio ravvedimento. E’ quanto chiede il presidente dellOsservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale, consulente della Commissione parlamentare per lInfanzia, dicendosi: A dir poco indignato se gli sconti e i privilegi riconosciuti ai collaboratori di giustizia dovessero riguardare anche gli infanticidi. Luccisione dei bambini è il crimine più efferato contro lumanità debole e indifesa e il pentimento dei responsabili non deve essere mai e in alcun modo premiato. Per Marziale: Se da un lato il fenomeno del pentitismo può costituire un ausilio per gli investigatori, dallaltro non può e non deve rappresentare oltraggio al cuore della società civile. I bambini sono il centro nevralgico dellumanità, tutelati da legislazioni internazionali le cui norme sono inconciliabili con sconti e altre forme di perdonismo, anche se strategico. Il presidente dellOsservatorio conclude: Auspico che il ministro Alfano voglia dare risposta e, se il caso lo richiede, qualche legislatore realmente sensibile ai diritti dei minori attivi le procedure necessarie affinché gli assassini dei bambini non siano ammessi a benefici. La loro eventuale collaborazione non deve costituire, per lo Stato, presupposto di baratto.
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